Lo stallo

Buongiorno,

Stallo
negli scacchi lo stallo è una condizione che termina la partita senza vincitori per l'impossibilità di uno dei due giocatori di muovere. Nell'immagine a fianco vedete una forma di stallo: il bianco, nel tentativo di promuovere il proprio Pedone mantenendolo difeso con il Re, si porta ingenuamente in una posizione che impedisce al Nero qualsiasi possibilità di movimento, ma che non lo minaccia direttamente. La partita, che era giunta ad un esito segnato, termina senza vincitori.

Patta.

Indipendentemente dal fatto di Essere il Bianco o il Nero, nessuno scacchista apprezzerà questo finale, perchè porta ad risultato immeritato. Niente stretta di mano finale, niente "Bella partita" e complimenti reciproci a denti stretti.


E lo stallo è una bella metafora per rappresentare la situazione politica italiana, contraddistinta da un immobilismo mortale per il Paese.

Gianfranco Fini, Futurista
L'opposizione non ha i numeri per riuscire da sola a rovesciare il governo in carica. Personalmente ritengo che l'opposizione non ne abbia nemmeno voglia, temendo la prospettiva di dover assumere il governo in una situazioe economica disastrosa, nella quale sarebbe costretta a prendere delle decisioni estremamente impopolari. Infatti secondo me non è un caso che il maggior rischio per la maggioranza sia giunto per iniziativa non dell'opposizione, ma di una sua frangia interna, il cui dissenso ha probabilmente avuto origine anche dal timore di dover rispondere in prima persona di una incapacità di governo già ampiamente evidente anche al più cieco dei sostenitori.

La sacra triade dei Responsabili
Molti politici, specialmente tra quelli di secondo o terzo piano, indipendentemente dal fatto di essere della maggioranza o dell'opposizione, in questa situazione di fortissimo rigetto contro la politica, hanno il timore se non la certezza di non essere rieletti e, in caso di termine anticipato della legislatura, anche di veder sfumare lauti stipendi e vitalizi. Quindi non bisogna aspettarsi che dai nostri parlamentari possano giungere significative iniziative ad indebolire la maggioranza, a discapito dei loro interessi personali. Anzi, gli esempi offerti dai cosiddetti Responsabili dimostrano che mai come ora è facile e remunerativo percorrere il percorso inverso.

Quindi l'opposizione non sembra avere chances di riuscire a sfiduciare Berlusconi. Da un punto di vista scacchistico non vi è un giocatore in grado di sconfiggere l'altro con uno scacco matto.

Per contro Silvio Berlusconi, pur constatando che restare attaccato alla poltrona in questa contingenza non fa altro che ridurre la sua base elettorale in vista delle prossime elezioni, ritiene probabilmente che la fine della legislatura coinciderebbe con un suo indebolimento nei processi giudiziari che lo vedono indagato, non foss'altro che per il fatto di non poter più tentare un aggiramento della legge con provvedimenti ad hoc.

Umberto Bossi, secessionista di ritorno
Nè la Lega, che ha vissuto nell'illusione di portare a casa il risultato di un decentramento dei poteri a suo vantaggio, può pensare di smarcarsi così in fretta dall'appoggio incondizionato dato sinora al governo.

Il che è la morte di ogni speranza di vedere dimissioni o defezioni, come ormai richiedono in moltissimi, anche al di fuori dell'ambito politico. Sempre seguendo il paragone scacchistico non vi è la reale possibilità che un giocatore abbandoni, abbattendo il Re.

Il che porta allo stallo attuale con il premier più squalificato e meno credibile degli ultimi centocinquant'anni che però non cade.

A differenza che negli scacchi, però, non ci sono solo i due schieramenti opposti e giocare la partita. 

Napolitano, l'arbitro
Il sistema politico italiano ci concede un'ultima speranza nella figura dell'arbitro, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il cui ruolo potrebbe essere cruciale nella gestione di questa crisi. Perchè potrebbe essere l'elemento che, in presenza di un appiglio formale, sblocca una situazione dannosa per il Paese, magari promuovendo un governo del Presidente di tecnici e di salvezza nazionale. 

