Buongiorno,
butto giù alcuni spunti su questo tema, stimolato anche da Pale, perchè mi pare che, ormai in vista del referendum, sarebbe bello andarci con le idee un po' più chiare, visto che l'approccio, per ora è di tipo molto ideologico: da un lato la tutela dell'accesso gratuito alla fonte della vita (talvolta in toni che mi farebbero dare ragione alle posizioni che sicuramente avrà Cruciani), dall'altra il fatto che privato è meglio, più economico e più moderno, sempre e comunque (con toni simmetricamente grotteschi che però non faranno fare una piega a Cruciani).
Per onestà e chiarezza vi dico che sono per il SI, perchè ritengo che la gestione dell'acqua, in quanto bene indispensabile alla vita, sia argomento di rilievo per lo stato e debba quindi essere sottratto a logiche di profitto che potrebbero introdurvi elementi pericolosi.
Vi avverto anche che il post è lungo e probabilmente in più di un punto noioso.
Dite che questi referendum per molti sarebbero anche un voto contro Berlusconi? Purtroppo è vero e la cosa sarà sfruttata dal Presidente del Consiglio se, come purtroppo reputo probabile, il quorum non sarà raggiunto, grazie anche ai tanti impedimenti al voto ed alla chiarezza che lo stesso Presidente del Consiglio ha voluto frapporre.
Dite che il referendum è abrogativo e che non propone in realtà un modello alternativo pur cancellando quello in vigore? vero e sacrosanto. I referendum abrogativi son così. Sta poi all'intelligenza della classe politica interpretare e dare corpo a ciò che vuole l'elettorato in materia, cosa che non è sempre avvenuta.
Al di là di questo credo sia necessario ridimensionare un po' alcuni luoghi comuni, da un lato e dall'altro, che stanno secondo me impedendo una corretta riflessione sull'argomento.
L'acqua è e resta pubblica, quello che si privatizza è la sua gestione.
Di chi è il contenuto se ho io le chiavi? |
E' una falsa verità, perchè nella sostanza, cosa cambia? Che io debba pagare il litro d'acqua in sè o il suo trasporto fa qualche differenza? E' forse diverso se il privato è proprietario dell'acqua oppure se ha la chiave del rubinetto che ve la fornisce? Secondo me no. Comunque detiene il monopolio del vostro accesso ad un bene a voi indispensabile. Scritto così è molto brutto, vero? Fa un po' come se foste ricattabili, no? Infatti è così. Privatizzare significa instaurare un monopolio territoriale su quel bene. Pardon, sulla sua erogazione.
Il referendum serve a permettere ai privati di gestire l'acqua.
Falso, i privati sono già molto presenti nella gestione dell'acqua in Italia. La legge che si vuole abrogare serve al contrario ad aumentare la loro presenza, limitando per contro la possibilità del pubblico di gestire l'acqua in house. La gestione in house è prevista dalla legge esplicitamente solo come alternativa in deroga (a fronte di situazioni particolari) a quella in appalto che deve essere la norma.
La gestione privata è più efficace e garantisce una migliore qualità del servizio.
Falso, e le smentite sono a portata di mano: dei comuni investiti dei recenti problemi relativi al mancato rispetto dei parametri di potabilità moltissimi sono in gestione di fatto privata, ed i gestori, a conoscenza del problema da poco meno di dieci anni, sinora si sono limitati a chiedere proroghe, senza provvedere ad adeguare gli impianti per migliorare il servizio. Senza tenere conto del fatto che, in una situazione di progressivo impoverimento delle fonti, chi percepisce i soldi della bolletta non ha convenienza ad evitare gli sprechi, perchè li fa pagare agli utilizzatori ricavandoci un margine.
