C'è ripresa e ripresa / 3

Buongiorno,

non poteva mancare per chiudere il pesante ciclo di post sulla ripresa e nel panorama delle vie di uscita dalla crisi, uno sguardo alla via tedesca, via che mi pare abbia avuto caratteristiche ben più solide, sostenibili ed eque di quelle di cui ho parlato nei due post precedenti relativamente ad Italia e Stati Uniti, anche se, forse, alcuni economisti storcerebbero il naso davanti all'affermazione che la Germania sia oltre la crisi (1), perchè in realtà la sua crescita è estremamente contenuta.

Però, se i numeri non mi ingannano, dall'inizio della crisi:
Il tutto è stato perseguito con una politica economica:
  • volta ad rigore finanziario in primo luogo al proprio interno, per contenere un indebitamento già basso (e conseguentemente il pagamento di interessi e lo scotto di vincoli che i creditori potrebbero pensare di importi). Un rigore economico ottenuto attraverso pianificazione e controllo della spesa pubblica.
  • volta ad utilizzare l'attività bancaria e finanziaria come sostegno alle attività manifatturiere e non come strumenti fini a sè stessi senza peraltro disdegnare di "approfittare" in tal senso di fattori contingenti favorevoli quali il basso prezzo del petrolio, i bassi tassi di interesse o la debolezza dell'Euro (2)
  • volta a indirizzare e sostenere l'industria promuovendone la competitività attraverso meccanismi di razionalizzazione ed innovazione che hanno mantenuto elevato l'appeal del Made in Germany in tutti i settori ad alto valore aggiunto (3) e che presentano prospettive di crescita di lungo termine
Una politica sicuramente difficile e noiosa e probabilmente impopolare per un popolo come quello italiano abituato a sperare nello stellone e di cui intere fasce sociali e di età sono state abituate a vivere per lustri al di sopra delle loro possibilità, scaricando i costi di un tenore di vita insostenibile sugli altri e su chi sarebbe venuto dopo, ma cui è stato chiesto in realtà di rinunciare a pochissimo dei loro privilegi.

Fermo restando che, partendo da un rapporto debito/PIL doppio e da un tessuto imprenditoriale molto meno competitivo di quelli tedeschi sarebe stato impossibile ottenere gli stessi risultati della Germania, probabilmente se in Italia avessimo provato a inventarci meno percorsi di finanza creativa, limitato sprechi pubblici di origine politico-tangentizia, combattuto seriamente l'evasione fiscale, promosso aggregazioni, integrazioni ed innovazione nelle nostre imprese, provato a costruire infrastrutture in base alla reale necessità, ditsibuito i sacrifici in maniera più equa in questo momento gli italiani starebero meglio, il nostro Stato avrebbe molti problemi in meno e non sarebbe costretto a sperare con tutte le sue forze nel bazooka di Draghi (e nell'uragano di miliardi di euro che magicamente e senza ombra di dubbio ci porterà l'EXPO, come è sempre avvenuto per i grandi eventi in Italia). 

Invece continuiamo a scegliere le spending review, le voluntary disclosure, i jobs act, ... : tutte cose che fanno moolto moderno, mooolto cool, mooolto occhialetti dalla montatura colorata, specialmente con un hastag davanti, ma probabilmente generano risultati molto limitati.

Ciao

Paolo

(1) non che l'Italia lo sia, per inciso

(2) rispetto alla solidità dell'economia tedesca l'Euro è debole persino senza che intervenga il QE a deprezzarlo

(3) anche l'Italia ha imprese che operano in settori ad alto valore aggiunto, quali il lusso. Il fatto è che è più facile rinunciare ad un abito di Valentino o ad una bottiglia di Brunello che ad un trattamento farmaceutico per la cura dell'epatite. Il che mi fa pensare che in linea di massima alla lunga sia preferibile un investimento nella tedesca Bayer piuttosto che nella Bondi e Santi, per far due nomi.

2 commenti:

Sandro59 ha detto...

Addirittura un triplo post.
Grazie mille!

Consiglio, a chi non l'avesse già fatto, la visione del film "Inside job".

http://www.mymovies.it/film/2010/insidejob/

MS ha detto...

Tre post che condivido.

"probabilmente se in Italia avessimo [..]"

Già, prima o poi succederà.
Scrivo meglio...
Già, poi o mai succederà.

bye,
MS