Errori di autocritica

Buongiorno,

domenica ho avuto modo di ascoltare a spizzichi e bocconi (ero intento in attività gastronomico culinarie) parte dell'assemblea nazionale del PD trasmessa da Radio Radicale, un'assemblea di un certo peso dopo la sconfessione rimediata dal partito in capo al governo nel referendum costituzionale.

Sono rimasto prevedibilmente deluso dalla relazione del segretario Matteo Renzi, la cui assunzione di responsabilità rispetto alla sconfitta può sembrare personale, piena ed ampia ("Ho perso, anzi ho straperso"), ma rimane solo nella forma, visto che quando si passa all'analisi delle cause l'ex primo ministro, supportato anche da altri interventui, propone un mix tra:


  • errori nella comunicazione (con apici per cui i grillini su twitter mangerebbero in testa al PD: bisogna ritwettare di più, meglio  e con maggior coordinazione)
  • contesto globale di antipolitica montante (dopo Brexit e Trump...)
  • una partecipazione al voto inaspettatamente elevata (!)
Per il resto ho sentito una orgogliosa rivendicazione dei provvedimenti adottati e dei risultati ottenuti nei mille giorni di governo, sui quali non è stata fatta praticamente alcuna disanima, visto che, da un punto di vista meno acritico, nell'operato di questo governo nato da una congiura di palazzo su una maggioranza risicata ed eterogenea ma molto solida, c'era molto di perfettibile. 

Cosa che inficia moltissimo qualsiasi valenza delle promesse di apertura all'ascolto all'interno ed all'esterno del partito.

Mentre ho sentito vari interventi allineati su questa linea, mi pare che un salto di qualità nella disanima rispetto a quanto avvenuto, non so quanto onesto e quanto strumentale, sia giunto invece da parte di Franceschini (almeno mi pare fosse lui), l'unico che io abbia avuto modo di sentire (ce ne sarnno stati sicuramente anche altri, ma io dopo un po' sono passato ad altro...) a porre il problema di chi avesse abbandonato il Pd e del perchè si sentisse (o fosse stato) lasciato indietro dalle scelte politiche del PD.
 
Mi pare di capire che Franceschini ha nel PD un rilievo superiroe a quello che gli attribuirei io, per cui spero che possa essere un buon punto di partenza ma, come al solito, temo che non sia abbastanza.

Ciao

Paolo

2 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

credo che Renzi sia convinto che il 40% del Sì sia tutto suo. È a costoro che si rivolge, ritenendo - forse errando - che tutti approvino le sue politiche, ma ritenendo anche - forse errando meno - che siano persone che, di fronte all'offerta politica di oggi, lo voterebbero o per amore o per forza diciamo.

Come detto, potrebbe essere un errore, ma sembra questa la sua convinzione.

Cambiare rotta sulle politiche, significherebbe cambiare l'elettorato cui si rivolge, con una forte incertezza a mio parere: c'è una grossa parte degli elettori potenziali di Renzi che approva la sua politica, dove andrebbero costoro in caso di svolta? Che garanzie ci sono poi che gli incazzatissimi elettori di sinistra - gente che non votava nemmeno il PD di venti, dieci o cinque anni fa - si fiderebbero di un PD con Renzi che fa promesse "non renziane"?

Renzi ha idee che se non sono di destra, non sono certo quelle di un partito socialdemocratico, ma questo si sapeva sin dalle primarie di anni fa. Ne è orgoglioso e le rivendica. Finché c'è Renzi, questo è il PD e l'elettorato a cui si rivolge non è lo stesso di prima.
Credo sia il resto del PD che - se ne ha la forza - debba provare a modificare la linea. Se questa forza non c'è, chiediamoci il perché. Quando e se ci saranno le primarie, potremo provare a modificare la situazione in prima persona.

Come un disco rotto torno a ripetere che è un errore credere oggi in una rilevanza elettorale della sinistra nel Paese (e forse anche dentro il PD), ed è un errore enorme credere che il 60% di NO sia attribuibile in larga parte alla sinistra.
Il No è prima di Grillo e dei suoi eversori, poi di Salvini e dei suoi fascioleghisti, non è di Bersani o D'Alema.

Saluti

T.

PS: la "disanima" è una fatality di mortal kombat?

PaoloVE ha detto...

@T.:

tutto condivisibile, compresa l'irrilevanza elettorale della sinistra, cheha forse un potenziale elettorato significativo (di questo sono convinto), ma non riesce ad aggregarsi attorno ad un progetto solido e credibile.

Quanto a "disanima" è la prova che non si finisce mai di imparare. Spero provare che si può invece finir di sbagliare :-)

Ciao

Paolo