Frustate ed economia sadomaso

Buongiorno,

negli ultimi giorni abbiamo cominciato ad apprendere che l'economia italiana per rimettersi in moto ha bisogno di una "frustata" indispensabile: la modifica dell'art. 41 della Costituzione, che costringerebbe chi voglia aprire una impresa a sottostare preventivamente ad una lunga trafila di pratiche di controlli ed autorizzazioni prima di poter iniziare l'attività.

Le modifiche che si intenderebbe proporre prevedono di rendere più agevole la possibilità di iniziare ad operare con la propria impresa, eliminando l'obbligo di passare preventivamente attraverso l'iter autorizzativo, ferma restando per la necessità di operare all'interno dei parametri di legge.

Come dire che agli imprenditori, in caso di mancato rispetto di qualche normativa spesso oscura, si prospetta la possibilità di sentirsi imporre una chiusura dopo aver effettuato gli investimenti necessari allo start up, invece che prima. Magari dopo un mese dall'inaugurazione del negozio che hanno comperato ed arredato, invece che prima di effettuare l'investimento. Personalmente non mi pare che incrementare in questo modo il rischio d'impresa sia una cosa intelligente, nè che possa stimolare l'economia.

Il problema della eccessiva lentezza delle pratiche autorizzative richiede secondo me non di eliminare controlli ed autorizzazioni (Ehi, che ne sapevo di non poter aprire una centrale nucleare in centro a Reggio Calabria per problemi sismici! E adesso vorreste anche farmi chiudere? con tutti i soldi che ci ho speso, con tutti i posti di lavoro che ci sono in ballo e tutto il benessere che porto qui dove ce n'è tanto bisogno...), ma di poter ottenere  le indicazioni necessarie ad operare in tempi celeri e certi.

Il che si dovrebbe ottenere attraverso due riforme che il governo ha fallito, sempre che abbia mai avuto intenzione di portarle realmente avanti: quella della semplificazione normativa affidata al ministro Calderoli (che avrebbe dovuto rendere più snella ed efficace la normativa di riferimento) e quella della PA affidata al ministro Brunetta (che forse ha ridotto l'assenteismo, ma non ha migliorato i livelli di servizio di una PA lenta, burocratica ed inefficace).

E che questa non sia la frustata che potrà far riprendere la corsa ad un cavallo lo dovrebbe far pensare un dato storico: l'Italia ha attraversato due periodi di forte crescita economica negli ultimi sessant'anni, periodi in cui la crescita era a livelli "cinesi", pur in presenza dell'art. 41. Quindi, forse, non è poi questo gran problema...

Pensare di smuovere il sistema economico italiano operando solo su quel fattore, solo su una dichiarazione di principio,è puro benaltrismo  rispetto a due importanti riforme sinora mancate e forse volontà di mascherare un duplice fallimento.

Ciao

Paolo

6 commenti:

x ha detto...

Come non ricordare l'articolo del prof. Ainis di 8 (otto) mesi fa al riguardo?


http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=7453&ID_sezione=&sezione=

-----------------------------------
Per parte mia posso solo aggiungere che la cosa agghiacciante in un Paese di furbi matricolati sono proprio i famosi controlli ex-post!

E in materia di fallimenti e promesse non mantenute voglio segnalare l'esternazione del leghista Castelli, riguardo alla lentezza di avanzamento di certe opere come la BREBEMI e la PEDEMONTANA, che ha dato la colpa ai "Ministeri Romani"!

LOL!

Michele R. ha detto...

certo la burocrazia è un grosso problema sia per un imprenditore che per un comune cittadino, ma come faceva notare Paolo nel post l'articolo 43 esisteva anche quando c'erano percentuali di crescita alla cinese. E allora dove é il problema? Credo che tra i tanti si possono scorgere 3 problemi ovvero criminalità organizzata, corruzione e lentezza dei processi civili, lo faceva notare anche Oscar Giannino la scorsa settimana.
Sono tutte cose di cui il nostro governo è un metro campione, prendiamo i Casi Cosentino, Dell'Utri, Bertolaso, Verdini, Brancher, tanto per non citare il Solito, che incoraggiano le imprese straniere a venire a investire da noi, visto che da noi la repressione dei fenomeni corruttivi e malavitosi di coloro che siedono in parlamento sta a 0. Che fiducia puo trasmettere ad un impresa straniera un governo fatto di personaggi inquisiti e che da 16 anni promette riforme ma che non arrivano mai?

MS ha detto...

Purtroppo questo e' un tema caldo nella mia famiglia. Racconto una storia di questi giorni. Mia sorella aprira' a giorni un bar, e lunedi della scorsa settimana ha presentato l'ultima richiesta al comune della citta' per ottenere l'autorizzazione ad aprire. Il comune, semplicemente, invia i vigili urbani i quali verificano l'esistenza del bar. Questi ultimi, in caso positivo, rispondono con esito favorevole al comune, il quale consegna il permesso al bar.
Lunedi 31/01 mattina al comune e' stata richiesta l'autorizzazione, martedi' il comune ha richiesto la verifica ai vigili, ed ogni giorno questi ultimi sono stati sollecitati. Solo venerdi sono venuti al medesimo bar, per verificare l'esistenza e l'agibilita' del locale.
Da martedi a venerdi. Uno dei due ha anche detto: "Non e' mai successo che cosi' poco tempo e' passato dalla richiesta alla nostra visita... che fretta avevano dal comune per sollecitarci?"

