Personaggi pubblici, personaggi estremi, informazione: Fidel Castro

Buongiorno,

la morte dell'ormai novantenne ex comandante di Cuba Fidel Castro ha portato i giornali a parlare della sua parabola storica e politica, senza peraltro che in giro si vedesse alcunchè di simile ad una valutazione dei pro e dei contro del suo operato.

Da un lato vi è chi in Castro vede solo il rivoluzionario e romantico liberatore dall'oppressione di una dittatura fascistoide e corrotta, dall'altro chi vede solo il dittatore comunista che reprime i diritti civili degli oppositori e frena lo sviluppo economico del suo popolo. 

E nessuno dalle pagine dei giornali sembra voler vedere quanto sta nel mezzo, quanto cioè porta ad una valutazione meno estrema ma probabilmente più realistica, partendo da contesto, storia, vincoli e condizionamenti esterni. 

Nella seconda metà del novecento l'intera America Latina ed i Caraibi sono state terre in cui le dittature hanno governato pressochè la totalità degli Stati, spesso con casi di ferocia raccapricciante: Cuba non ha fatto eccezione. E' stata probabilmente una dittatura meno cruenta e più popolare di altre ma ha anacronisticamente protratto i suoi cupi metodi sino a tempi in cui gli altri dittatori dell'area, volenti o nolenti, avevano passato la mano a regimi più liberali.

E questa scelta politica è stata tratta e confermata nel tempo dai fratelli Castro, ma, per lungo periodo, mi pare si possa dire che sia anche stata in qualche modo facilitata (se non forzata) da un vicino ingombrante che non nascondeva le proprie velleità di tornare ad estendere anche su Cuba il proprio potere (1), anche rovesciando il regime.

Che Cuba non sia un'isola dall'economia fiorente è un dato di fatto, ma è complesso distinguere sia quale portata abbiano avuto cause concorrenti diverse quali il fallimento del modello economico pianificato e collettivista (scelta ovviamente riconducibile a Castro), il regime di sanzioni economiche imposte dagli USA ed il crollo delle economie degli Stati che sino all'ultimo decennio del secolo scorso, erano i primi partner commerciali di Cuba (fattori quindi in buona parte esterni).

Infine, a ulteriore smentita di una reale possibilità di accettare un giudizio "manicheo", pur nei limiti di una economia asfittica, Cuba sembrerebbe essere riuscita a garantire un livello di servizi pubblici (sicurezza, sanità, scuola,...) ed un contrasto alle forme più estreme di povertà i cui risultati sembrerebbero migliori della maggior parte di quelli degli altri Stati dell'area.

Per chiudere, fermo restando che con lui è morto uno degli ultimi simboli di un'epoca di contrasti tra politiche forti, banalmente e contrariamente a quanto mi è capitato di leggere in questi giorni, credo che la figura di Castro ed i suo valore storico sfuggano all'incredibile semplicismo con cui è stato incasellato tra gli eroi romantici dagli uni e tra i dittatori più feroci dagli altri.

Ma il post, contrariamente a quanto potrebe sembrare, non vuol trattare di Castro e non finisce qui: appuntamento a domani.

Ciao (anzi, visto il tema Hasta siempre)

Paolo

(1) mi permetterei di aggiungere che, vista la ferocia dei regimi sostenuti in quei tempi dagli USA in America Latina, possiamo escludere che l'interesse principale degli Stati Uniti fosse quello di portare democrazia e diritti sull'isola. Interessava piuttosto rovesciare uno Stato comunista troppo vicino e ripristinare gl interessi ed i privilegi delle aziende statunitensi, anche con mezzi spicciativi.

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