E quando la musica finisce, spegnete le luci

Buongiorno,

Oggi doppio post, grazie agli spunti di phoenix che pubblico qui sotto. Il mio post invece è qui.


Visto che non c’è il regime?

Satrapia mediatica acostituzionale
Visto che non c’è il regime?, starnazza qualche pennivendolo in questi giorni. Eppure ormai dovrebbe essere chiaro. Ma repetita iuvant. Il problema con Berlusconi non è mai stato quello della democrazia soppressa e del regime. La democrazia non è mai stata soppressa e parlare di regime è spropositato. Ma partecipare ad elezioni godendo di una forza mediatica come quella di cui dispone il cavaliere porta quest’ultimo a beneficiare di un vantaggio strategico significativo a causa del quale la partita sul campo non comincia, come dovrebbe nel mondo ideale, da 0-0. Poi può sempre capitare che una squadra azzoppata, pur partendo sotto di due gol e giocando con un arbitro cornuto che dirige a senso unico, faccia dieci gol ed esca trionfante dallo stadio. Ed è quello che è successo a queste ultime elezioni amministrative.

Fuoco mediatico

Qualcuno dice che Berlusconi è “vittima del fuoco mediatico”. Magari è vero. Peccato che a lamentarsene sono gli stessi soggetti che negano la rilevanza del possesso, da parte del cavaliere, del più robusto armamento mediatico che esista nel paese. La contraddizione è talmente palese da rendere vano ogni tentativo di celare la malafede o la disonestà intellettuale di costoro.

Città “liberate”

Quante storie su questo riferimento alla “liberazione” che, per quanto sopra le righe, fa semplicemente parte del repertorio delle dichiarazioni da sbornia post-elettorale.

Qui Radio Londra
Lasciamo perdere Napoli che è un caso a parte, legato alla gestione rifiuti e al radicamento sul territorio della malavita, e concentriamoci sul fronte milanese. Ebbene, per chiudere la questione basti dire che se fossero state Torino o Bologna ad essere “conquistate” dagli sfidanti, la medesima parola sarebbe saltata fuori a ruoli invertiti. E poi, se ci si indispettisce, in modo serio o magari solo sarcasticamente, per l’uso del concetto di liberazione, come bisognerebbe reagire all’idea che ora ai milanesi “non resta altro che pregare” per la loro salvezza? Stracciarsi le vesti per la disperazione o farsi cogliere da una crisi di riso isterico?
 
Fuga dal Berlusconismo

Non è la prima volta che Berlusconi viene sconfitto, ma è la prima volta che viene sbaragliato a casa propria e in altri luoghi dove si pensava potesse e dovesse vincere a mani basse. C’è un elemento di novità in tutto questo che legittimamente può portare a ritenere come stavolta sia davvero finita. Nella peggiore delle ipotesi il cavaliere avvelenerà l’Italia per altri due anni, ma un nuovo revival non ha più da verificarsi.

Ora il PDL e la Lega sono nella fase di negazione. Ma quando sarà chiaro che la massa critica di consenso per Berlusconi semplicemente é svanita, e che il cavaliere fa perdere più voti al centrodestra di quanti ne faccia guadagnare, ci sarà la resa dei conti, il famoso 25 luglio a cui in tanti recentemente hanno fatto riferimento
 
Processo evolutivo

Oggi sono sarcastico
Previsione: il processo evolutivo a destra si completerà presumibilmente nel corso dei prossimi dodici mesi. Sempre più esponenti realizzeranno che una nuova leadership è necessaria, dando di fatto ragione a coloro che magari in ritardo di lustri ma comunque a ragione veduta hanno già lasciato l’ovile negli ultimi anni o negli ultimi mesi (Casini, Fini). Se Berlusconi si convincerà a farsi da parte, una nuova leadership non condizionata da conflitti di interesse e da problemi con la giustizia porterà ad una riunificazione dei partiti di centrodestra, dando origine ad un polo che potrà presenterà alle elezioni politiche con ottime chances (poi molto dipenderà dalla legge elettorale, dalla strada che prenderà la Lega, etc.).

Paradossalmente, se la sinistra vuole avere maggiori certezze sulle proprie possibilità di prendere le redini del paese alle prossime politiche, essa deve fare il tifo affinché lo scenario evolutivo della destra di cui sopra non si verifichi e che Berlusconi, chiuso nel bunker, incapace di affrontare la realtà e circondato da adulatori prezzolati, insista a rimanere sulla scena, presentandosi ancora una volta come candidato leader del centrodestra. Allora sarà l’elettorato, implacabile, ad infliggere il colpo di grazia. 

Ciao
Phoenix
When the music's over
Turn out the lights
Turn out the lights
Turn out the lights

4 commenti:

PaoloVE ha detto...

io sono un po' più pessimista sulla peggiore delle ipotesi: sono convinto che SB sia politicamente morto (alla Grillo), ma tuttora in grado di attirare voti ed aggregare i suoi accoliti più fidi, quindi di fare danno...

Sono perfettame4nte d'accordo invece che il suo attuale scollamento dalla realtà sia la migliore arma in mano all'opposizione per liberarsi di lui. Temo però che il Paese non possa permettersi di aspettare molto tempo.

Ciao

Paolo

giuly ha detto...

...perché "arbitro cornuto che dirige a senso unico"?

F®Ømß°£ ha detto...

Concordo con Paolo.

Forse B sarà sconfitto, non so in quali tempi, ma vanno tenute presente alcune cose.

Il voto delle città è diverso dal voto nazionale.

Non va sottovalutato il fatto che B è privo di scrupoli. Non parlo di finti attentati o Pansate anni '70, ma piuttosto al disinteresse assoluto per la tenuta finanziaria del Paese. Per recuperare voti chissà cosa può inventarsi senza mettere le mani nelle tasche, ma mettendo altro...

A partire da questo blog, l'opposizione tutto è meno che unita e questo riduce la possibilità di trasformare in un match-point (o in una Fatality, per chi conosce Mortal Kombat) le prossime votazioni referendarie e non.

Saluti

Tommaso mai ottimista

francesco.caroselli ha detto...

Megaconcorso.,

Io mi butto per primo.

Vediamo chi va piu vicini all'affluenza per i referendum:

Io dico 40%.

Ovviamente il premio è SC :-)

A meno che Paolo non metta in palio qualcos'altro...