Falso. Come sarebbe a dire falso?!?, dirà qualcuno, hai appena detto il contrario. No, non ho detto il contrario, ho detto che il contrario è un clichè proprio come questo. Il fatto è che nè una gestione privata nè una gestione pubblica sono garanzia di qualcosa. Infatti in molte realtà pubbliche si sta assistendo da anni ad un taglio sulle manutenzioni e sugli investimenti che hanno portato la rete idrica italiana ad essere una delle più vetuste e ricca di perdite in Europa. I soldi per incarichi, consulenze, poltrone di nomina politica invece non sono calati di pari passo, anzi, specialmente nelle ex municipalizzate o società miste pubblico - privato, l'occupazione "politica" di posizioni inutili e ben retribuite è probabilmente il primo fattore di inefficienza. Ma la "gestione pubblica" non deve necessariamente essere questa malagestione pubblica.
Per rinnovare reti vecchie e sprecone servono i soldi del privato, perchè il pubblico non ne ha.
Più ridicolo che falso. Al privato le reti saranno comunque pagate attraverso la tariffazione. Com'è ovvio il privato non può rimetterci: non vi regalerà delle reti nuove. Anzi, oltre che andare in pari (come deve fare il pubblico), deve guadagnarci il più possibile. Il che vuol dire che a parità di costo del servizio al gestore, la tariffa erogata dal privato sarà più salata. Il che è esattamente quello che si verifica dove il privato interviene (anche se eroga acqua all'arsenico, per restare all'esempio concreto e reale di cui sopra). Chi dice che senza il privato gli enti locali dovranno pagare 60 miliardi in vent'anni per ammodernare la rete dice una mezza verità e ne tace un'altra. La mezza verità è (probabilmente) la cifra. Quello che non dicono è che la stessa cifra andrà pagata anche nella gestione appaltata ai privati, maggiorata però di utili d'impresa, IVA e spese di controllo. E, detta così, non mi sembra molto conveniente, poichè ci sono delle spese accessorie assenti nella gestione pubblica.
Si e no. Il Know how ce l'ha chi fa la gestione. Se non hai mai gestito acquedotti e non conosci la caratteristiche locali delle falde, dei pozzi e dellle sorgenti, di quale mai arcano know how puoi essere portatore, privato o pubblico che tu sia?
Il fatto è che questo diventa un macigno in una realtà che non tiene più il know how al proprio interno. Mi spiego meglio.
Immaginiamo di aver appaltato la gestione: il nostro Know how nel tempo diminuirà perchè saremo aggiornati solo parzialmente sui cambiamenti intervenuti, mentre quello dell'appaltatore aumenterà. Il risultato è che, alla scadenza dell'appalto, saremo obbligati ad appaltare nuovamente (perchè ci siamo privati delle competenze e delle risorse necessarie per gestire), lo faremo per lo stesso motivo con minore cognizione di causa (quindi la gara sarà strutturata peggio, con minore dettaglio e maggior approssimazione) e il risultato della gara sarà falsato a favore del vecchio gestore dal fatto che l'appaltatore precedente ha un vantaggio sugli altri legato ad una conoscenza della rete molto superiore. Vi pare una bella situazione? Nella pratica il mercato è aperto? No, vero?
Falso. Per i motivi detti sopra e con l'aggravante che l'acqua è un bene per il quale esiste una elasticità (in senso economico: la possibilità di essere sostituita con altro bene equivalente) minima. Provate voi a lavarvi col vino o ad innafiare l'orto con la birra, poi mi dite com'è.
Realisticamente, poichè questo rispetta la loro convenienza economica, i potenziali fornitori si spartiranno dei monopoli naturali su base geografica, con taciti accordi di non aggressione. So che tu hai gestito quel bacino, al prossimo appalto parti avvantaggiato dal supriore know how, non ho convenienza a farti la guerra partendo da posizioni sfavorevoli e col rischio che tu la venga a fare a me: restiamo dove siamo e spremiamo i nostri polli...
Con il privato si possono avere costi certi e predeterminati
Falso. La legge che si vuole abrogare prevede anzi che ogni investimento del privato che si renda necessario debba essere adeguatamente remunerato. Il che è in qualche misura giusto, ma crea evidentemente delle rendite e reintroduce pari pari anche nelle gestioni private il meccanismo delle gestioni a piè di lista. Non è un caso che due punti sopra non abbia indicato nei costi accessori delle gestioni private anche quelli di assicurazione del rischio di impresa.
