Renzi: la distanza dal disagio

Buongiorno,

l'articolo dell'Annunziata sull'Huffigton Post di qualche giorno fa sulla paura che Renzi avrebbe di sporcarsi le scarpe avvicinando la propria immagine agli alluvionati piuttosto che agli abitanti di qualche periferia/ghetto fa un passo avanti rispetto a chi si limitava a notare le sue assidue frequentazioni dei soli nuovi salotti buoni (emblematico che il PD sia passato dalle salamelle popolari dei Festival dell'Unità ai banchetti - fund raising con cena a 1000€ made in Eataly).

Ed io mi permetto di farne un altro ancora più lungo ed ovviamente più azzardato.

Perchè Renzi, che corre a mettere la faccia sull'abbattimento dell'ultimo diaframma della variante di valico dell'A1, con tanto di caschetto in testa, schiva invece sistematicamente tutta una serie di possibili appuntamenti che sinora erano stati in qualche modo rituali per i nostri poitici, in cui la presenza o vicinanza del Primo Ministro (o di un Ministro in qualche modo competente) erano state sinora in qualche modo consolatorie davanti ad una disgrazia o addirittura una sorta di scuse davanti ad un fallimento vero o presunto dello Stato.

Prima d'ora erano state poche, particolari e spesso molto contestate le situazioni in cui il governo non avesse provato in qualche modo ad esserci quando avveniva qualcosa. Dall'alluvione alla manifestazione alla ribellione.

Oggi Renzi non va a Genova, non esprime solidarietà a Roberto Saviano o Lirio Abbate, non dichiara partecipazione o interesse per i problemi degli abitanti di Scampia o Tor Sapienza, nè per i manifestanti dello sciopero sociale nè per quelli dell'AST. Semplicemente non si dimostra partecipe del disagio dei suoi cittadini.

Immagino che in questo ci sia molto marketing (poco male, siamo pur sempre in politica e consenso ed immaine non sono un aspetto secondario), perchè da un lato c'è un livello di esasperazione particolarmente elevato ed il rischio di bruciarsi in una comparsata è per molti motivi molto più elevato di un tempo, come ha sperimentato l'improvvido Grillo nella sua Genova e dall'altro lato credo ci sia anche in questo la voglia di differenziarsi dallo stanco rituale (1) passato.

A differenza di molte altre situazioni nelle quali ho ormai già maturato dei giudizi severi su Renzi e mi sono già espresso negativamente sul suo operato, in questo caso rimngo ancora in attesa.

In questo ho ancora qualche speranza che per il Primo Ministro, pur astenendosi dal metterci consolatoriamente la faccia, voglia provare a marcare la differenza con il passato provando a dare delle risposte concrete a chi il disagio lo vive sulla pelle e che abbia realmente la voglia di provare a cambiare le cose e non solo il loro aspetto. 

Ed è cosa che, specialmente in periodo di crisi, è difficilissimo fare in poco tempo, ma che segnerebbe veramente il cambio di un'epoca, perchè credo sarebbe per tutti davvero incredibile ritrovarci tra qualche mese a sentire che i mandanti delle minacce a Saviano sono stati resi inoffensivi dall'operato delle forze dell'ordine, anche se non c'è stato un Primo Ministro a dargli una consolatoria e tutto sommato inutile pacca sulla spalla quando le cose non sembravano andare per il verso giusto.

Ciao

Paolo

(1) Ricordate Don Raffaè di De Andrè? 

Prima pagina venti notizie
ventuno ingiustizie e lo Stato che fa?
Si costerna, s'indigna, s'impegna
poi getta la spugna con gran dignità

cosa c'è di più vecchio, scontato e rituale di questo inutile ripetersi?

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