A cavallo dei pregiudizi, in minigonna

Buongiorno,

Tommaso ritorna sull'argomento del caso delle minigonne olandesi, cosa di cui lo ringrazio:

qualche giorno fa su questo blog ho liquidato come perdita di tempo il post basato sulla balla (1) pubblicata da Giornale e Libero a proposito del divieto di minigonna in un ufficio pubblico. 

Errore mio: mai sottovalutare la pochezza del nostro sistema informativo. 

Sulla storia della circolare di divieto olandese si possono trovare qui e qui un paio di riassunti, che rendono cristallino come la versione dei due quotidiani sia una non-notizia.
Il fatto vero è una circolare che potrebbe essere stata scritta - e lo è stata, come mostra Paolo nel suo post in qualsiasi scuola o ufficio pubblico italiano.
Ergo il fatto vero non è una notizia!
Ciò che sarebbe una notizia - il legame causale tra richiesta da parte di cittadini stranieri e circolare di divieto - è invece falso.
A questo punto, da giornalisti, bisogna fare una scelta: gettarsi sul ghiotto tema della sottomissione dell'Occidente, omettendo che la notizia - vecchia di dieci giorni peraltro - non esiste? O fare il proprio lavoro e trovare qualche altro tema di cui parlare?
Ruggero Po su Radio1 e Alessio Maurizi su Radio24 hanno scelto la via facile (2) e hanno trattato la notizia come se fosse vera (3) intavolando discussioni con opinionisti e ascoltatori pronti a stracciarsi le vesti sull'Islam che minaccia il nostro stile di vita. Così hanno fatto anche il Corriere della Sera (4) e il Foglio.
E qui veniamo al punto che L. Sofri sintetizza bene qui.
La tentazione (5) di alimentare i pregiudizi e la visione del mondo che fanno comodo è troppo forte per i giornalisti nostrani.
Il problema è che in questo modo non solo si spacciano per notizie fatti che notizie non sono, ma si crea anche una realtà parallela. Quanto grave è che un programma che dovrebbe essere leggero e non esattamente di informazione come Si può fare propagandi - coscientemente - questa bufala? Non ascolto le trasmissioni "divertenti" delle radio commerciali (6), che commentano i fatti del giorno con accenti "gentisti". Sono piuttosto sicuro che anche lì la balla sia stata spacciata, con i soliti commenti degli ascoltatori a seguito.
Quante persone oggi sono convinte che in Olanda gli islamici siano riusciti a vietare le minigonne? Che conseguenze ha questo sul rapporto con gli stranieri?
Ancora più grave è quella che Sofri definisce "totale indifferenza" di fronte a chi obietta che tutta la discussione è basata su una notizia falsa. "La notizia è falsa, ma il ragionamento vale lo stesso." (7)
Su quanti fatti veri è basato un ragionamento-che-vale-lo-stesso? E su quanti falsi?

Quante bufale ci vogliono per creare una verità parallela?

Che conseguenze ha il continuo distacco della realtà giornalistica - e quindi dell'opinione pubblica - dalla realtà dei fatti e delle statistiche?

E - come sempre - può la democrazia funzionare bene in un Paese ignorante e disinformato?
A me questo tipo di giornalismo fa pensare al museo di Storia Tedesca di Berlino, nella sezione in cui ci sono i giornali degli anni Trenta. Col senno di poi siamo bravi tutti a dire: "guarda le palle che scrivevano", ma guardando il sistema informativo di oggi qualche timore per le conseguenze ci dovrebbe venire.
Saluti
Tommaso
(1) La notizia è falsa non perché non sia girata una circolare che chiede un abbigliamento sobrio, ma perché è falso il collegamento tra la circolare e i cittadini stranieri - islamici
Chi non capisce questa differenza non dovrebbe fare il giornalista, forse non dovrebbe nemmeno votare. Se è in malafede non dovrebbe... [delirio di ultraviolenza, da cui mi dissocio].
(2) Sono più sorpreso di Po, che talvolta non delude, Maurizi è imbarazzante nella sua superficialità.
(3) Secondo la redazione di Si può fare, Maurizi avrebbe circostanziato la notizia. In effetti ha detto: "Questa è sembrata essere una mezza bufala, ma bisogna parlarne." In seguito non è stato chiarito che il legame islamici che protestano - circolare che vieta la minigonna non esiste.
(4) La notizia arriva in Italia - con dieci giorni di ritardo, ma riportata correttamente - proprio dal Corriere. Ma dopo che è stata fagocitata dal polpettone fangoso che è la nostra informazione, gli editorialisti del quotidiano non resistono a mestare nel torbido.
(5) "Hai sentito, in Olanda vietano le minigonne perché i musulmani protestano!"
"Dai! Davvero? Figo! Stasera facciamo chiamare Toni da Bojon che dice di riaprire i forni e poi se abbiamo culo chiama anche Abdul da Sulmona e dice che l'Islam non è questo. Se va bene tiriamo un'ora buona, vediamo se c'è anche un estremista da intervistare magari."
"Cacchio"
"Cosa?"
"Ho trovato che non è proprio come te l'ho detta... è la manager dell'ufficio che si è stancata di vedere le chiappe della collega. Gli islamici non c'entrano"
"Ma no! Ho già prenotato Magdi e Cacciari! Adesso mi tocca rifare la trasmissione. Massì chissenefrega, facciamo finta, la gggente vuole questo."

(6) Bisognerebbe chiedersi anche quanto tali trasmissioni contribuiscano subdolamente a modellare il pensiero unico, visti gli ascolti e la uniforme superficialità con cui individui persino più ignoranti dei giornalisti affrontano l'attualità.
(7) La campagna anti-zingari si basa spessissimo su fatti inesistenti, ma provare a contestare puntualmente le varie bufale comporta reazioni irritate esattamente di questo tipo: "Questo fatto non sarà vero, ma resta il fatto che sono tutti ladri"

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