C'è ripresa e ripresa / 1

Buongiorno,

un po' provocato da un commento di qualche giorno fa, un po' stimolato dalla primissima fase del Quantitative Easing di Draghi, che vorrebbe promuovere la crescita economica europea stampando moneta (nello stile di quanto fatto negli anni negli USA), provo a buttare giù qualche riflessione sul mix di politiche, condizioni al contorno e risultati che si contrappongono nell'affrontare la crisi.

Quella che tutti conosciamo meglio è la situazione di casa nostra, dove nel 2007 una crisi apparentemente "importatata", ha mostrato quanto il Re italiano fosse nudo. 

Ci raccontavamo che il modello delle PMI era vincente, ci raccontavamo che le nostre banche erano più sane delle altre, ci raccontavamo che il made in Italy era una garanzia, ci raccontavamo che il risparmio privato era solido, ci raccontavamo che la crisi non c'era. In questa visione le due pecche italiane erano note da tempo: l'elevato costo del lavoro e lo Stato inefficiente: sarebbe quindi bastato introdurre un po' di flessibilità, privatizzare ed attendere e ne saremmo usciti meglio degli altri.

Immagino riconosciate l'orgia di luoghi comuni di cui ci siamo pasciuti per lustri e immagino che, a posteriori, vi sia facile riconoscere che molti di questi erano molto sballati: le voci di chi sosteneva che le PMI avevano difficoltà a gestire l'R&D, ad innovare il prodotto, ad innovarsi e a trovare credito, di chi sosteneva che il made in Italy assomigliava sempre più ad un gigante dai piedi d'argilla e basato su una realtà sempre meno solida perchè fondata su Know how facilmente aggredibili, di chi sosteneva che la precarietà flessibilità avrebbe finito col minare le garanzie del credito, di chi sosteneva che le esportazioni non compensavano il crollo del mercato interno non trovavano risposta in primo luogo perchè non trovavano ascolto (sempre che avessero la possibilità di essere diffuse). Persino l'idea di abbandonare l'Euro, con quel suo nostalgico profumo di svalutazione competitiva che già negli anni passati svuotava i salari, riusciva a trovare maggior attenzione.

Il risultato è stato uno spettacolare immobilismo, cui si è iniziato a reagire troppo tardi e male solo con cinque anni di ritardo dall'inizio conclamato della crisi, con l'austerità (e solo con quella) di un Governo Monti che frenò la caduta ma nulla seppe o volle fare per alimentare la crescita. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: la ripresa che comincia a profilarsi altrove è appena a sufficiente a permetterci di non continuare a sprofondare perchè si è fatto troppo poco e troppo male.

In tal senso non siamo stati molto dissimili dalla tanto vituperata Grecia: debito pubblico colossale (partivamo dal 120% del PIL), falsificazioni dei bilanci (ricordate i debiti della P.A. nei confronti dei fornitori? quelli non ancora saldati ma di cui non è più di moda parlare?), una politica di soli tagli e l'irrazionale pretresa di poter creare nuovo debito (quando non eravamo in grado di sostenere quello già contratto) hanno portato i cittadini ellenici nel baratro e noi molto vicini ad esso, talmente vicini che esultiamo davanti a qualche sporadico dato in cui si veda occasionalemente un patetico +0,1%.

Insomma, stiamo imparando a nostre spese che la ripresa non te la creano gli altri, col grosso rischio di non riuscire proprio a vedere il segno +, proprio perchè abbiamo fatto troppo poco. E, come scriverò domani, c'è il rischio che famosissimo bazooka di Draghi finisca col creare solo false illusioni.

Ciao

Paolo

3 commenti:

Michele R. ha detto...

Buondì,
Molti di quei luoghi comuni vengono sbandierati ancora oggi. A cominciare dal Made in Italy.

MR.

PS siamo sicuri che il post è uscito dalla tua tastiera, e non da quella di Oscar Giannino? ;-)

PaoloVE ha detto...

@ MR.:

sono (quasi) offeso: è ovviamente tutta crusca del mio sacco.

Ogni sciocchezza è frutto del mio neurone solitario e me ne assumo la piena responsabilità, in questo post come nei prossimi due.

E poi si vede che non è di Giannino: non c'è scritto nemmeno uno "STATO LADROOOO!!!" nè alcuna ricetta base di privatizzazioni e meno Stato più mercato...

:-)

Ciao

Paolo

Michele R. ha detto...

Hai ragione sono due cose essenziali. Chiedo scusa per aver dubitato :-)

Saluti