L'ossessione ci ha un po' preso la mano

Buongiorno,

sentivo l'altro giorno su Radio24 che economisti e associazioni di categoria continuano a segnalare un crescente allarme per il blocco degli appalti pubblici derivante dal nuovo codice, fortemente voluto dal Presidente dell'ANAC (Agenzia Nazionale Anti Corruzione) Raffaele Cantone, l'uomo tirato in ballo un po' ovunque in caso di problemi dal Presidente del Consiglio Renzi (1).

Tale condizione di blocco (ormai pressochè totale) rischia concretamente di incidere in maniera negativa molto pesantemente sulle possibilità di ripresa economica della nostra economia, minandola nell'immediato a causa del venir meno di un mercato comunque rilevante -e sempre più concepito ad uso e consumo delle imprese che vi partecipano-, ma anche in prospettiva, perchè gli appalti che non stanno partendo, sono almeno in parte opere, servizi ed infrastrutture destinate a servire da subito o nel prossimo futuro il nostro Paese (2) che vengono invece a mancare.

Mi permetto di dire che, per quanto ho avuto modo di sperimentare in prima persona, non sarà la promulgazione degli ancora attesi regolamenti attuativi del codice appalti richiesti dalle associazioni di categoria interessate a poter migliorare la cose, perchè non esiste regolamento attuativo che possa modificare una legge e/o prevalere sul suo contenuto, nemmeno se, come in questo caso, la legge sacrifica completamente la logica (oltre a quello che dovrebbe essere il suo primo scopo: permettere alla pubblica amministrazione di acquistare bene quanto necessario) davanti a presunti tentativi di repressione dei fenomeni corruttivi.

Vi porto un esempio: l'articolo che regola la definizione delle offerte anomale, cioè le offerte da cui tutelarsi perchè espongono appaltante ed appaltatore al rischio di aver erroneamente (o in maniera fraudolenta) fissato un prezzo troppo basso (e quindi al rischio di sfociare in fermo cantiere, fallimento, contenzioso,...).

Mentre alcuni paludati studi legali discettano (e ne hanno ben donde) sulla incomprensibilità dei criteri imposti giungendo al punto di ironizzare sostenendo che "Si dice che una scimmia ammaestrata (ma non troppo) si sia introdotta nottetempo in un ufficio del Palazzo mettendosi a battere a caso sulla tastiera di un computer. Si trattava dell’ufficio dove era conservata l’ultima versione del nuovo Codice dei contratti. Così è nato l’articolo 97, comma 2.", io mi soffermo invece sul significato e sull'utilità di un articolo che sancisce che, per evitare improbabilissimi brogli giocati sull'anomalia dell'offerta (3), la definizione della soglia che discrimina un'offerta congrua da una anomala sia affidata al caso.

Perchè avete letto bene, l'articolo, in barba alla certezza del diritto ed alla semplificazione legislativa, prevede proprio che la soglia sia definita sorteggiando un criterio tra i cinque indicati, criteri uno più astruso dell'altro e che generano cinque soglie diverse (in realtà quattro: uno dei criteri, quello palesemente digitato dalla scimmia, è privo di senso, significato e sintassi e quindi non permette di definire alcunchè) piuttosto che alla valutazione di un professionista o ad un unico criterio sensato e ben definito.

Vi pare ragionevole, serio, utile, giusto (4) e sicuro affidare al caso (o rendere impossibile) una tutela come disposto dal legislatore? A me no, e mi pare ovvio quanto poco e male meccanismi di questo tipo possano garantire la qualità del risultato, se questo vuole essere un lavoro o un servizio ben fatti e correttamente pagato.

Poco e male almeno quanto l'affidare per legge, come peraltro già da molto tempo avviene, al personale degli enti appaltatori (quelli stessi di cui si diffida al punto di impedirgli di valutare sensatamente la congruità delle offerte, oltre a rendergli spesso difficile far pesarre le valutazioni tecniche e qualitative) invece che a Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza, i controlli relativi alle auto(!)certificazioni antimafia, ai certificati penali ed alla regolarità contributiva delle ditte appaltatrici e dei loro rappresentanti, creando un mondo assurdo in cui  si è impediti dal fare quello per cui si è (o si dovrebbe essere) competenti, per fare invece quello per cui non si è titolati, garantendo per legge il massimo dell'inefficienza dei processi di acquisto della Pubblica Ammi nistrazione.
 
Ciao

Paolo

(1) sono l'unico a vedere nel rapporto istituzionale tra Renzi e Cantone delle somiglianze con quello che avevano ai loro tempi Berlusconi e Bertolaso?

(2) quell'almeno in parte è giustificato dalla mia convinzione che troppo spesso le scelte effettuate a livello politico e strategico relative alla pianificazione degli investimenti pubblici è fatta in modo da anteporre gli interessi delle aziende appaltatrici rispetto a quelli del pubblico. Per spiegarmi un po' meglio faccio un esempio: sono convinto che si sia scelto di costruire il MOSE perchè era interesse delle ditte che lo stanno realizzando, non di Venezia. Se poi il MOSE proteggerà Venezia dalle maree tanto meglio, ma non mi è sembrato certo essere questa la priorità che ha pilotato la decisione di realizzare questa grande opera.

(3) improbabilissimi perchè chi presentasse offerta anomala non è comunque escluso automaticamente, ma deve essere chiamato a giustificarla: chi volesse commettere una turbativa d'asta utilizzando questo strumento avrebbe fortunatamente in mano un'arma spuntata

(4) la vostra offerta è risultata anomala rispetto al criterio sorteggiato, ma non lo sarebbe se ne fosse stato sorteggiato un criterio diverso. Lo trovate logico, sensato e giusto? il vostro concorrente si aggiudica senza problemi la gara con una offerta che risulta congrua solo rispetto al criterio sorteggiato, ma sarebbe risultata anomala rispetto a tutti gli altri quattro (tre...). Voi che siete secondo in graduatoria non ricorrete davanti ad una simile illogicità?

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