I migranti e le mezze verità

Buongiorno,

non riuscendo a districarmi decentemente sul fronte del massacro cui stiamo da tempo sottoponendo il nostro sistema bancario, in cui mi pare che le liquidazioni vengano presentate come salvataggi, gli aiuti di Stato come operazioni di mercato e le chiusure delle filiali ed i licenziamenti come tutela dei dipendenti, rinuncio a cercare di chiarirmi le idee e passo invece al sempiterno tema dei migranti, dove, come distintivo della nostra politica, stiamo cercando di gestire una situazione di perenne emergenza cercando di cambiare le carte in tavole nei rapporti con gli altri Paesi europei mettendo sul tavolo il peso di tutta l'italica inaffidabilità ed una bella fetta di ipocrisia.

Perchè se adesso reagiamo sgangheratamente alle salvinate di chi si dichiara pronto a schierare i blindati ed il filo spinato al Brennero, è anche perchè un paio d'anni fa abbiamo barattato (e menato vanto del brillante risultato ottenuto battendo i pugni sul tavolo della trattativa in sede europea) l'accettazione di questo modello di gestione degli immigrati che prevedeva la fine dell'operazione italiana Mare Nostrum ed il passaggio a quella europea Triton.

E non saranno certo confronti sballati ed improponibili come quello affettuato dal Ministro Minniti, che sottolinea quanto pochi soldi vengano accrodati all'Italia per i migranti in confronto a quanti soldi ne vadano alla Turchia, ma omette di dire che mentre per l'Italia si tratta di accogliere tra le 100.000 e le 200.000 persone da ridistribuire negli altri Paesi Europei, per la Turchia si tratta di ospitarne oltre 3 milioni in campi profughi sul proprio territorio. Il che rende le due situazioni assolutamente non confrontabili.

A nostra parziale giustificazione va il fatto che ipocrisia e mezze verità abbondano anche sull'altro fronte:
  • c'è davvero una differenza tra chi rischia di essere perseguitato in Siria dall'Isis o da Assad e chi rischia la stessa cosa in altri Paesi africani da Al Shabbab, Al Qaeda, Boko Aram, Corti Islamiche o altro? 
  • c'è davvero differenza tra chi è perseguitato e chi semplicemente rischia di morire di fame e malattie?
  • dove sono finite le ridistribuzioni dei profughi una volta giunti nei porti italiani?
  • dove finisce il dirirtto marittimo internazionale nei porti spagnoli, francesi, maltesi?
  • perchè chi ha creato il problema libico non si fa carico adesso di costruire anche con Haftar e Serraj un accordo analogo a quello definito con Erdogan (1)?
Ma non sarà certo facendo confusione e rimescolando le carte che possiamo pensare di ottenere dei risultati decenti e duraturi in sede europea, e l'esperienza di quanto mal fatto due anni fa dovrebbe insegnarcelo...

Ciao

Paolo

(1) anche se non mi piace assolutamente pensare che la risposta ad una pressione migratoria dettata da fame, miseria o persecuzione politica e religiosa possa trovare come unica soluzione dei campi profughi  posti il più possibile lontano dai nostri occhi, ma anche dai nostri diritti e dalle nostre condizioni di vita

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