Revisionismi ed alibi (anche nostri)

Buongiorno,

torno con il post di oggi sull'argomento della cancellazione della storia (ovviamente di quella che meno piace), prendendo spunto dalla notizia che a Brunau, in Austria, sarà rasa al suolo la casa natale di Adolf Hitler per evitare che funga da luogo di ritrovo di beceri nostalgici neonazisti.

Cosa che, con proporzioni diverse mi ricorda quanto segnalavo avvenire anche in Italia solo pochi mesi fa.

Anche nel caso di questi giorni ritengo che la rimozione del passato sia una scelta sbagliata, anzi, ho il sospetto che nel caso austriacoe la conseguente autoassoluzione in termini beceramente revisionistici rispetto a determinati comprtamenti sia ancora più rilevante, sia per motivi storici che per situazioni di maggior attualità.

Dal punto di vista storico se in Italia in molti e a lungo hanno utilizzato l'alibi della Resistenza -che, è bene ricordarlo, fu un fenomeno estremamente meritorio (1), ma anche molto limitato nei numeri- per non fare chiarezza e, in definitiva, i conti con l'estremamente ampia adesione al Fascismo, in Austria gli alibi sono addirittura due:
  • il fatto che il nazismo fosse stato precocemente messo al bando (ed i suoi seguaci in larga parte incarcerati) già nel 1933 dall'allora cancelliere Dollfuss, in realtà all'interno del completo scioglimento di ogni forma di partito (non solo quello nazista) al di fuori del Fronte Patriottico, una sorta di mix tra il fascismo italiano ed il cattolicesimo austriaco più conservatore
  • il fatto che la maggior parte dei più efferati crimini nazisti ebbero luogo dopo l'Anschluss, l'annessione dell'Austria da parte della Germania nazista -peraltro accettata con entusiasmo da larghissima parte degli austriaci- (2)
A ben vedere sarebbero due alibi ancor più labili di quanto lo possa esssere la Resistenza a casa nostra: è vero che si metteva fuori legge Hitler, ma solo per restare affettuosamente abbracciati a Mussolini, il che non è poi 'sto granchè come presa di distanza, come non lo è quella che formalmente introdurrebbe l'annessione da parte dei nazisti tedeschi, nel momento in cui è stata così largamente condivisa dalla popolazione. 

Ciononostante la scarsa chiarezza e l'autoassoluzione austriaca rispetto ai crimini nazisti è stata ed è ancora più profonda di quanto lo sia stata qella operata da noi italiani rispetto ai crimini del fascismo, prove ne siano, ad esempio, il fatto che proprio davanti alla casa natale di Hitler, l'unica cosa che ricorda quel trascorso storico è una lapide che condanna il fascismo (e, si badi bene, non il nazismo come invece sarebbe più acconcio) oppure la prospettiva che il 4 dicembre, se finalmente riusciranno a votare dopo i mille pasticci di quest'estate, gli austriaci rischiano di eleggere come proprio Presidente un personaggio che non si è fatto scrupolo di fregiarsi orgogliosamente dei simboli del Partito Nazista in clandestinità, candidato dal partito che già fu del famigerato Haider, defunto ex Governatore della Carinzia e, per continuare a rimestare in materia di storia nazista, proprietario della Barentaal.

Ed è proprio l'esempio del candidato alla Presidenza Hofer che credo spieghi meglio di tutto perchè non cancellare la memoria storica...

Ciao

Paolo


(2) non che non vi siano state delle forzature in tal senso, la più famosa delle quali, giusto per restare su temucoli di qualche attualità in casa nostra, la folkloristica scheda del referendum che ratificò con un plebiscito la cosa

6 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

condivido il senso del post, ma siccome sono uno spaccapalle puntualizzo un dettaglio.

La lapide reca la scritta "mai più fascismo" correttamente.

Mi pare sostanzialmente errata la divisione rigida per cui il fascismo sarebbe da distinguere dal nazismo.

