Titanic a Venezia /13

Buongiorno,

tre settimane fa commentavo la piena riapertura alle grandi navi da crociera di Venezia e del bacino davanti a piazza San Marco, rimarcando come ormai, visti i numeri e le dimensioni in gioco (da me paradossalmente sottostimate nei commenti), non si debba ragionare sul se, ma sul quando avverrà L'Incidente, quello con le maiuscole.

Non nascondiamocelo, gli interessi attorno al business delle navi da crociera sono molto grossi, al punto che sono bastate tre settimane ed zac, si è riusciti ad organizzare i primi tour che sbarcassero i loro crocieristi a Venezia.

E così nello scorso fine settimana, in occasione della riapertura stagionale alle grandi navi (una riapertura che, con un po' di humor nero che spero mi vorrete concedere, potremmo legittimamente definire "col botto") c'è stato un ulteriore piccolo indizio del fatto che, per quanto questi giganti possano essere perfetti e sicurissimi, qualcosa può sfuggire.

Ed infatti, pur in condizione protetta come quella della stazione marittima e malgrado tutti i dispositivi di sicurezza, qualcosa è sfuggito, per fortuna con pochissime conseguenze, creando le solite polemiche da parte di noi ecologisti/ambientalisti da strapazzo.

Ma quando a sfuggire anche solo di poco poco poco è un bestione lungo una volta e mezza piazza San Marco, alto come i 2/3 del suo Campanile, che a bordo ospita un numero di persone pari all'incirca al 10% dei residenti in centro storico, pesante come un cubo d'acqua di oltre 50 metri di lato, beh, il concetto di piccole conseguenze diventa relativo.

 E lo diventa ancor di più nel momento in cui il bestione si muove in un contesto fragile e prezioso e a causa delle sue dimensioni può essere un problema persino semplicemente il vento, come dimostra il fatto che in più occasioni è bastato questo perchè strappassero gli ormeggi rimanendo ancorchè temporaneamente fuori controllo alla deriva.

Per l'ennesima volta abbiamo avuto un piccolo avvertimento del fatto che stiamo abusando della situazione, contro ogni buonsenso e già da troppo tempo.

E' come se cercassimo di far circolare un autoarticolato o un carico eccezionale su una ciclabile affollata e contemporaneamente di parcheggiarlo dentro ad una cristalleria e strisciassimo sul gard rail lì davanti. 

Ci sta andando fin troppo bene, ma contare sull'eternità della nostra fortuna è criminale e probabilmente anche stupido, se si pensa che in fondo, anche chi a Venezia sia legittimamente e fermamente determinato a spremere ogni spicciolo possibile dalle tasche dei turisti che vi giungono, potrebbe trovare maggior convenienza nel veder affluire meno persone ma più propense a spendere, senza dover necessariamente mettere a rischio l'integrità del delicato giocattolo.

Perchè ci sta anche che Venezia possa perdere un tantinello del suo appeal, se la trasformiamo in una sorta di accessorio dei colossi cui la stiamo lasciando in balìa.

E dall'altra parte potrebbe convenire ai veneziani proporre convenzioni per i crocieristi che permetta loro di muoversi in città con mezzi pù acconci, lasciando i mastodonti fuori centro storico.

Ciao

Paolo

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