L'albero delle mele (marce)

Buongiorno,

se ieri mi rallegravo almeno un po' del fatto che i principali partiti che parteciperanno alle prossime elezioni siano stati più o meno costretti a eliminare dalle liste elettorali almeno il grosso dei candidati che avevano significative pendenze con la giustizia, oggi vorrei invece entrare nel merito di quei candidati che hanno trovato invece posto nelle liste in virtù per motivi che vanno al di là dei loro meriti politici e/o amministrativi.

Perchè di questi, purtroppo, le liste sono piuttosto ricche e la loro presenza rappresenta un potenziale problema tutt'altro che rassicurante, oltre che un potenziale richiamo di immagine.

Insomma una accresciuta sensibilità alla legalità ha dato una scossa che ha fatto cadere le mele più marce dell'albero della cattiva politica, ma molti frutti, quelli un po' meno corrotti ma altrettanto immangiabili, sono rimasti appesi ai rami, a destra e a sinistra (anche se qui le primarie del PD hanno un po' ridotto il fenomeno).

E l'elenco di personaggi  che si inquadrano in questo contesto è vasto e variegato: si va dai politici candidati "per gratitudine" stile Razzi e Scilipoti, alle sovrarappresentate categorie di famosi e famosetti come quella di attori / attirici / soubrette (mi pare di aver capito che è stata confermata la candidatura di cui avevo già accennato), a quella dei ladri d'ossigeno che tanto ci piacciono (da Minzolini a Ruotolo passando per Sechi), a quella dei volti noti dello sport (dalla Vezzali a Ulivieri passando per Josefa Idem -che merita un distinguo per la precedente attività politica svolta-), a quella degli avvocati da talk show (Da Ghedini a Paniz passando per Taormina), a quella dei magistrati (Ingroia ultimo celebre acquisto della categoria), ai medici, ai docenti universitari di nome, ...

Cosa comporta avere delle categorie di professioni non "tecniche" della politica e dell'amministrazione sovrarappresentate in parlamento?
  • una rappresentanza sbilanciata verso gli interessi di categorie minoritarie (che si traduce in una minore attenzione per i problemi della collettività)
  • l'apertura di un canale preferenziale in parlamento per le lobby dalla cui area professionale vengono i candidati (che si traduce in una riduzione dei margini per operare riforme)
  • la maggior propensione degli eletti senza merito ad ubbidire agli ordini del pertito che gli garantisce la poltrona (che si traduce in una maggior distanza tra eletti ed elettori)
  • una minore qualità in senso generale dell'attività legislativa (che si traduce in un quadro normativo inadeguato alla normale vita civile)
 Insomma, se le teste di un po' di incandidabili sono cadute, rimane molto elevato il rischio (se non la certezza) che nel prossimo parlamento vi saranno molte "teste di legno" dei partiti intesi come espressione più becera di potere e di lobby di varia natura, con l'ovvia conseguenza di risultati di scarsa qualità. 
 
E su questo la sensibilità dell'elettorato temo non sia ancora sufficientemente alta: pretendere che i candidati siano onesti non implica che siano competenti e capaci di governare, purtroppo.

Ciao

Paolo

2 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

mi trovi molto d'accordo sul lato oscuro della presenza di quella che passa per "società civile" nel gergo di questi giorni.

La longa manus delle lobby, l'obbedienza al partito, ma anche spesso la totale non competenza politica.

Purtroppo la perniciosa influenza dei media fa sì che l'uomo del bar provi un tale disgusto per il concetto di "politico" per cui se in Parlamento ci va un De Falco, una Vezzali o un Ruotolo per lui sia comunque meglio.

Che un Parlamento di soli politici di professione non sia il meglio che possiamo sperare, non lo metto certo in dubbio. Tuttavia l'eccesso opposto, un'assemblea di difensori di interessi particolari e di assoluti incompetenti per quanto di buona volontà, a me pare persino peggio.

L'ideale sarebbe un equilibrio tra esperienza, conoscenza della società civile e buona volontà. L'onestà è un prerequisito che andrebbe dato per scontato, almeno in teoria.

Ultima nota: non si può far passare come trascurabile la grossa differenza tra il PD e gli altri partiti.

Sono state fatte delle vere primarie e gli impresentabili sono stati scartati per un regolamento interno più stringente della legge.

Per il PDL, basta leggere http://goo.gl/wfOZS.
Monti ci vuole propinare la Vezzali e De Falco, nel trionfo della peggior demagogia.
Il partito dei magistrati narcisi ci propone l'insopportabile Ingroia, e l'accoppiata De Magistris-Di Pietro*.

La differenza c'è, a mio parere. Anche se cercano di farti vergognare a dirlo.

Saluti

Tommaso

*Mi chiedo, in vent'anni cosa ha portato alla politica italiana Di Pietro? De Gregorio, Razzi e Scilipoti. Poi?

Michele R. ha detto...

@Paolo
Quegli articoli che ti ho inviati da "le scienze" cercavano di analizzare cosa succede se in luogo delle elezioni si estraessero a sorte una parte dei parlamentari tra tutti i cittadini. A me l'idea non dispiacerebbe...