Falso. E' in realtà il ragionamento che sta portando alla privatizzazione. A furia di mantenere tariffe artificiosamente basse e a non metter mano alle reti, ci ritroviamo a non coprire i costi di gestione e ad avere reti colabrodo obsolete che richiedono investimenti tanto importanti da spaventare.
E' invece indispensabile razionalizzare la gestione dell'acqua quanto prima, modernizzando le reti, adeguando le tariffe e tagliando gli sprechi (perdite di linea o poltrone inutili che siano) ma indirizzandosi verso il modello organizzativo / gestionale che può fornire i risultati migliori. Modello che secondo me non è quello che prevede l'appalto della gestione ai privati per quanto ho detto sopra.
Ora, visto che non voglio che il mio sia un blog di propaganda ma di riflessione e trovandolo interessante ancorchè non condivisibile (da me, ovviamente), linko questo post suggeritomi da Pale (che ringrazio) che espone alcune ragioni del NO. Devo sicuramente riconoscere all'autore il merito di aver citato gli articoli che si vuole abrogare, cosa che in pochi fanno, anche se trovo la sua chiusa terrificante. E' come se io, simmetricamente, concludessi così: "Non fatevi ingannare dalla propaganda e dalla demagogia da quattro soldi di rapaci imprenditori mercatisti che desiderano spolpare lo stato a danno dei cittadini. Scegliete un voto informato e consapevole. IO VOTO SI!". Non vi verrebbe il dubbio di una presa di posizione ideologica?
Ciao
Paolo
La gestione pubblica è più economica ed attenta agli utilizzatori.
Falso. Come sarebbe a dire falso?!?, dirà qualcuno, hai appena detto il contrario. No, non ho detto il contrario, ho detto che il contrario è un clichè proprio come questo. Il fatto è che nè una gestione privata nè una gestione pubblica sono garanzia di qualcosa. Infatti in molte realtà pubbliche si sta assistendo da anni ad un taglio sulle manutenzioni e sugli investimenti che hanno portato la rete idrica italiana ad essere una delle più vetuste e ricca di perdite in Europa. I soldi per incarichi, consulenze, poltrone di nomina politica invece non sono calati di pari passo, anzi, specialmente nelle ex municipalizzate o società miste pubblico - privato, l'occupazione "politica" di posizioni inutili e ben retribuite è probabilmente il primo fattore di inefficienza. Ma la "gestione pubblica" non deve necessariamente essere questa malagestione pubblica.
Per rinnovare reti vecchie e sprecone servono i soldi del privato, perchè il pubblico non ne ha.
Magari bella, ma non moderna |
Il privato è portatore di un Know how che nel pubblico non c'è.
Si e no. Il Know how ce l'ha chi fa la gestione. Se non hai mai gestito acquedotti e non conosci la caratteristiche locali delle falde, dei pozzi e dellle sorgenti, di quale mai arcano know how puoi essere portatore, privato o pubblico che tu sia?
Il fatto è che questo diventa un macigno in una realtà che non tiene più il know how al proprio interno. Mi spiego meglio.
Immaginiamo di aver appaltato la gestione: il nostro Know how nel tempo diminuirà perchè saremo aggiornati solo parzialmente sui cambiamenti intervenuti, mentre quello dell'appaltatore aumenterà. Il risultato è che, alla scadenza dell'appalto, saremo obbligati ad appaltare nuovamente (perchè ci siamo privati delle competenze e delle risorse necessarie per gestire), lo faremo per lo stesso motivo con minore cognizione di causa (quindi la gara sarà strutturata peggio, con minore dettaglio e maggior approssimazione) e il risultato della gara sarà falsato a favore del vecchio gestore dal fatto che l'appaltatore precedente ha un vantaggio sugli altri legato ad una conoscenza della rete molto superiore. Vi pare una bella situazione? Nella pratica il mercato è aperto? No, vero?
