Le mie scuse ai piccoli invasori

Buongiorno,

la lente attraverso cui guardo le polemiche che hanno affossato lo ius soli sono quelle di un padre i cui due figli hanno ed hanno avuto a che fare durante la loro vita scolastica e e al di fuori di questa (durante la loro attività sportiva, al catechismo, a musica, ...) con numerosi compagni appartenenti a famiglie di origine straniera.

E quindi la mia lente sono Giulia, Aymen, Mohamed, Justine, Nicole, Alexia, Yuri, ... ragazze e ragazzi le cui famiglie affondano le loro origini tra l'Albania ed il Nord Africa, tra la Romania e la Costa d'Avorio, tra Cuba e l'Ucraina, ...

Ragazzi e ragazze che hanno studiato e stanno studiando sugli stessi banchi dei miei figli, con esiti e risultati simili ai loro, che parlano come loro e ne condividono interessi e passioni, leggono gli stessi libri, guardano gli stessi film e le stesse serie televisive, giocano con le stesse app e che per questo molto spesso hanno tra loro una affinità sociale e culturale molto maggiore di quanta ne possano avere con i genitori, persone di generazione, trascorsi e cultura ben diversi.

Questi sono quelli cui ci rifiutiamo di accordare la cittadinanza, spesso giungendo a definirli "invasori": i terribili vicini di banco dei nostri figli, i loro feroci compagni di squadra, i loro partner nei quattro mani al pianoforte. Quelli di cui, dopo averli discriminati, sosterremo che non si vogliono integrare.

Quindi, a titolo strettamente personale, vorrei dire a Giulia, Aymen, Mohamed, Justine, Nicole, Alexia, Yuri, ... che mi vergogno di far parte di un Paese in cui c'è una ampia parte che pretende di discriminarli e trova troppi politici che hanno paura di prendere una decisione (peraltro molto timida) che li scontenti. 

E voglio chieder scusa a Giulia, Aymen, Justine, Nicole, Alexia, Yuri, ..., arrogandomi il diritto di farlo a nome della parte migliore mio Paese (si, per una volta posso affermare con sicurezza ed orgoglio di potermi ascrivere alla parte migliore del mio Paese, visto quello che passa il convento su questi temi, tra pseudostatisti pavidi ed agitatori razzisti), per il vigliacco ed anacronistico permanere di una discriminazione immotivata che non si meritano.

Dopo aver scritto quanto sopra ho voluto verificare cosa pensino i miei figli della cosa: il risultato è stato che malgrado l'aspetto non è l'italianissimo Yuri il ragazzino ucraino che ricordavo e che no, Alexia, venuta in Italia dalla Romania in seconda elementare in classe di mio figlio senza conoscere una singola parola di italiano, non è meno italiana di lui. Semmai solo un po' più rumena.

Insomma, per i diretti interessati, per quelli più direttamente a contatto con i potenziali futuri italiani, non sembra esserci motivo di discriminazione...

Ciao

Paolo

P.S. A chi pensa di aver difeso una manciata di voti rinunciando a portare in parlamento la proposta di legge sullo ius soli: il mio voto (e non solo il mio) non andrà al meno peggio nè a fianco di quelli di razzistelli spaventati, ma attende di trovare chi abbia i coglioni e la dirittura morale di provare a fare quello che è giusto.

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