Il piede in fallo

Buongiorno,

circa un anno e mezzo fa avevo l'onore di verdermi pubblicare su un bellissimo blog (mannaggia a chi l'ha chiuso :-) ) un post dal titolo Danzando sul ciglio del burrone.

Da allora alcune cose sono cambiate: nel club dei paesi a rischio si è rituffata con entusiasmo l'Italia, mentre la Spagna se ne è almeno in parte sfilata.

Da allora, purtroppo, nessun reale nodo è stato sciolto: il nostro governo è stato colpevolmente  troppo impegnato nel negare la crisi e nel garantirsi la sopravvivenza nell'immediato per avere forze e risorse per farsi promotore o sostenitore di una qualsiasi via (ed il risanamento dei nostri conti pubblici sarebbe statoa una leva non da poco) che potesse ridurre i rischi e l'impatto della crisi.

Ieri, complice marginalmente la riduzione dei volumi scambiati prevedibile a fronte della festività del 1 novembre, abbiamo messo un piede in fallo e le borse sono crollate. I tassi di interesse dei titoli di Stato italiani hanno oltrepassato il 7%, valore considerato insostenibile, visto che comporta l'esorso per interessi di oltre 130 miliardi di euro. 

Molti politici europei hanno convocato consigli dei ministri straordinari, il nostro no. 

Restiamo attaccati all'idea che gli altri Stati europei ci debbano salvare per salvare un Euro di cui siamo divenuti l'anello debole (è quello che chiedevamo con la nostra unica proposta, gli eurobond). 

E non abbiamo intenzione di fare nulla che non ci sia fermamente imposto da fuori, talvolta nemmeno quello e comunque solo tardivamente.

Auguri!

Ciao

Paolo
Oltre il ciglio del baratro

4 commenti:

Pale ha detto...

Quello del burrone e' il post piu' riuscito in generale (fra i tanti belli che hai scritto).

E' proprio questa attitudine del "tirare a campare" che ci rende poco credibili. E questa abitudine non si cambia con una letterina alla UE, am con delle decisioni dolorose e dei fatti, che non sono ancora giunte e che credo non arriveranno mai con questo governo di inetti (e probabilmente neanche con un governo politico guidato dall'attuale opposizione).

renzo ha detto...

Concordo con Pale sul riuscitissimo post del burrone.
Io credo che l'unica soluzione che potrebbe avere qualche speranza sia un governo tecnico guidato appunto da tecnici (vedi Monti), in grado di prendere decisioni serie, rapide e anche impopolari e lasciando quindi la politica (per quanto possibile) al di fuori.

Michele R. ha detto...

A leggerlo oggi, altro che le previsioni del cetriolo globale di Tvemonti...

W Paolo ministro dell'economia!

Cristina ha detto...

Noi italiani sempre più sembriamo tanti topolini incantati come quelli della fiaba dei fratelli Grimm "Il pifferaio magico di Hamelin": il baratro è vicino!
Ma davvero la gente è così ammaliata o così rassegnata da accettare passivamente questo destino? Io penso di no, intorno a me vedo sempre più dissenso e malessere...
Come bene dicono Renzo e Pale non possiamo più permetterci di "tirare a campare", servirebbe un governo forte che dia risposte per la crescita, che attui riforme strutturali, che soprattutto non colpisca chi è già, e duramente, colpito dalla crisi...
Ma il tempo passa, il governo non agisce ed io mi sento sempre più in bilico!!!!