Buongiorno,
per la conclusione del filone proposto da Tommaso dovrete aspettare ancora un po', purtroppo per voi, perchè oggi riprendo e porto avanti il precedente post della mia serie sul sistema elettorale, sperando di non tediarvi troppo.
Ehi! Sveglia! :-)
Ehi! Sveglia! :-)
Dunque, avevo buttato giù cinque punti: Rappresentatività, Governabilità, Rinnovamento, Trasparenza, Tutele.
A cosa portano queste esigenze, secondo me? (1)
A cosa portano queste esigenze, secondo me? (1)
Poco da fare: se voglio che il risultato delle elezioni permetta di rappresentare al meglio il popolo devo buttarmi sul proporzionale
puro. Peccato che ciò abbia il difetto di produrre un parlamento che ha
intrisecamente dei grossi limiti nella sua capacità di legiferare: di
fatto trasforma ogni eletto in un potenziale partito. E fare una
alleanza che porti ad una maggioranza di governo diventa difficile.
Quindi credo che si debba derogare alla purezza del proporzionale. Come?
Mo' ve lo dico.
2) Governabilità
Come dicevo, possiamo favorirla derogando alla purezza del proporzionale. Dal mio punto di vista si dovrebbe introdurre una soglia sbarramento. Diciamo al 5-6%?
In questo modo (da preferire secondo me a forme premiali in quanto
altera meno i rapporti di forza tra aree politiche in parlamento ed è
quindi più soddisfacente rispetto al punto 1) possiamo ridurre il
frazionamento in micropartitini introducendo una soglia di sbarramento,
manteniamo una decente rappresentatività e, per quanto vedremo al
prossimo punto, permettiamo il rinnovamento della classe dirigente. A questo aggiungerei un limitato premio di maggioranza (2) su base nazionale da destinare alla coalizione vincitrice Diciamo il 10% dei seggi?.
3) Rinnovamento
Avere una soglia di sbarramento relativamente bassa
permette a chi sia effettivamente latore di istanze reali e sentite di tentare
di fondare un partito anche partendo da zero e quindi mantiene aperta
questa strada per chi non provenga dall'interno di un partito. A questo
aggiungerei la possibilità di esprimere preferenze, in modo di
permettere anche ai Partiti (3) di evolvere, rendendo redditizio
promuovere chi prende voti assumendone le posizioni. Ma un tempo non si era detto che le
preferenze permettevano il voto di scambio uccidendo la trasparenza di
cui parliamo adesso? Certo. Per questo nella lista al quarto posto c'era la
4) Trasparenza
In realtà se le preferenze sono multiple il voto diventa controllabile. Quindi avrei dovuto essere meno generico: preferenzA singola.
E, con i pochi candidati in lista di cui si parlava nella spiegazione
della "maniera ragionevole", nessuno controlla il voto di nessuno. Liste corte e non bloccate non permettono di utilizzare le combinazioni di preferenze per riconoscere il votante. E il voto diventa libero...
5) Alcune tutele
Su
questa cosa son perplesso, almeno per la realtà italiana. I meccanismi
possono andare da premi su base locale (in stile porcellum) per tutelare
peculiarità locali (oltre a quello che può fare la scelta di collegi omogenei al loro interno) a meccanismi di quote per tutelare discriminazioni.
Ma davvero ne abbiamo bisogno?
Quelli che, nel Porcellum, avrebbero potuto essere degli strumenti di tutela, hanno infatti pesato soprattutto come alterazioni del risultato del voto destabilizzanti per la governabilità del Paese, senza che all'orizzonte esistesse uno Stato nazionalista intenzionato a vessare minoranze e localismi. Quindi, sul fronte dei premi su base locale, direi proprio di no.
Mentre, per quanto riguarda meccanismi di eventuali quote, benchè io immagini che il problema femminile finirà coll'attenuarsi in assenza di liste bloccate, resto favorevole all'adozione di quote di genere (e sottolineo di genere, non necessariamente quote rosa: nemmeno un eccessivo sbilanciamento in senso femminile mi starebbe bene), ma limitatamente alle candidature in lista, non al numero degli eletti.
Quelli che, nel Porcellum, avrebbero potuto essere degli strumenti di tutela, hanno infatti pesato soprattutto come alterazioni del risultato del voto destabilizzanti per la governabilità del Paese, senza che all'orizzonte esistesse uno Stato nazionalista intenzionato a vessare minoranze e localismi. Quindi, sul fronte dei premi su base locale, direi proprio di no.
