Buongiorno,
sto seguendo in questi giorni lo
svilupparsi di una polemica locale di natura storico - politica che mi pare abbia tutti i
crismi per essere un bell'esempio della nascita di un mito
revisionista, o almeno così devo, mio malgrado, sperare.
La premessa è che circa un mese fa un gruppetto di
storici hanno reso pubblico il ritrovamernto
negli archivi ministeriali romani di un documento del 12 ottobre 1945
nel quale erano riportate delle presunte voci secondo le quali in una località precisa e ben individuata del Friuli vi sarebbe stata una foiba contente tra le duecento e le ottocento sepolture facilmente accessibili.
Stando al documento che viene successivamente pubblicato le vittime sarebbero state trucidate da partigiani “garibaldini”
agli ordini di comandanti identificati dal nome di battaglia e
peraltro divenuti successivamente ben noti (anche tristemente) e
pubblici. La foiba in questione si troverebbe a ridosso della Zona Libera del Friuli Orientale, a una ventina di km da Tarnova, giusto per contestualizzare storicamente cosa avveniva da quelle parti in quel periodo.
Quanto basta da un lato per chiedere
delle verifiche in loco allo scopo di accertare una verità occultata dai vincitori,
dall'altro per affermare con decisione che si tratta solo di fango gettato sui Partigiani.
Da qui è un crescendo di certezze per sentito dire. Nell'arco di meno di tre settimane i media decidono che:
- i contenuti dell'informativa sarebbero altamente attendibili e insabbiati da omertà
- ci sarebbero una decina di testimonianze di racconti di persone gettate in una cavità nel terreno,
- sarebbe stata individuata una presunta casa degli orrori dove le vittime venivano torturate e uccise, "e tutti sapevano"
- successivamente ne sarebbe stata individuata addirittura una seconda dove gli assassinii sarebbero stati centinaia "e tutti sapevano"
- quindi si giunge a richiedere direttamente l'esumazione dei cadaveri, la cui esistenza è ormai data per scontata pur in assenza di alcun riscontro o testimonianza diretti
In mezzo a tutto ciò vi sono però degli elementi che restano sottaciuti (1) e che rendono per fortuna un po' meno credibile l'esistenza del presunto massacro (2):
- il terreno dal punto di vista geologico sembra non essere idoneo ad ospitare grotte, foibe, inghiottitoi o pozzi, il che contrasta sia col documento sia con le testimonianze di cui al precedente punto 1)
- è difficile credere che di una strage di tale portata non sia rimasta traccia a parte dicerie, peraltro dettagliate e trucide ("uccisi con martelli e picconi"), ma spesso contraddittorie ("persone gettate in una cavità") quando si tratta di descrivere le modalità degli omicidi. Non un elenco delle vittime, non una loro generica provenienza, non una data dei fatti, non un testimone diretto, non il ritrovamento della sepoltura
- in zona sarebbero già state effettuate più indagini in anni passati senza che la enorme strage emergesse nella sua enormità.
Personalmente mi auguro che non ci sia nulla di vero e che quindi non si trovi nulla. Non servirà a cambiare l'idea che molti si sono già fatti dei fatti, ma personalmente preferisco pensare che stia nascendo un falso mito di un certo revisionismo piuttosto che di essere in presenza di una strage in più rispetto a quelle già note...
UPDATE: sull'argomento ritrovo le mie considerazioni (ed altre, anche un po' tendenziose/di parte) in questo post.
UPDATE 2: E' interessante notare come in un successivo articolo venga sostanzialmente presentata come una testimonianza che avvalora i contenuti dell'informativa la testimonianza di una persona (ai tempi già adulta) che:
UPDATE: sull'argomento ritrovo le mie considerazioni (ed altre, anche un po' tendenziose/di parte) in questo post.
UPDATE 2: E' interessante notare come in un successivo articolo venga sostanzialmente presentata come una testimonianza che avvalora i contenuti dell'informativa la testimonianza di una persona (ai tempi già adulta) che:
- testimonia dell'uccisione di 4 persone, peraltro esumate e riconosciute dai parenti un anno dopo. Non si tratta quindi di vittime ignote infilate in una foiba sconosciuta quali dovrebbero essere quelle di cui parla il documento rinvenuto, ma di vittime la cui morte era già stata accertata e, passatemi il termine "storicizzata" e non occultata da omertà
- abitava a 500 metri da una delle abitazioni dell'orrore di cui nell'elenco, peraltro di proprietà di sua zia, e dichiara che "Non so e non sono stata testimone di quello che è avvenuto nell’abitazione di mia zia", il che mi pare sia una secca smentita del fatto che "tutti sapevano", come sostenuto da altri testimoni indiretti. Chi era a 500 metri non si sarebbe accorto dell'ipotetico eccidio di centinaia di persone
- sostiene che le cifre di cui si sta parlando le paiono esagerate rispetto a quanto vide e sentì riferire
Ciao
Paolo
(1) probabilmente perchè ai giornali conviene cavalcare la notizia invece che derubricarla a semplice sospetto
(2) capiamoci: nel 1945 da quelle parti nessuno risparmiava nessuno. Tedeschi, Cosacchi, (ex) Repubblichini, Partigiani Garibaldini ed Osovani, Titini ed Alleati (e forse anche Belagardisti e Domobranci) si scontrarono con ferocia e nessuno fu delicato con i nemici. Si moriva, si uccideva, si rastrellava, si giustiziava, si facevano rappresaglie, si razziavano i paesi e li si incendiava. E, per di più, di questa situazione caotica spesso approfittavano anche delinquenti che si appoggiavano all'una o all'altra parte. In questo contesto trovare chi è morto in queste situazioni non meraviglierebbe. Ma un massacro di duecento - ottocento persone è altro.
1 commento:
Buondì,
interessante e sintomatico del bel clima in cui viviamo.
Saluti
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