A garantire la qualità del servizio è la libera concorrenza tra i potenziali fornitori.
Falso. Per i motivi detti sopra e con l'aggravante che l'acqua è un bene per il quale esiste una elasticità (in senso economico: la possibilità di essere sostituita con altro bene equivalente) minima. Provate voi a lavarvi col vino o ad innafiare l'orto con la birra, poi mi dite com'è.
Realisticamente, poichè questo rispetta la loro convenienza economica, i potenziali fornitori si spartiranno dei monopoli naturali su base geografica, con taciti accordi di non aggressione. So che tu hai gestito quel bacino, al prossimo appalto parti avvantaggiato dal supriore know how, non ho convenienza a farti la guerra partendo da posizioni sfavorevoli e col rischio che tu la venga a fare a me: restiamo dove siamo e spremiamo i nostri polli...
Con il privato si possono avere costi certi e predeterminati
Falso. La legge che si vuole abrogare prevede anzi che ogni investimento del privato che si renda necessario debba essere adeguatamente remunerato. Il che è in qualche misura giusto, ma crea evidentemente delle rendite e reintroduce pari pari anche nelle gestioni private il meccanismo delle gestioni a piè di lista. Non è un caso che due punti sopra non abbia indicato nei costi accessori delle gestioni private anche quelli di assicurazione del rischio di impresa.
Va tutto bene com'è adesso
Esempio di rete obsoleta :-) |
E' invece indispensabile razionalizzare la gestione dell'acqua quanto prima, modernizzando le reti, adeguando le tariffe e tagliando gli sprechi (perdite di linea o poltrone inutili che siano) ma indirizzandosi verso il modello organizzativo / gestionale che può fornire i risultati migliori. Modello che secondo me non è quello che prevede l'appalto della gestione ai privati per quanto ho detto sopra.
* * *
Ora, visto che non voglio che il mio sia un blog di propaganda ma di riflessione e trovandolo interessante ancorchè non condivisibile (da me, ovviamente), linko questo post suggeritomi da Pale (che ringrazio) che espone alcune ragioni del NO. Devo sicuramente riconoscere all'autore il merito di aver citato gli articoli che si vuole abrogare, cosa che in pochi fanno, anche se trovo la sua chiusa terrificante. E' come se io, simmetricamente, concludessi così: "Non fatevi ingannare dalla propaganda e dalla demagogia da quattro soldi di rapaci imprenditori mercatisti che desiderano spolpare lo stato a danno dei cittadini. Scegliete un voto informato e consapevole. IO VOTO SI!". Non vi verrebbe il dubbio di una presa di posizione ideologica?
Ciao
Paolo
Acqua
20 commenti:
Ottimo post,
ampiamente condivisibile.
Trovo disonesti coloro che puntualizzano sulla privatizzazione "del servizio", come ogni sera fa quel super partes di Forbice.
C'è una certezza: con i privati si pagherebbe di più, con zero garanzie di miglioramento del servizio, non foss'altro per finanziare un profitto a fronte di un servizio immutato.
Poi ci sono delle sensazioni: sarò un bolscevico, ma la vedo così: se si rende necessario un intervento per rendere potabile un'acqua inquinata a causa di un evento contingente, una gestione pubblica sarà portata a investire soldi "nostri" senza problemi, una gestione privata potrebbe ritenere conveniente corrompere qualcuno e farci bere acqua pericolosa per la salute.
Fidarsi dei privati in un Paese con la malavita e l'evasione fiscale ai livelli Italiani risulta molto difficile, con buona pace di Oscar Giannino, cui va tutto il mio rispetto per la coerenza.
Saluti
Tommaso
Caro Paolo,
so che mi ripeto anche qui, la ragione migliore e più efficace l'hai espressa sul blog di Santalmassi:
...ma non vi viene il dubbio che se il pubblico per far bere uno deve dar da mangiare a tre, il privato dovrà fare lo stesso, e mangiarci sopra anche lui? Perchè lui deve guadagnarci, e se non darà das mangiare ai tre non si aggiudicherà l'appalto...
