Ripartire

Buongiorno,

nei giorni scorsi abbiamo assistito agli effetti del terremoto nel reatino/piceno e, sperando di aver esaurito la conta dei morti, cominciamo adesso a prendere coscienza dei danni materiali che hanno colpito dei paesi costruiti in altre epoche ed evidentemente non adeguati agli standard di sicurezza che sarebbero necessari.

Pur nel disastro, alcune cose mi sembra abbiano funzionato ed abbiano mostrato dei segnali positivi: i soccorsi hanno dato una dimostrazione di professionalità ed efficienza, riuscendo ad intervenire molto velocemente e a salvare molte persone travolte dalle macerie delle loro case; la macchina della solidarietà si è dimostrata altrettanto pronta ed efficace, sia che si parli delle numerose presenze dei volontari, che delle donazioni di sangue, che di quelle in denaro.

Non è poco, ma non è ancora abbastanza: diciamo che, secondo me potrebbe essere un accettabile punto di partenza.

Perchè adesso, dopo i soccorsi, dopo la solidarietà a chi è stato vittima del terremoto, dopo i ringraziamenti sentiti e doverosi a chi si è prodigato o si sta ancora prodigando, mi piacerebbe veder venire avanti qualcosa di nuovo e diverso.

Qualcosa che non coinvolga solo la ricostruzione di Amatrice, Accumoli e Pescara del Tronto, ma che guardi finalmente oltre, all'intero Paese.

Vorrei veder finalmente assumere geologi ed ingegneri per gestire la messa in sicurezza del nostro Paese sui troppi fronti ancora aperti (dal rischio idrogeologico all'antisismica all'antincendio).

Vorrei vederli utilizzare per le loro professionalità e non troppo spesso forzatamente confinati al mero ruolo burocrati necessari per il benestare alla liquidazione di fatture.Perchè le carte a posto (che non dubito ci siano per la scuola di Amatrice, come ha dichiarato il Sindaco) non sorreggono una scuola da poco ristrutturata in caso di scosse (1), ma un lavoro ben progettato, ben diretto e ben realizzato lo fa.

Vorrei vedere i nostri politici indirizzare le risorse pubbliche verso obiettivi essenziali, e non in mille rivoli e sprechi troppo spesso di dubbia utilità pubblica.

Vorrei vedere noi stessi stessi privati cittadini più responsabili, civili ed attenti ad aspetti fondamentali delle nostre scelte, perchè poi, alla fine, il grosso dipende proprio da noi: in questo terremoto fortunatamente non c'è stato nulla di simile alla strage della Casa dello Studente de l'Aquila su cui recriminare, ma i morti ci sono stati lo stesso e si sono verificati in abitazioni private, quelle che noi abbiamo costruito, noi abbiamo comperato, noi abbiamo spesso lasciato diventare vecchie e noi non abbiamo mai adeguate a norma.

Noi, non lo Stato di cui sempre ci lamentiamo.

Ciao

Paolo

(1) evito di entrare nel merito di quanto è stato detto e scritto rispetto alla situazione dell'ospedale di Amatrice, dove, per quanto ho capito e contrariamente alle prime informazioni, non vi sono stati reparti crollati, ma si è verificata una sostanziale tenuta strutturale, anche se forse non funzionale dell'ospedale, come credo prevedessero sino a pochissimo tempo fa le normative -e come permetteva la tecnologia- . Come dicevo il discorso è piuttosto complesso...

2 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

sulla scuola ti segnaolo il solito ilpost.

Sul discorso "noi" le "nostre case", siamo già pronti a difenderci dicendo che -al solito- lo Stato cattivo ti impedisce di ristrutturare come vorresti, ci sono già i piagnistei sui social su quanto sia difficile la burocrazia.

Infine, siccome sono carico di cinismo, sottolineo che l'efficienza dei soccorsi e della solidarietà è dovuta al fatto che siamo abituati.

Saluti

Tommaso costruttivo

PaoloVE ha detto...

@ T.:

pessimismo cosmico a camionate, eh?! :-)

Cerco di vedere a tutti i costi il bicchiere mezzo (o forse solo un quarto) pieno: in altre occasioni anche recenti, malgrado l'abitudine, soccorsi e solidarietà non hanno dato la stessa dimostrazione. Stavolta è andata un po' meglio.

Ciao

Paolo