La definizione da vocabolario, accanto all'ovvio significato legato all'ideologia del ventennio in Italia aggiunge non solo l'estensione a ogni regime totalitario di destra, ma anche "Dottrina e prassi politica fondata sulla violenta e indiscriminata affermazione di motivi nazionalistici e imperialistici..."

Il nazismo è un tipo di fascismo, per quanto l'allievo abbia ecceduto in zelo. Scrivere "Mai più nazismo" sarebbe stato riduttivo e sbagliato. Ciò che si auspica non accada più è il ritorno delle dottrine e prassi ecc, non "solo" il ritorno delle svastiche e delle SS.

Personalmente in molte piazze e monumenti in Germania come in altre nazioni si parla di vittime del fascismo in questo senso.

Saluti

T.


PaoloVE ha detto...

@T.:

quando gli spaccapalle ti fanno riflettere sono ospiti ben graditi, ed è questo il caso :-).

ATTENZIONE! sto per partire con un pippone storico lungo, noioso e, peggio, poichè da qui in poi c'è molto di mia opinione, molto opinabile :-)

La domanda è: il nazismo è stato davvero una forma, magari estrema, di fascismo?

Io su questo ho qualche dubbio, ed anzi propenderei per il no (sono spaccapalle anch'io :-))

In realtà, anche se è palese che Hitler si sia ispirato per molti versi alla già avviata esperienza politica e dittatoriale di Mussolini, credo che ci sia una differenza di base sostanziale tra fascismo e nazismo, che può apparire oggi stemperata perchè Mussolini scelse (1) negli anni di avvicinare progressivamente sempre più la propria politica a quella nazista, sino ad esserne di fatto un elemento funzionale nella tragica parodia della RSI.

Il fascismo nasce come movimento rivoluzionario, nazionalista e violento, ma privo di quel forte elemento fondante suprematista e razziale che contraddistinse invece il nazismo sin dall'origine e che fu il primo motivo dello sterminio di milioni di ebrei, russi, zingari,... .

La componente ideologica razziale divenne significativa in Italia (anche se mai feroce come in Germania) solo dopo la ripresa delle avventure coloniali in Libia ed Africa Orientale e non era comunque originariamente volta allo stermino al di fuori di una logica di guerra e predominio.

Nemmeno nel caso dell'italianizzazione forzata di Istria e Dalmazia venne considerato lo sterminio degli abitanti di lingua slava "a prescindere", come fu invece teorizzato per gli ebrei in Germania.

Solo con il passare del tempo la crescente subalternità ad Hitler fece sì che anche in Italia si affermasse una ferocia di ordini di grandezza supoeriori: per gli stessi ebrei fu solo dopo l'8 settembre e la completa sottomissione del fascismo italiano ad Hitler che iniziarono le politiche di sterminio.

In sintesi e per semplificare moltissimo, se Hitler fosse stato fascista avremmo avuto comunque la seconda guerra mondiale (le campagne militari italiane in Libia, Africa orientale, Albania, sono precedenti all'ingresso dell'Italia nella seconda guerra mondiale e viaggiano parallelamente all'Anschluss, all'annesione Tedesca dei Sudeti e della Cecoslovacchia: l'uso spregiudicato della forza come strumento di politica estera non mi pare fosse significativamente diverso tra i due regimi), ma non avremmo avuto l'Olocausto.

Viceversa se Mussolini fosse stato nazista avremmo dovuto avere qualcosa di simile ai lager in tutto l'Impero e lo sterminio in quanto tali di "slavi" e "negroidi" sin dagli anni Trenta, cosa che per fortuna ci risparmiammo.

Il che mi pare una differenza sostanziale.

Perchè credo che nel caso dell'Austria queste, che potrebbero sembrare sottigliezze da storici (quale peraltro io non sono), sono importanti e dovrebbero essere ben chiare? Proprio perchè in Austria il nazismo rovesciò con un sanguinoso Putsch il breve regime, quello si fascista, di Dollfuss.

