sino all'altro ieri borse
e mercati non ci avevano fatto scontare (se non forse minimamente) il
fatto di non avere un governo eletto (pur a distanza di quasi due
mesi e mezzo dalla chiusura delle urne), ma solo la supplenza per
l'ordinaria amministrazione dell'ex Premier Gentiloni.
Magari ciò è avvenuto
in virtù di qualche precedente di rilievo (in fondo la Germania si è
baloccata ben più a lungo tra ipotesi di governi Giamaica e Grosse
Koalition), oppure perchè Gentiloni si era dimostrato essere un
Premier tutto sommato più efficace ed affidabile dei precedenti e,
purtroppo, probabilmente anche dei successori designati: non è su
questo che ho intenzione di almanaccare.
Qualcosa potrebbe invece
essersi mosso (o almeno così sembrerebbe) nel momento in cui l'altro
giorno si è materializzata l'ipotesi di un accordo di governo traleghisti e grillini ed è trapelata una pittoresca bozza di programmaintrisa di propositi sovranisti e fortemente autoriduttori rispettoal nostro pesantissimo debito pubblico. Bozza, si badi bene, non
smentita ma semplicemente definita vecchia e superata dal duo Di Maio Salvini.
Non mi meraviglierebbe
neanche un po' dover prendere atto che chi ha prestato i propri soldi
all'Italia possa innervosirsi davanti alla constatazione che il
futuro governo in pectore possa prendere in considerazione la
bizzarra ipotesi di provare a restituire solo parte di quei soldi,
magari aggiungendoci pure la beffa di speculare attorno alla loro
valuta.
E non serve essere i
cosiddetti “poteri forti” per immaginare di reagire a un simile
fastidio: se a me (ma sono sicuro che il ragionamento si
applicherebbe altrettanto bene anche a voi, che immagino siate un potere debole più o meno quanto me) capitasse di prestarvi
dei soldi e mi sentissi dire che intendete restituirmene solo una
parte e, forse in diversa valuta meno pregiata, personalmente mi
incazzerei un bel po'. E, per stare sul sicuro, eviterei di
prestarvene altri da qui in avanti, per non incorrere nel rischio che dalle
ipotesi voi possiate passare ai fatti.
Il che, passando dalla
bruta microeconomia alla più algida ma altrettanto dura
macroeconomia, significa che ragionevolmente così facendo avremo
maggior difficoltà di accesso al credito, quindi tassi più elevati,
quindi pagheremo più interessi sul nostro debito.
Ottimo risultato per chi non ha ancora iniziato a governare.
Ciao
Paolo
Nessun commento:
Posta un commento