Buongiorno,
mi sono sinora astenuto dal commentare il profluvio di notizie relative agli affaire Weinstein, Spacey, ... riservandomi di farlo quando fosse un po' calato il polverone mediatico e cercando di avere i margini per una riflessione un po' più distaccata.
Riflessione che, peraltro, pur a distanza di giorni dalle prime battute della notizia che ha ingenerato l'attuale cosiddetta presa di coscienza, continua a lasciarmi più dubbi e perplessità che certezze.
In primo luogo ho l'impressione che si stia facendo in molti casi una malsana confusione tra situazioni tra loro diversissime e che mi paiono tutte affastellate in un unico calderone, limitando la possibilità di capirci qualcosa e, conseguentemente, di arginare quanto in esso vi sia di improprio e tossico.
Trovo imbarazzante ricondurre alla stessa categoria di stupro, parola cui è associato un peso enorme, la ragazzina quattordicenne plagiata e sodomizzata in piscina dal regista famoso che non disdegna il ricorso alla forza, la donna costretta da necessità a subire un ricatto sessuale, quella che lamenta pesanti avances e l'attrice già affermata che si garantisce con una prestazione sessuale al produttore un ruolo nel prossimo film prevedibilmente di successo (1): malgrado l'evidente inappropriatezza e sgradevolezza di ciascuno di questi comportamenti, a fare la differenza tra ciò che riesco a considerare stupro e cosa no è la possibilità delle vittime di scegliere cosa fare, ben sapendo che ogni scelta comporta benefici e oneri.
Trovo incomprensibile come determinati comportamenti apparentemente sistematici e rivolti a decine di vittime diverse (e molteplici predatori diversi) vengano alla luce solo a distanza di decenni ed in conseguenza alla rivelazione da parte della vittima più recente: riesco a capire che una o più vittime non se la siano sentita di sottoporsi alla gogna mediatica che sappiamo scaturire da una denuncia di stupro, ma non riesco a capire come ciò possa essere sistematicamente successo per decenni al punto di silenziare un fenomeno di cui apparentemente in molti sapevano, ma di cui apparentemente nessuno riteneva di dover mettere in guardia le potenziali vittime.
Trovo improbabile infine, sulla scorta di queste premesse, che possa aver ragione chi si attende, in virtù di qaunto sembra emergere, un passo avanti verso un diverso equilbrio nei rapporti tra sessi in presenza di figure di potere: non è da una situazione simile di opacità che si può pensare di progredire...
Ciao
Paolo
(1) condizione che, con un certo imbarazzo, mi pare riconducibile quasi più ad un rapporto prostitutivo consensuale che ad una prevaricazione...
(1) condizione che, con un certo imbarazzo, mi pare riconducibile quasi più ad un rapporto prostitutivo consensuale che ad una prevaricazione...
2 commenti:
Buongiorno,
Riflessione che, peraltro, pur a distanza di giorni dalle prime battute della notizia che ha ingenerato l'attuale cosiddetta presa di coscienza, continua a lasciarmi più dubbi e perplessità che certezze.
La stessa cosa vale anche per me e le tue parole contribuiscono a dare voce a una parte delle mie riflessioni.
In particolare i dubbi sono esplosi quando una attrice di casa nostra già figlia di un famoso regista, perchè immagino che sia di lei di cui parlavi - "e l'attrice già affermata che si garantisce con una prestazione sessuale al produttore un ruolo nel prossimo film prevedibilmente di successo" - si è unita al coro, mi sono stupito perché pensavo che visti gli inevitabili ammanigliamenti genitoriali, avrebbe sicuramente avuto la strada più in discesa di tante altre colleghe e che quindi non avrebbe avuto bisogno di qualche "compromesso".
Compromessi dovuti a rapporti di forza e di cui spesso si mormora, ma che il più delle volte sono il trampolino di lancio di una carriera nel mondo dello spettacolo cosi come in altri mondi.
I miei dubbi restano semmai su quanto è montato ad arte dai media per dare qualcosa in pasto al pubblico, qualcosa di prurigginoso, piuttosto che parlare di problemi più seri e che riguardano tutti.
Saluti
@ M.R:
in realtà non pensavo specificatamente ad Asia Argento: le attrici affermate negli elenchi delle vittime non mancano. Nemmeno tra quelle ben più affermate della stessa Argento.
Il punto è che se il fenomeno è così diffuso, noto e in qualche modo così scontato, ho grosse difficoltà a capire dove stia la linea che separa quanto accettato più o meno volentieri (e quindi un rapporto magari non gradito ma consenziente) da quanto è subìto sotto qualche forma di costrizione (e quindi molestia o stupro).
E, conseguentemente, ancor di più ho difficoltà a pensare che questo possa essere in qualche modo un momento di svolta.
Ciao
Paolo
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