Il rischio del Silvio di lotta e di governo

Buongiorno,

Zapatero e Silvio: sconfitte parallele?
in Spagna il partito socialista, apparentemente troppo occupato a modificare la struttura sociale in senso laico (almeno così ci è stato raccontato il suo operato qui in Italia), non ha dedicato sufficienti energie a fronteggiare la bolla immobiliare e la crisi economica ed è stato conseguentemente sconfitto alle elezioni nella maniera più rotonda ed avvilente, malgrado le dimissioni del suo  ex leader Zapatero.

In Italia la situazione poteva per certi versi assomigliare a quella spagnola. Ovviamente da noi il focus dell'attività politica non poteva essere certo la laicità dello Stato -non sia mai!-, ma, fatti i dovuti distinguo, la completa focalizzazione sugli interessi del precedente Presidente del Consiglio, ha comunque portato ad una incapacità e mancanza di volontà di affrontare la crisi analoghe -e probabilmente anche peggiori, se vogliamo dare peso agli spread sui titoli di Stato-.

Differenti sono invece i meccanismi che hanno portato alla sostituzione dei governi.

Mariano Rajoy
Da un lato Zapatero, accettando di pagare il conto, da mesi aveva dato le dimissioni favorendo il passaggio attraverso le elezioni, elezioni che hanno portato ad un parlamento in cui un partito (i Popolari di Rajoy) ha una maggioranza molto ampia ed un programma di rilancio economico chiaro, situazione ideale per poter  affrontare i problemi con determinazione ed energia, anche quando si imponessero sacrifici agli elettori.

Dall'altro lato, in Italia, Berlusconi ha lasciato che il tempo erodesse il suo consenso non solo tra gli elettori (come hanno confermato la maggior parte delle recenti elezioni amministrative), ma anche tra i parlamentari, risultandone di fatto, sfiduciato.

Questa situazione, a differenza di quanto avvenuto in Spagna, ha aperto una crisi che sarebbe stata al buio se, giustamente e molto abilmente, il Presidente della Repubblica non l'avesse gestita attraverso la costituzione di un governo di tecnici molto qualificati che, benchè non legittimato dai voti degli elettori, è stato ratificato dalla fiducia quasi plebiscitaria accordatagli dalle due Camere, allo scopo di non lasciare l'Italia in condizioni di estrema debolezza politica e con solo un governo per l'ordinaria amministrazione sino a primavera.

Nostro Signore Mario Monti
Questa soluzione presenta alcune incognite e debolezze rispetto alla soluzione iberica: l'appoggio al governo Monti resterà plebiscitario sinchè (e avverà a brevissimo) non cominceranno a vedersi i sacrifici. Poi cominceranno i distinguo, ed un fortissimo incentivo ai distinguo lo avrà chi ha tutto l'interesse di parte a far passare il messaggio che la situazione in cui versiamo non fosse gestibile dal nostro Stato.

Per dirla con tutta franchezza temo che Silvio Berlusconi abbia interesse a far sì che Monti si faccia carico di imporre i sacrifici, mantenendolo però in posizione di debolezza sino alla scadenza della legislatura, attuando una politica analoga a quella condotta dalla Lega, per l'appunto quella cosiddetta "di lotta e di governo", in modo da guadagnare tempo per preparare la campagna elettorale, da potersi ripresentare alle prossime elezioni con una verginità politica ricreata dall'evidenza che nemmeno il governo dei tecnici, tanto ampiamente appoggiato, è riuscito a fare miracoli e con l'immagine di chi ha difeso dal vampiro proveniente dalle banche i capitali degli elettori.

Un primo esempio c'è già stato in questi giorni, quando SB si è espresso a favore di misure che, diverse nella forma, sono nella sostanza quelle che lui stesso aveva pomposamente combattuto, oltre che dai contrastanti segnali provenienti dagli house organs di cui abbiamo parlato ieri.

E' un timore che probabilmente non avrei, se non avessi a che fare con un politico che ha troppo spesso (per non dire esclusivamente) anteposto i propri interessi a quelli del Paese, in una confusione di ruoli vergognosa.

Ciao

Paolo
 L'etat c'est moi!

3 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buongiorno,

non ho dubbi che B attuerà la strategia che Paolo ben descrive. I segnali ci sono tutti.

E ho pochi dubbi anche che, con la consueta memoria corta, saranno molti a dare fiducia alle sue favole o a quelle dei suoi indegni eredi politici.

Il tutto a patto che la crisi europea non ci spazzi via.

Saluti

T.

MS ha detto...

Io non sono cosi' pessimista per la crisi europea, almeno non cosi' come Tommaso. :-.)
Sono invece pessimista per la memoria degli italiani.
In altre parole, oggi il delta tra sinistra e destra lo considero un picco che ha gia' raggiunto il massimo, e torneremo ad un delta ordinario tra qualche settimana, bene che vada di qualche mese.

Saluti,
MS

x ha detto...

"l'appoggio al governo Monti resterà plebiscitario sinchè (e avverà a brevissimo) non cominceranno a vedersi i sacrifici. Poi cominceranno i distinguo..."

Concordo che la risoluzione del problema spagnolo sia stata preferibile rispetto alla nostra e piu' tranchant per segnare davvero uno spartiacque tra il prima e il dopo.

Ma considerato che entro aprile del prossimo anno, come sappiamo, saranno da rinnovare 200 mld di BTP, credo che non ci saranno grossi smottamenti, pena il ritrovarci di nuovo i commissari UE alla porta.

Silvio Bananoni di certo si ripresenta nel 2013 e in questo periodo si farà tutti i tagliandi di manutenzione necessari, attraverso i soliti lifting e trapianti cosi come riorganizzando il partito e magari trovandogli un nuovo nome vincente.

Tanto sa che MM è fuori dai giochi..... ma credo che dovrà fare i conti con il partito di Forza Passera!