Insomma, in Austria e per gli austriaci l'equivoco tra fascismo e nazismo dovrebbe essere impossibile e la contrapposizione tra i due regimi evidente e totale...

Ciao

Paolo

(1) scelse, e non vi fu costretto almeno sino al 25 luglio 43: il caso della Spagna franchista, che pur sempre merda era, dimostra che sarebbe stato possibile fare altro.

PaoloVE ha detto...

...nel caso non trasparisse pienamente: mi ha dato gran soddisfazione avere lo sprone per sistematizzare un po' di concetti sparsi a fondamento delle mie idee (giuste o sbagliate che siano)su un argomento che mi appassiona.

Grazie Tommaso!

:-)

Ciao

Paolo

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

Semplifico anche io.

A seguito della Grande Guerra tutta l'Europa vede svilupparsi movimenti nazionalisti e antidemocratici.

Allo stesso modo il razzismo e l'antisemitismo non sono tabù, sono anzi il modo di pensare anche di parte delle élite e delle classi dirigenti.

È in questo clima che prende il potere per primo il fascismo italiano che darà poi l'esempio ai diversi emuli. E darà anche il nome.

Dallo stesso clima e dall'ispirazione dei diversi movimenti fascisti nasce poi il Nazismo, che - in mano all'efficienza tedesca e alla follia di Hitler - porta ai disastri della guerra mondiale e dell'Olocausto.

Tornando alla mia critica pedante, mi aspettavo esattamente questa obiezione, che è sensata, ma rimane rigida e rileggendola anche non condivisibile fino in fondo.

Ci sono differenze, ma non trovo che ci sia una evidente contrapposizione tra nazismo e fascismo, e di certo non è il rovesciamento del regime fascista austriaco che la dimostra. Si tratta di un semplice rapporto di forza.

Il totalitarismo, la violenza verso gli avversari politici, il rifiuto della democrazia e il nazionalismo* sono tratti comuni. E ricordiamoci che senza di essi le follie razziste che hanno portato all'Olocausto non sarebbero possibili - non si dà uno sterminio sistematico in un regime non totalitario.

È in questo senso, mi pare, che un monumento contro il fascismo in generale non esclude gli orrori dovuti al nazismo in particolare, ma li include.

A voler essere polemici, la distinzione per cui senza i nazisti non avremmo avuto i campi di concentramento, porterebbe a dire che tutto il resto - una guerra da milioni di morti - non merita che la lapide reciti "Mai più".

Ciao

T.

* tra l'altro non è enorme la distanza tra nazionalismo e razzismo, mi pare.

PaoloVE ha detto...

@ T:

condivido tutto, tranne il fatto che per considerare sostanziali le differenze tra due regimi questi debbano per forza contrapporsi (sono d'accordo con te anche sul fatto che il putsch austriaco contro Dollfuss e le iniziali frizioni tra Italia e Germania che portarono alla realizzazione del Vallo littorio furono prove di forza da inquadrarsi nel contesto dei giochi di potere, non reali contrapposizioni).

Ed il contenere o meno ab ovo l'indispensabilità del genocidio (cosa che va anche oltre il razzismo) mi pare una discriminante importante: per cui ho poco da eccepire sul fatto che la lapide parli di fascismo, ma trovo incongruo (e sintomo dell'autoassoluzione ipocrita degli austriaci) che non parli di nazismo...

Ciao

Paolo

F®Ømß°£ ha detto...

@P

il fatto è che la contrapposizione era nella tua frase finale del primo commento:

"Insomma, in Austria e per gli austriaci l'equivoco tra fascismo e nazismo dovrebbe essere impossibile e la contrapposizione tra i due regimi evidente e totale..."

Da qui il mio pedanteggiare.

La mia tesi continua a essere quella per cui se io auspico che il fascismo non torni, sto auspicando già che non lo faccia il nazismo che senza l'esistenza del primo non esiste.

Ciao

T.