Le confuse risposte dei test INVALSI

Buongiorno,

Autovalutato, ma dall'INVALSI.

Nei giorni scorsi il mondo della scuola è stato attraversato da una serie di polemiche relative all'effettuazione dei test INVALSI, che, sottoposti a tutte le scuole d'Italia, dovrebbero essere lo strumento principe che dovrebbe permettere al ministero di valutare la qualità dell'insegnamento e di accordare un giorno, forse, quando vi saranno fondi per poterlo fare (non ridete, per favore!), degli incentivi agli insegnanti maggiormente meritevoli. Ecco, lo sapevo che ridevate!

Le spostiamo il ministero a Reggio Calabria?
Che una parte delle polemiche fossero legate alla scarsa abitudine dei docenti ad essere valutati è molto probabile ed altrettanto riprovevole, però, da quanto ho capito, sull'adeguatezza dello strumento esistono fondati motivi di perplessità, cosa che non mi può meravigliare, visto il popò di professionalità che il ministero della Pubblica Istruzione si ritrova al vertice.

Da quanto ho potuto capire la valutazione avviene in questo modo:

  • a tutti gli studenti viene sottoposto lo stesso insieme di domande a risposta multipla;
  • ai loro insegnanti viene data la griglia di risposte corrette ed una scheda (semi) disgiunta per acquisire le condizioni sociali in cui vive lo studente (cosa anche questa contestata per motivi di privacy);
  • una volta che gli studenti hanno risposto i loro insegnanti correggono i test e trasmettono i risultati della correzione all'ente.
Sempre da quanto ho capito vengono trasmessi solo i risultati e non i test, che rimangono alla scuola (che, mi pare di aver capito, non ha nemmeno l'obbligo della loro conservazione).

Dov'è che questo processo non funziona?

Cambia se è di Udine o di Catania?

Non per il fatto che a tutti venga sottoposto lo stesso test, come alcuni vorrebbero: se voglio avere informazioni sul livello di conoscenza acquisito le condizioni al contorno poco importano: uno studente è preparato o meno indipendentemente dal fatto che abiti in centro a Bolzano o a Scampia. E aver richiesto informazioni sull'estrazione sociale degli studenti permetterebbe anche di contestualizzare i loro risultati.

Il fatto è che anche gli insegnanti sono valutati in questo test, non solo gli studenti, ed anzi dagli esiti, come dicevo, potrebbero dipendere i loro incentivi, che sarebbero destinati a chi ottiene i risultati migliori.

Immaginiamo che io sia un insegnante piuttosto avido e privo di scrupoli: cosa mi impedisce di "migliorare" i risultati della mia classe (aumentando il mio merito) segnando come correte anche le risposte sbagliate?

In sintesi il test Invalsi fornisce agli insegnanti i mezzi per autovalutarsi e le chiavi per farlo in maniera infedele, autopremiandosi ove lo vogliano e vi siano le risorse per farlo: crea in sintesi movente ed arma per il delitto e rischia in questo modo di inficiare i dati che potrebbero essere utilizzati per una analisi dei problemi e dei correttivi. Vi pare serio? Vi pare uno strumento efficiente?

Aggiungete il fatto che agli insegnanti sono state fornite griglie di riferimento con risposte sbagliate e ammetterete, spero, che chi si lamenta, in fondo, qualche ragione ce l'ha.

Ciao

Paolo
 
Esami, sempre esami

1 commento:

francesco.caroselli ha detto...

Scusate ma sulle prove Invalsi ho veramente poco da dire...
beh per non lasciare questo post senza commenti almeno ci metto un link interessante...
(eolico marino galleggiante, una valida prospettiva? Considerando anche la canteriestica che implicherebbe per fincantiere....
occhio che è di rainews)
http://www.youtube.com/watch?v=q2nxpoxPSOw