Imboscati, donne e legge 104

Buongiorno,

ritorno sull'argomento di ieri, con le stesse premesse e un bel po' di esperienza in meno, per aggiungere una suggestione ulteriore che secondo me ridimensiona ulteriormente la portata di quanto si sta dicendo a valle dell'articolo sugli imboscati tra i dipendenti pubblici, derivante dal fatto che da nessuna parte ho visto fare alcuna considerazione su alcuni aspetti relativi al fatto che tra i dipendenti pubblici le percentuali delle lavoratrici (1) e quelle dei disabili sono molto superiori che nel privato.

Mi pare ovvio che il fatto di avere una percentuale di lavoratori disabili superiore a quello che si riscontra nel privato (e potremmo discutere a lungo se la cosa sia un problema o un segno di civiltà) comporti un superiore numero di accessi ai benefici  della legge 104 (che si possono tradurre in una sorta di prelazione nella scelta della sede di lavoro nonchè sino a tre giorni di premesso retribuito mensile per assistere i familiari), anche se mi rendo perfettamente conto che questo aspetto non giustifica certo le precentuali che leggo nell'articolo e che mi guardo bene dal contestare.

Trovo appena poco meno ovvio che, in una realtà culturale come quella italiana dove il peso della cura familiare ricade prevalentemente sulle spalle delle donne, anche l'avere una percentuale di dipendenti di sesso femminile superiore alla media comporti un ulteriore apertura della forbice.

Per concludere: il deprecabile fenomeno di cui si sta parlando esiste e va contrastato e punito, questo non si discute, nè credo che quanto ho scritto ieri ed oggi giustifichi completamente le differenze rilevate dall'espensore dll'articolo di Repubblica, anzi (2).
Se però il punto di partenza di un auspicabile contrasto vuole essere un articolo dove si fa di ogni erba un fascio, senza nemmeno provare a dare una dimensione realistica al fenomeno e trattando alla stessa maniera diritti ed abusi, temo che, come troppo spesso accade, non si riuscirà ad andare oltre al solito sensazionalismo degli abusati luoghi comuni.

Ciao

Paolo

(1) che, soprattutto in virtù pricipalmente dei dati del settore della scuola e di quello della sanità sono ben oltre la metà dei dipendeti pubblici

(2) credo peraltro che magari chi abbia maggior confidenza con settori diversi dalla sanità di cui qualcosa tocco direttamente con mano magari potrebbe fornire spunti analoghi a quelli prodotti da me nel post di ieri

1 commento:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

ma lo scopo dell'articolo è solo confermare nel pregiudizio. Per cui non mi aspetterei nulla.

Saluti

T.