Ma l'appiglio formale, pur in presenza di un governo evidenemente incapace di perseguire il bene del nostro Stato e malgrado la situazione di emergenza, è indispensabile per il clima politico avvelenato creatosi negli ultimi lustri nel nostro Paese, in cui esistono parlamentari in grado di parlare di sospensione della democrazia se il Premier viene chiamato a deporre come testimone in indagini che lo riguardano. 

Immaginatevi un po' cosa potrebbe succedere in Italia in caso di una decadenza imposta a valle di una situazione meno che limpida.

Ciao

Paolo

7 commenti:

PaoloVE ha detto...

OT:

vi segnalo l'articolo di civati su il post ( http://www.ilpost.it/pippocivati/2011/09/19/il-solito-grande-equivoco ) che, sorprendentemente, condivido.

Non sarà altrettanto visibile di Renzi, ma è capace di fare qualche proposta.

Ciao

Paolo.

Clem ha detto...

Cominciano ad apparire i riferimenti a un qualche deus ex machina un po' ovunque. Vabbè, la storia si ripeterà? Preparo gli stivaloni e la pelata finta per mescolarmi alla folla osannante?

PaoloVE ha detto...

@ Clem:

purtroppo l'impressione è veramente di essere in una situazione di fallimento della democrazia. (fallimento peraltro a ben vedere molto ben pilotato, sinora). Il che rende ipotizzabile, anche se non sommamente auspicabile, l'intervento del deus ex machina.

Nella progettazione di un dispositivo si opera con la logica del primo guasto: il dispositivo deve essere realizzato in modo da rimanere sicuro in caso si verifichi un guasto prevedibile.

Nella democrazia il dispositivo di sicurezza rispetto al primo guasto (l'incapacità della maggioranza) è la possibilità che le subentri l'opposizione. Ma nel nostro caso si è guastata anche quella...

Ciao

Paolo

F®Ømß°£ ha detto...

Non è bene e non può finire bene.

T. l'ottimista

Michele R. ha detto...

"L'opposizione non ha i numeri per riuscire da sola a rovesciare il governo in carica. Personalmente ritengo che l'opposizione non ne abbia nemmeno voglia"

Ho visto il tuo intervento sul blog NUCS che descriveva bene questa situazione.

Sai che sono d'accordissimo con te con un governo tecnico che dovrebbe lavorare per la gestione dell'ordinario. Contemporaneamente occorrerebbe un parlamento capace di varare le riforme necessarie, ma il problema è che sarebbe meglio non farlo non gli stessi squalificati parlamentari di oggi.

PaoloVE ha detto...

@ michele:

allora eleggiamo con questa legge chi la riscriverà? Comunque da qualche parte ci si inceppa, a meno di passare attraverso strade meno democratiche...

Ciao

Paolo

Michele R. ha detto...

Caro Paolo,

perfettamente d'accordo con la tua osservazione alla quale ne pongo un'altra: Secondo te, nel caso questi qua decidessero di Ri-mettere mano alla legge elettorale, che cosa combineranno?

Dal mio punto di vista un altro arrosto teso a salvaguardare le loro poltrone. Non ci metteranno mai dentro ad esempio il numero massimo di mandati, o la non candidabilità per coloro che hanno procedimenti penali in pendenti o per chi ha avuto condanne penali.

Mi rendo conto che sperare in un sussulto di decenza da parte dei nostri rappresentanti, nell'interesse del paese, è una cosa impossibile. Mi spiace dirlo brutalmente ma credo che l'unica (purtroppo) alternativa valida comincio a credere che sia l'uso della forza. E poi siamo sicuri che messi come siamo che questa sia democrazia?

D'accordo mi ribatterai che nessuna forma di governo è perfetta, ma qui stiamo parlando di un governo che a dicembre al voto di fiducia non è caduto perché alcuni deputati in qualche modo sono stati comprati con delle promesse. Abbiamo un PDC che ha chiamato ripetutamente un pappone spacciatore, è così fuori di cervello che non si presta nemmeno ad ascoltare i consigli del proprio avvocato e parlamentare. Credo che bastino queste poche note per sottolineare la corruzione - non c'è bisogno di scomodare il caso Penati - raggiunta dalla classe politica, per cui visti i livelli raggiunti, soprattutto da chi copre le più importanti istituzioni del paese, possiamo ancora parlare di democrazia?

E si avrebbe pure la pretesa che questi riscrivano la legge elettorale...