Se il problema sono gli abusi vanno affrontati gli abusi, secondo me, perchè se non si affrontano questi, cambierà la forma, ma gli abusi resteranno.
Più chiaro di così...
PS consentimi una marchetta al mio blog sul quale esprimo il mio pensiero, più semplice del tuo, su perché sono per il si al referendum sull'acqua.
A proposito del raggiungimento del quorum, io questa volta sono ottimista. Devo dire che lo strumento referendum è concepito male in quanto, a mio modo di vedere, non dovrebbe esserci un quorum. Nella mia concezione chi non va a votare fa un torto a se stesso, perché non esprimendosi non mostra interesse per certi argomenti, oppure rifiuta di prendere posizione, oppure usa l'astensione per impedire che le ragioni degli altri prevalgano. E questo non lo trovo giusto. Libertà è partecipazione, anche quando c'è da dire di no.
@ MR:
domani pubblicherò un post su referendum sul nucleare e dopodomani un post sul legittimo impedimento. Probabilmente venerdì scriverò qualcosa sull'istituto dei referendum e sul quorum. Intanto su quest'ultimo punto vi segnalo:
http://www.corriere.it/editoriali/11_giugno_07/Meglio-votare-fa-bene-a-tutti_48cdd6cc-90c4-11e0-9c7b-81ce3178052c.shtml
Ciao
Paolo
Ciao Tommaso,
tu dici "Trovo disonesti ..".
Voglio puntualizzare una cosa.
e' vero che l'acqua e' un bene primario, siamo d'accordo.
E' vero che tra privatizzare il bene o privatizzarne la rete di trasporto non c'e questa differenza abissale.
Pero' non mi si puo' dire che e' la stessa cosa. Anche questo e' disonesto.
Tra l'altro se anche fosse la stessa cosa, allora perche continuo a sentire: "NON PRIVATIZZATE L'ACQUA"?
Se proprio proprio e' la stessa cosa perche non usare uno slogan semanticamente piu' corretto?
Cosi che io possa scegliere con cognizione di causa.
Non e' disonesto anche lo slogan opposto a quello che tu "criminalizzi"? Non e' normale rispondere ad un inesattezza?
Non e' una cosa possibile che io non voglia privatizzare la rete idrica proprio perche non voglio privatizzare la rete idrica e non perche ho paura di non potermi piu' fare la doccia?
Inoltre l'acqua e' MOLTO fondamentale, ma cosa faremmo domani senza benzina, senza pane, senza sapone, senza elettricita', senza medicine, senza telefono? Come mai ancora nessuno ci sta' ricattando?
Quello che condannno e' gli "slogan della paura", vergognosi! Non parliamo poi del nucleare.
Voglio precisare che non ho detto che votero' di no all' abbrogazione delle due leggi riguardanti la rete idrica.
@ charles:
la cosa paradossale è che, mentre in molti puntualizzano la minimissima differenza tra privatizzare l'acqua e privatizzarne l'erogazione, non sento molte precisazioni sul fatto che il referendum serva "ad aprire ai privati" un mercato che ai privati è già aperto, mentre il referendum impone i privati anche dove magari il pubblico potrebbe fare meglio.
Oppure il fatto che senza i privati bisognerà spendere un sacco per ristrutturare le reti...
Quanto agli altri beni di cui parli, hanno una differenza fondamentale con l'acqua: non sono in regime di monopolio, mentre l'acqua è un monopolio naturale. Per ognuno di questi beni posso cambiare fornitore:
provate a dire non voglio l'acqua di Hera e ditemi che alternativa trovate se abitate a Bologna...