Mentre, per quanto riguarda meccanismi di eventuali quote, benchè io immagini che il problema femminile finirà coll'attenuarsi in assenza di liste bloccate, resto favorevole all'adozione di quote di genere (e sottolineo di genere, non necessariamente quote rosa: nemmeno un eccessivo sbilanciamento in senso femminile mi starebbe bene), ma limitatamente alle candidature in lista, non al numero degli eletti.
Insomma, per riassumere: turno unico, proporzionale con soglia di sbarramento, premio di maggioranza di coalizione su base nazionale, preferenza singola, divieto di candidatura in più collegi, quote rosa sulle candidature, no liste bloccate, alto sbarramento sul numero di firme per presentare le liste.
Ma nemmeno se un simile sistema venisse corazzato potrebbe garantire una decente funzionalità davanti alle allegre transumanze dei vari De Gregorio, Rutelli, Scilipoti, Razzi,...
Ciao
Paolo
(1) alcune delle cose che scriverò sembrano essere anticostituzionali. Pazienza :-)...
(2) l'enorme quantità di deputati che il PD (ed il PdL prima di lui) ha alla Camera in virtù del premio di maggioranza è, secondo me, una pesantissima alterazione del risultato elettorale e della rappresentatività della Camera stessa.
(3) Io non disprezzo i Partiti, anzi, in quanto luoghi di elaborazione politica possono avere una valenza positiva...
7 commenti:
Sottoscrivo tutto ad esclusione della proposta "quote di genere".
bye,
ms
@ MS:
Convergiamo sull'Acutellum?
:-)
Ciao
Paolo
P.S. Sulle quote di genere potrei anche darti ragione, ma a comandare è mia moglie, quindi non si toccano. :-)
Convergo, ma discuteremo molto sulle quote. Non ci credo, anzi in realtà credo che nessuno le applichi con convinzione, pertanto mi suggerisce l'utilizzo di una tattica democristiana (quindi un mix di politically correct e ipocrisia).
O forse, è la moglie del politico che la impone :-)
bye,
ms
Buondì,
ammetto che sono a livello di discussione da bar, ma preferisco il doppio turno, per due motivi:
1) Il vincitore in quel caso è oggettivamente rappresentativo di una maggioranza.
2) Si spingono coloro che sono troppo puri e preferiscono votare questo o quel partito minoritario a convergere in una logica bipolare, prendendosi responsabilità.
Ovvio che si può astenersi, ma credo di aver espresso abbastanza volte cosa penso sull'inutilità e dannosità di questa scelta alle elezioni politiche.
Sulle quote di genere sto con la moglie di Paolo (absit iniuria verbis :-)), perché se è vero che nel mondo ideale, o in principio, sono un'idiozia, nel mondo reale sono l'unico modo per ottenere una parità di genere.
Saluti
T.
@ T:
"preferisco il doppio turno"
ho capito: non ti piace passare la domenica a stirare :-)
Dal mio punto di vista un sistema politico deve fare i conti anche con i duri e puri, nel momento in cui hanno un peso. Ma se sono troppo pochi cadono sotto gli sbarramenti...
"Sulle quote di genere sto con la moglie di Paolo"
Basta che uno comandi e trova subito chi gli vada dietro! :-)
Comunque è uno dei casi in cui sono d'accordo con mia moglie, e per i motivi che dice Tommaso...
Ciao
Paolo
@Paolo
il motivo che mi vede favorevole a spingere le teste dure a prendersi responsabilità.
Se essi hanno la possibilità di scegliere un partito più vicino alle loro convinzioni dure e pure, ma senza nessuna possibilità di governare davvero, potranno sempre chiamarsi fuori. Se questa possibilità viene loro tolta e sono costretti a fare i conti col principio di realtà, votando il partito più vicino alle loro convinzioni, ma che governerà davvero, si può rendere più solida una democrazia che ha tra i suoi problemi proprio la non comprensione/accettazione che la realtà è diversa dai desideri.
La rappresentanza di partiti votati alla comoda opposizione e pienamente coscienti di non essere in grado di assumersi responsabilità di governo finisce per favorire la selezione del peggiore, come detto nel mio secondo post.
Saluti
Tommaso
Chi vince al secondo turno per definizione non è rappresentativo della maggioranza, ma anzi ha avuto bisogno del ballottaggio, che altro non è che una scheda con due candidature minoritarie bloccate, per prevalere.
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