Buongiorno,
rivedo leggermente la mia posizione sullo sciopero generale inizialmente proclamato per il 5 dicembre dalla sola CGIL ed ora spostato al 12 ed estesosi anche alla UIL in senso leggermente più favorevole rispetto a quanto avevo espresso giorni fa.
A farmi modificare parzialmente la valutazione è il fatto che la condizione non è più quella di uno sciopero promosso da uno solo dei sindacati confederali, ma quella per cui si dissocia dallo sciopero uno solo dei sindacati confederali. E non è differenza da poco, dopo anni di ampia condiscendenza da parte di CISL e UIL all'operato di governi che non hanno certo tutelato gli interessi dei lavoratori.
Resto dell'idea che fossero pretestuose le critiche sulla scelta della data originaria, con la stucchevole polemica sul ponte lungo di cui ho già accennato.
Infatti, dal fronte di quelli che sostenevano che la scelta del 5 dicembre rispondesse al desiderio degli sfaticati pseudosciperanti di andare a fare spese ai mercatini di Natale, giungono adesso analoghi piagnistei anche dopo che lo sciopero è stato spostato alla settimana successiva, quando i soliti si premurano di farci sapere che rovinerà lo shopping pre - natalizio, rovinando i commercianti che speravano di risollevare un anno di vendite magre grazie agli #ottantaeuroinbustapaga.
Immagino che cercando bene troverei anche scritto che lo spostamento risponde al desiderio di danneggiare, boicottando il ponte di S.Ambrogio, il settore turistico già provato da una stagione climaticamente infelice e specialmente di danneggiare Cortina, già orfana dei vips scappati a
gambe levate davanti alle imboscate ordite dallo stato di polizia
fiscale.
Come ho già detto, per me si tratta di puzzolente e sporca spazzatura mediatica.
Ciao
Paolo
2 commenti:
Buondì,
si sono pian piano convinte le persone che gli imprenditori devono essere migliori amici dei lavoratori, i quali a loro volta devono avere come unica aspirazione per sé o i figli di aprire una startup.
Allo stesso modo il senso comune ormai diffuso è "lo sciopero non serve a niente". Il primo ministro è figlio di queste logiche, non per niente è popolare.
Saluti
T.
Ho il sospetto che sia popolata l'intersezione degli insiemi:
"Lo sciopero non serve a niente"
"Il V-Day serve a far cambiare le cose"
@ T.:
"gli imprenditori devono essere migliori amici dei lavoratori": non in temini così idilliaci ma ci sono realtà in cui imprenditori e dipendenti sono molto più strettamente legati che da noi e le cose sembrano funzionare meglio che da noi (un esempio l'ormai trito luogo comune della cogestione tedesca).
In fondo mi è più facile credere che un sistema sia più efficiente nel conseguire un risultato concordato e condiviso dalle parti che due risultati distinti e separati attraverso un processo di scontro delle parti.
Ciao
Paolo
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