Ciao
Paolo
Ciao. Sono l'autore del blog Liberlex, che contiene il pezzo sulle ragioni del No che tu hai linkato nel tuo articolo. Ti ringrazio per la citazione, ho pubblicato i testi di legge (cosa che altrove non era stata fatta) proprio per far capire cosa di reale e cosa di falso c'è nelle argomentazioni del fronte del Si. Probabilmente tu hai trovato la mia riflessione finale terrificante, ma non è un mistero che il sottoscritto sia giuridicamente ed amministrativamente (molto più che per ragioni ideologiche) schierato per il fronte del No. Non avendo tessera politica alcuna, e da fermo oppositore del Governo di centrodestra in carica, volevo solo specificare che, in virtù delle considerazioni maturate grazie allo studio tecnico-giuridico delle norme in questione, sono stato costretto a rispondere alle migliaia di post ed articoli del Fronte del Si con la doverosa fermezza, replicando alla grossolana propaganda della stragrande maggioranza dei referendari con tutta la decisione possibile e con tutto l'antistatalismo del quale dispongo. Magari legittimamente qualcuno potrà storcere il naso,ma ti assicuro che ho letto centinaia di pezzi di sostenitori (anche giuristi) del Si molto più "terribili", se non altro perchè ricca di falsità giuridiche. Quanto meno nel mio pezzo non ce ne stanno. Grazie della citazione e complimenti per il tuo pezzo, certamente connotato da correttezza politica (per quanto da me non condiviso). Saluti, Liberlex.
La privatizzazione delle della rete idrica andrà piu o meno cosi:
Un imprenditore amico dei olitici che stanno pwer bandire la gara si aggiudicherà l'appalto pagando con soldi prestato da qualche banca.
Una volta in sella all'azienda ripagherà il debito con la banca tramite le bollette.
Scusate dov'è il rischio di impresa?
Dov'è il mercato?
Mi sembra di essere tornati al medioevo...
e noi siam servi della glebba.
Paolo il post è tutt'altro che noioso!
@paolo
non sento molte precisazioni sul fatto che il referendum serva "ad aprire ai privati" un mercato che ai privati è già aperto
esatto Paolo! Questa e' un informazione! Mentre gli imbecilli (non disonesti, imbecilli) urlano che domani rimarremo senza acqua, io devo andare su un blog (scoperto tra l'altro grazie ad una trasmissione radiofonica che questa informazione non me la dice) per capirci qualcosa.
Scusa, secondo te, e' piu' naturale che quell'informazione mi arrivi da chi e' per il NO o chi e' per il SI? Saranno anche disonesti quelli del NO ma allora quelli de SI sono scemi tre volte:
* dicono una cosa inesatta
* che da adito alle polemiche
* e distrae dalle questioni vere.
PS: ho trovato molto interessante il post "Referendum: l'acqua" e aspetto gli altri due!
@ Carmelo / Liberlex:
abbi pazienza, ma il fatto che tu sia per il NO non mi pare giustifichi una chiusa come quella che hai usato: sono sicuro che c'è chi usa una chiusa simmetrica alla tua, ma entrambe finiscono con l'essere propagandistiche e purtroppo false, perchè entrambe guardano ideologicamente solo una metà del problema e, contrariamente a quanto dici di auspicare, non aiutano ad affrontare un voto in maniera informata e consapevole.
Il problema va visto il più possibile per intero se no si arriva alla mistificazione di far passare l'idea che i privati ci regaleranno le reti nuove, che avremmo dovuto pagarci solo se la gestione restava pubblica...
Ciao
Paolo
@Charles
mi rendo conto che il mio commento non è molto chiaro:
disonesto è chi, come Forbice tutte le sere, appena si parla di refendum sull'acqua, interrompe e puntualizza capziosamente sul tema liberalizzazione del servizio. Dico capziosamente, perché in diverse occasioni non si è potuto parlare del merito dei quesiti referendari.
Sul merito ben si è espresso Paolo. Credo si possa sintetizzare che chi vota no, ritiene che dinanzi all'inevitabile aumento dei prezzi collegato a una gestione privata si abbiano dei benefici tali da giustificare l'esborso. Chi vota sì non crede che sia così.
Personalmente, come già scritto, credo che fino a che non si sarà risolto alla radice il problema della malavita e della corruzione, tutte le teorie su libero mercato e iniziative private di "coraggiosi" restino appunto, teorie.
