Il dilemma del prigioniero

Buongiorno,

l'avvitamento sempre peggiore della crisi europea, giunta a coinvolgere pesantemente anche gli Stati che, come la Francia e la Germania, a torto o a ragione erano considerati sostanzialmente immuni da rischi ha un motivo importante, tra i tanti, nella mancanza di una politica europea comune (o quanto meno condivisa), cosa che sta impedendo agli Stati di agire in maniera coordinata ed unitaria contro un nemico comune.

Perciò, in assenza di un vero governo europeo, gli stati hanno dovuto operare delle scelte indipendentemente Paese per Paese.



E, venendo a mancare la fiducia reciproca, succede che la Germania, ritenendo a buona ragione di non potersi fidare della correttezza della gestione finanziaria greca, ha ritardato troppo un intervento che, se effettuato tempestivamente, avrebbe quanto meno fatto guadagnare molto tempo contro il precipitare della crisi.

Contemporaneamente la Grecia, temendo a buona ragione di diventare sostanzialmente un protettorato tedesco, ha ritardato troppo l'adozione di riforme sociali inevitabili che le avrebbero riaperto il credito ed allontanato il default.

Intanto l'Italia, temendo un tracollo elettorale ha negato troppo a lungo la realtà, rientrando nel poco raccomandabile club dei PiIGS.

La Francia, invece, soggiogata dalla propria grandeur, non ha risolto il nodo del suo fragile sistema bancario, e adesso vede anche lei salire gli spread.

Il risultato delle scelte dei vari Stati, probabilmente sempre le più ragionevoli in assenza di fiducia reciproca, ha così portato già adesso a tutti gli attori un danno evitabile probabilmente superiore ai sacrifici che sarebbero stati necessari in caso di collaborazione.

A qualcuno potrebbe venire il sospetto che in qualche modo si tratti i un caso pratico e reale di un dilemma del prigioniero a più giocatori come qui spiegato.

In realtà non è così: nel dilemma del prigioniero il presupposto è che i giocatori debbano decidere alla cieca, senza conoscere le decisioni dell'altro. Condizione che nella realtà è molto attenuata ed ulteriormente rimuovibile. Il che significa che i giocatori reali della partita europea sono purtroppo stati pessimi, perchè i due prigionieri, quando possono accordarsi, lo fanno e la sfangano.

Ciao

Paolo


6 commenti:

Michele R. ha detto...

A proposito ho trovato interessante il commento che ho ascoltato [disponibile nelle prossime ore] casualmente stamane su radio Capital.

Posso in parte capire l'atteggiamento della Merkel ma ogni paese europeo ha le sue più o meno gravi colpe. la situazione potrebbe essere sfruttata sfruttata per dare una accelerazione verso l''unita politica europea. Il problema è che non ci sono in giro per l'europa degli Statisti, ma solo dei politicanti e tecnocrati. A vederla così non ci sono altre alternative pena la distruzione dell'euro con tutte le gravi conseguenze sulla già pesante situazione dell'economia europea.

NB Casomai qualcuno pensasse di criticarmi a proposito dell'unità politica in quanto la maggioranza degli europei non la vuole, cito le parole di De Gasperi che ultimamente sono tornate di moda:
"La differenza tra un politico ed uno statista sta nel fatto che il politico pensa alle prossime elezioni lo statista alle prossime generazioni."

PaoloVE ha detto...

@ MR:

purtroppo temo sia vero: non solo non è emersa nessuna personalità politica in grado di esprimere un riferimento europeo, ma nemmeno da parte dei vari Stati la disponibilità a fare un passo indietro, nell'interesse comune.

Saremo pieni di numeri uno in staterelli di straccioni, invece che di numeri due in Stati di persone benestanti.

Ciao

Paolo

x ha detto...

I latini dicevano:
"nec tecum nec sine te vivere possum: non posso vivere né con te né senza di te".
Questa è la triste situazione che investe tutta l'aerea euro e che ha portato qualcuno a ipotizzare di lasciare la moneta unica per fronteggiare il crac. Ma giova ricordare che,
in base ai trattati non è possibile uscire dall'Unione monetaria senza uscire dall'Unione europea - senza uscire dunque dal Mercato Unico e quindi rinunciare alla politica agricola comune e soprttutto far a meno dei fondi di sostegno.
Ma chi vorrebbe uscire anche dall'Unione europea? E' difficile concepire una simile rivoluzione. Un'uscita solo dall'euro sarebbe politicamente concepibile solo se vi fosse l'unanimità di tutti i paesi dell'Unione. Quanto alla convenienza: a chi converrebbe? Alla Germania?
Se un paese uscisse dall'euro che farebbe? Svaluterebbe immediatamente la sua valuta. La Germania quindi con la fine della moneta unica si troverebbe con un marco fortemente rivalutato verso tutti gli altri. In realtà la Germania a trazione Merkel, che oggi tanto protesta, ha tratto una notevole convenienza dal fatto che gli altri, meno disciplinati, hanno avuto un maggiore aumento del costo unitario del lavoro e dei prezzi. E se, ammesso e non concesso che fosse possibile senza sfasciare l'Unione europea, fosse proprio la Germania ad uscire da sola dalla fragile Unione monetaria?

(riflessioni da un'intervista de l'Espresso all'economista Spaventa ex-ministro del Bilancio nel governo Ciampi)

Pale ha detto...

Un applauso in piedi per il contributo multimediale e per l'analisi della situazione. Il dilemma del prigioniero e' un ottimo punto di partenza per l'analisi attuale, tenendo conto che potremmo fare enormi passi avanti se solo potessimo accorpare ed unificare le varie politiche europee...
Pale

Pale ha detto...

Se la Germania, l'Austria e qualche altro paese uscissero dall'Euro, le loro valute non si svaluterebbero, anzi! Giannino ne ha parlato un numero di volte e forse sarebbe meglio che fare uscire i deboli dall'euro.
E' la strada da seguire? Non credo, perche' non risolverebeb comunque il problema fondamentale di non avere un'Europa politica unita.

Michele R. ha detto...

E' disponibile il podcast che avevo segnalato stamane per coloro che fossero curiosi di sapere che dice...