Attentati: parallelismi e prevedibili divergenze

Buongiorno,


I commenti e le polemiche si sprecarono, e, come per ogni cosa riguardasse Berlusconi, divisero gli italiani tra chi nel centro sinistra in qualche misura tendeva a minimizzare l'accaduto riconducendolo all'atto inconsulto di un folle avulso dalla realtà (1) e chi a destra pretendeva pubbliche scuse ed autoflagellazioni da parte degli avversari additati come mandanti politici di Tartaglia (così si chiamava l'attentatore) in virtù del fatto che avrebbero creato il clima d'odio cui addebitavano il gesto (2).

Tra questi ultimi erano particolarmente attivi alcuni quotidiani di destra ed alcuni loro giornalisti: per non far nomi parlo ad esempio di Libero e de il Giornale come testate, e dei soliti Feltri, Belpietro e Sallusti come giornalisti.

Oggi, dopo che uno squilibrato ha aperto il fuoco all'interno del tribunale di Milano uccidendo tre persone tra cui un giudice (3), proprio quei giornali e quei ladrid'ossigeno giornalisti brillano per l'assenza di qualsivoglia riflessione sul clima d'odio generato dai frequenti attacchi condotti da politici e media di destra contro la magistratura (e contro quella milanese in particolare), giungendo a smentire apertamente in maniera stizzita chi larvatamente ipotizza possa essere stata una concausa della strage e dirottando l'attenzione dei lettori sugli aspetti relativi alla sicurezza.

Oddio, non posso certo dire che in onestà mi aspettassi qualcosa di diverso, ma raramente si presenta una occasione più limpida e lampante per evidenziare come una certa parte della stampa italiana sia ridotta a mero strumento di propaganda politica della peggior specie.

Ciao

Paolo

(1) giungendo magari in più di qualche sciagurato caso a non nascondere la propria soddisfazione per l'accaduto

(2) omettendo ovviamente di considerare il fatto che la vittima aveva pubblicamente insultato per lustri ampie parti della società italiana -direttamente e attraverso i media che controllava-, contribuendo ampiamente ed in prima persona alla costruzione del clima d'odio lamentato

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