Per quanto riguarda il fanatismo presente nel fronte del Sì, non posso che concordare. Gli appelli contro il nucleare o sul tema dell'acqua, se portati avanti da semianalfabeti con diritto di voto troppo generosamente concesso loro, mi irritano a tal punto che mi vien quasi voglia di votare no per dispetto a loro :-D.
Saluti
T.
Scusa Paolo, oggi sono presissimo e il post è, come avverti tu stesso, TLDR-ico.
Solo una nota: da iscritto all'AIRE ho votato spedendo la lettera il mattino dopo aver ricevuto le schede. Non ho ancora capito che cacchio succede al mio voto ora che ci sono state modifiche ai quesiti -_-
@ Clem:
oggi sono tendenzioso: qualcuno starà sicuramente lavorando perchè il tuop voto venga annullato e contribuisca a non far raggiungere il quorum.
Ciao
Paolo
Grande Paolo, questo post mi e' piaciuto molto, nonostante non la pensi come te! E sono contento che Carmelo sia intervenuto, e' stato molto gentile ed il suo post molt interessante.
Se il privato ha gia' in gestione la distribuzione dell'acqua, che senso ha affermare, come tanti del fronte del SI, che votando SI si evitera' ai privati di rubarci l'acqua?
Chi l'ha detto (come detto gia'da Paolo) che la gestione pubblica sia la piu' sicura ed efficiente?
L'affermazione che con la gestione privata avremo qualcuno in piu' da mantenere con i nostri soldi e' intreesante e stimolante, e quanto mai qualunquista. La stessa cosa si sarebbe potuto dire sul referendum repubblica vs monarchia. Adesso abbiamo mille parlamentari da accudire, prima almeno avevamo solo la famiglia reale... Non vedete la fragilita' di questo ragionamento?
Condivido con voi il timore di come l'acqua puo' essere gestita da privati, soprattutto quando il controllore (i.e. l'amminikstrazione pubblica) e' corruttibile, corruttrice e spesso incapace di governare efficientemente il territorio e le fonti energetiche. Nonostante cio', mettere la testa sotto la sabbia e dire a priori "meglio il niente del piuttosto". L'implementazione delle leggi verranno definite da normative locali, dove noi cittadini ci possiamo far sentire molto di piu' per fare in modo che le cose vengano fatte bene.
Il privato deve metterci un capitale ed un rischio, e questo deve essere presente in modo esplicito in ogni privatizzazione di cose dello Stato (spiagge, musei, ecc...).
I guadagni devono essere legati al rischio iniziale ed al beneficio che l'utente finale e la comunita' ne trae... discorso lungo e difficile sul quale mi sento inadeguato a proporre qualunque approfondimento.
Concludo dicendo che condivido in pieno il distinguo fra il pane e l'acqua: sono cose molto diverse e non si possono accumunare in uno stesso ragionamento.
Pale
scrivi
Chi l'ha detto (come detto gia'da Paolo) che la gestione pubblica sia la piu' sicura ed efficiente?
Io voterò si perchè penso che il pubblico sia piu "controllabile".
Una gestione inappropriata dell'acqua da parte di un'amministrazione potrebbe portare alle elezioni successive a cambiare tutto.
Se la affidi ad un privati diventano solo fatti suoi non deve dar conto a nessuno.
Normalemente le aziende non posso alzare le bollette a dismisura e devono fare investimenti per migliorare il servizio perchè altrimenti il consumatore si rivolge ad un altro privato che lo può trattare meglio....
tirendi conto che ciò non succederà con il servizio idrico?
Zero concorrenza ed ecco il mercato che se na va pu***ne
@pale
Chi l'ha detto (come detto gia'da Paolo)
che la gestione pubblica sia la piu'
sicura ed efficiente?