La pressione la metteva una persona del comune, il quale a sua volta era sollecitato da mia sorella, il cui contatore dei costi aumentava, e quello degli introiti rimaneva a zero causa mancata visita/autorizzazione.
Ovviamente i vigili sono venuti venerdi primo pomeriggio, ma la notizia al comune e' arrivata solo lunedi' mattina (cioe' oggi).

In sintesi, una settimana dalla richiesta dell'ultima autorizzazione alla concessione della stessa, causa inettitudine dei vigili urbani locali.
Ma e' possibile??

Ovviamente, mia sorella e' privilegiata, perche' ha un contatto al comune che ha sollecitato ripetutamente.... e se non l'avesse avuto??

Possibile che per abbreviare i tempi e' necessario avere un contatto per ente?

L'alternativa che si propone e' impraticabile: successivamente agli investimenti ci deve essere la certezza dell'esercizio, quindi sono favorevole al meccanismo delle autorizzazioni.
Il problema attuale e' nei tempi per concedere queste autorizzazioni, pertanto si deve lavorare per ridurre questi tempi.

Ad esempio, un meccanismo per il precedente esempio potrebbe essere: mia sorella ha avuto dei costi dal 31.01 al 7.02 dovuti alla mancata autorizzazione. Poiche' tale parere poteva essere dato in un giorno lavorativo (facciamo due), potrebbe emettere fattura verso l'ente che ha causato questa latenza (6 giorni) per emettere l'autorizzazione, quindi il comune. Il comune, a sua volta, liquidera' la proprietaria del bar, ma si rifara' verso la polizia municipale. Quest'ultimo ente verso chi non ha effettuato i controlli in tempo debito.

Il meccanismo mi pare semplice e funzionante... vero??
Certo, la responsabilizzazione e' un concetto semplice, ma molto lontano dall'essere applicato... specialmente in Italia...

Saluti,
Mariano

Charles ha detto...

@ms
la tua soluzione mi pare aggiunga burocrazia su burocrazia.
secondo me dovrebbe accadere semplicemente che se i vigili non passano il primo giorno utile allora scatta l'ok. In fondo se si teme qualche tipo di irregolarita vale la pena disturbare due vigili altrimenti chi tace acconsente. Non credete?

PaoloVE ha detto...

@ MS & Charles:

personalmente credo nell'utilità di controlli ed autorizzazioni, specialmente in una realtà come quella italiana, dove, come diceva giustamente Francesca, i furbi la fanno da padrone.

Il problema é capire quali autorizzazioni e controlli servono e a cosa, ed in questo lo stato non aiuta.

Faccio due esempi.

Le licenze d'esercizio nascevano per far sì che nessuno potesse esercitare una professione senza esserne capace e con danno per la società, quindi a fornire ex ante una garanzia professionale minima: un macellaio doveva sapere come conservare la carne, un farmacista doveva essere in grado di preparare prodotti galenici, un tassista doveva saper guidare e conoscere la viabilità cittadina... col passare del tempo questo scopo è andato perso in una visione burocratica e le licenze sono diventate unicamente un modo per limitare e programmare il numero dei potenziali concorrenti nel settore, cosa inutile cui non erano destinate.

Nel campo dei controlli l'esempio di imbecillità burocratica estrema si ha in ogni gara d'appalto, dove è richiesta l'autocertificazione (!) antimafia (me lo vedo Matteo Messina Denaro che davanti alla necessità dell'autocertificazione antimafia ritira la propria ditta da una gara perché non può autocertificare) ed il certificato penale (che però nella pratica non può essere utilizzato per discriminare una offerta).

Devono restare solo i controlli che si possono esercitare e che hanno una utilità, il resto è burocrazia inutile.

Nel caso di cui parla MS, che senso ha mandare i vigili a vedere se c'é il bar? avrebbe senso mandare L'asl a verificare le condizioni igieniche, probabilmente, ma anche qui il senso del controllo è probabilmente andato perso nella pratica burocratica inutile...

Ciao

Paolo

MS ha detto...

@charles: i meccanismi "se non passa entro ..., allora ok" non mi piacciono per nulla. Questi si' permettono la proliferazione di anomalie, causate dall'enorme anomalia del sistema politico/burocratico italiano.
Insisto: l'unico punto e' la responsabilizzazione.
Oggi e' troppo facile nascondersi dietro l'ente per il quale si lavora, quindi molti si sentono intoccabili facendo un po' cio' che si vuole o, piu' spesso, lavorando con i propri tempi.

Personalmente non vedo aumentare burocrazia, ma non e' questo il punto. Il meccanismo proposto e' solo un esempio, la questione essenziale e' il principio di fondo che credo sia importante.