Buongiorno,
anche nei miei ultimi due post (questo e questo), ai margini ed un po' di sbieco, ha fatto capolino il mio desiderio di veder finalmente migliorare il nostro Paese potenziando e finalmente valorizzando le professionalità presenti nella P.A., sottovalutate, sottoutilizzate e mortificate da lustri di lottizzazioni politiche, da blocchi del turn over e dal progressivo strutturarsi di una realtà che purtroppo sempre più confina la gestione pubblica ad un percorso di sempre più ampi outsourcing da "gestire" di fatto in via meramente burocratica.
Mortificazione sul piano pratico e professionale cui si aggiunge quella mediatica per cui la rappresentazione largamente prevalente del dipendente pubblico, a partire dalle dirigenze, è quella del fannullone incapace, assunto in via strettamente clientelare, privilegiato e prevalentemente corrotto.
Temo però che la risposta alle mie preghiere sia la sonora (e tragica) pernacchia contenuta nella cosiddetta riforma Madia della dirigenza della P.A. che mi par di capire è in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, riforma che non riconosce alcuna specifica professionalità ai dirigenti pubblici, al punto di inserirli in tre sole macrocategorie indistinte basate unicamente sull'ente "geografico" di appartenenza (dirigenti statali, regionali, locali), macrocategorie all'interno delle quali dovranno per legge cambiare incarico ogni quattro anni.
Quindi l'Ing. Acutocomeunapalla, un ingegnere clinico che da vent'anni si è specializzato (e spero abbia maturato una certa professionalità) nella nicchia della gestione delle apparecchiature elettromedicali, a breve dovrà lasciare il suo incarico e potrà essere destinato a gestire la messa in sicurezza dei movimenti franosi della fascia alpina (argomento di cui Acutocomeunapalla è fieramente ignorante e che prima era gestito dall'ing. Cazzutocomeunmasso analogamente ignorante di problematiche ospedaliere), oppure la manutenzione e l'adeguamento sismico degli stabili regionali (di cui Acutocomeunapalla sa ancor meno che che delle frane e che prima gestiva l'ing. Solidocomelacciaio), o il funzionamento dell'IT regionale (attuale responsabile? Digitalecomeunbit, ovviamente), oppure ancora l'acquisto di beni e servizi per la centrale di committenza regionale, oppure ...
Insomma, di quello che sanno realmente fare con una qualche competenza Acutocomeunapalla, Cazzutocomeunmasso, Solidocomelacciaio, ... ai nostri riformatori apparentemente non interessa affatto, in maniera così smaccata da dare l'impressione di voler avvantaggiare proprio quelli che non hanno competenze tecniche ma godono invece di incarichi di origine politica ed amicale che non le richiedono, a differenza da chi è stato assunto per concorso e magari si è fatto pure un bel po' di gavetta.
Nè sembra che ai nostri riformatori interessi garantire una qualche continuità di gestione a progetti che abbiano un orizzonte temporale superiore ai quattro anni, visto che è questa la data di scadenza che si appone sulla durata di un incarico, scelta che garantirà il caos gestionale a qualsiasi grande opera, stante il fatto che ormai, che si tratti di un ospedale o di una nuova autostrada (ma anche un banale parcheggio), tutto viene realizzato preferibilmente mediante un Project Financing di durata ultradecennale.
Non riesco ad immaginare come provvedimenti simili possano migliorare la gestione della cosa pubblica. Mi sembrano cose infantilmente buttate giù da chi non ha la minima idea di come rendere efficiente la P.A. e sia, per contro, intriso dei pregiudizi e dei luoghi comuni che cito all'inizio del post, per cui presume di aver a che fare (e di voler continuare ad aver a che fare) non con dirigenti, ma con burocrati corrotti.
Ma poichè forse sbaglio, aiutatemi un po' voi che lavorate nel settore privato: le imprese, per garantirsi efficienza, sono forse obbligate per legge a spostare i propri dirigenti di qua e di là in ruoli diversi ogni quattro anni, indipendentemente da quello che sanno fare, da come lo stanno facendo e dalla durata dei progetti che stanno portando avanti?
Ciao
Paolo
P.S. Aggiungerei che l'atteso risparmio (che si favoleggia poter giungere al miliardo) è, ovviamente, irraggiungibile: bastano due conti sul numero dei dirigenti cui la riforma si applica (tra i 15 ed i 20mila a seconda delle fonti) e sulle loro retribuzioni (il tetto per i massimi dirigenti -che peraltro non sembrerebbero toccati dalla riforma- è di 240mila euro l'anno, ma le retribuzioni dirigenziali medie nel pubblico sono inferiori alla metà di quella cifra e giungono spesso a un quarto di quella cifra) per capire che i margini non sono nemmeno lontanamente quelli.
P.S. Aggiungerei che l'atteso risparmio (che si favoleggia poter giungere al miliardo) è, ovviamente, irraggiungibile: bastano due conti sul numero dei dirigenti cui la riforma si applica (tra i 15 ed i 20mila a seconda delle fonti) e sulle loro retribuzioni (il tetto per i massimi dirigenti -che peraltro non sembrerebbero toccati dalla riforma- è di 240mila euro l'anno, ma le retribuzioni dirigenziali medie nel pubblico sono inferiori alla metà di quella cifra e giungono spesso a un quarto di quella cifra) per capire che i margini non sono nemmeno lontanamente quelli.
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