Lo possono sostenere solo dei folli che hanno gli occhi foderati di prosciutto. I problemi della gestione pubblica della rete idrica non si possono certo nascondere, però a parità di efficienza tra la gestione pubblica e quella privata mi sembra chiaro che quella privata carica nelle bollette anche il prorio margine di guadagno, mica stanno a sbattersi per noi a gratis ;-)
Io, da cittadino, ho la pretesa che il servizio pubblico diventi efficiente come (solitamente cosi si ritiene ma è da dimostrare) il privato, e non un comitato d'affari, poltronificio, per politicanti da strapazzo
@ pale:
leggi meglio quello che scrivo, per cortesia: non ho detto che la gestione pubblica è necessariamente più efficiente, ma sostengo che, a parità di servizio, i costi del privato siano verosimilmente superiori per tutta una serie di costi accessori che indico e che incidono molto e che sono molto difficili da recuperare per intero lavorando sulla sola efficienza (sto parlando di oltre il 40% di costi accessori in più).
Sarà qualunquismo, ma l'utile del gestore lo paghi (si tratta del qualcuno in più da mantenere) e, se non incidi sul malaffare (il che è indipendente dall'appaltare o meno) questo permane. Ho una esperienza personale che anzi evidenzia come un mio ex capoufficio, che non era riuscitro a far assumere i figli nella struttura pubblica, li ha avuti assunti entrambi da due ditte che hanno vinto gli appalti di attività precedentemente svolte in house. Dov'era finita quella volta la garanzia di trasparenza?
Il problema è che come unica risposta al problema viene vista la privatizzazione, e non il rendere efficiente: e per questo motivo devo temere che il risultato, anche con il privato, non sarà l'efficienza (se no il privato ed il pubblico sarebbero fatti partire alla pari).
Ciao
Paolo
Sorry, Paolo, ma la mia domanda sull'efficienza non era rivolta a te...
D'altra parte, anche la controllabilita' del pubblico allo stato attuale e' un'illusione. Basta guardare come viene gestita l'azienda pubblica.
Anche io sono preoccupato come voi, davvero. Forse la differenza e' che mi sono stufato di pensare che una gestione centralizzata, controllata da politici e partiti (i quali NON sono responsabili penalmente dei danni che fanno, e spesso neanche politicamente) possa essere meglio di quelle in cui cittadini privati si impegnano (anche spinti dal profitto) per migliorare il territorio.
Sotto questo punto di vista sono liberale. Lo Stato dovrebbe dettare le regole di concorrenza e gli obiettivi irrinunciabili. Che poi questi obiettivi vengano perseguiti con collaborazione fra pubblico e privato, o solo uno, non importa.
Un comune che detta le regole per la distribuzione dell'acqua e poi e' anche il proprietario dell'acquedotto e delle reti di distribuzioni non mi sta tanto bene. Perche'? Beh, perche' i politici farebbero le regole che vogliono e poi, se volessero, sarebbero liberi di non rispettarle, sicuri di farla franca.
Pale
@ pale:
il voto è lo strumento con il quale puoi far rispondere i politici delle loro responsabilità quando sono chiare. Stai amministrando male le opere pubbliche? avanti un altro alle prossime elezioni.
Quando appalti, specialmente se in regime di monopolio e se non sei competente nella gestione che appalti, è facile (e conveniente per politici ed imprenditori che scaricano eventuali problemi sulla bolletaa dei consumatori) che non vi sia nulla di chiaro, in modo che le responsabilità non siano definibili. E se l'acquedotto non funziona e le tariffe aumentano la colpa sarà dei meccanismi di gara, del consulente che ha lavorato al capitolato (e che nel 90% dei casi, magicamente, sarà consulente anche del gestore), di imprevisti sopraggiunti...
Ciao
Paolo
Il Pubblico è semplicemnte un metodo democratico....
con tutte le contraddizioni che si porta dietro.
Affidare un bene primario ad un privato IN REGIME DI MONOPOLIO significa consegnarlo a chi non deve rispondere a nessuno se non ai suoi azionisti.
Siccome questa è storia che si ripete vi consiglio di leggervi la storia di <a href="http://www.retedellaconoscenza.it/component/content/article/44-homepage/173-a-11-anni-dalla-rivolta-di-cochabamba-la-lotta-per-lacqua-continua.html>Cochabamba</a>
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