Pavidi omuncoli, grandi eroi e squallidi barbari / 2

Buongiorno,

come promesso completo con la seconda parte le mie riflessioni sui protagonisti emersi dall'affondamento del Concordia che avevo iniziato ieri mattina riflettendo sulla tragica maschera del comandante della nave Concordia Francesco Schettino.

Oggi parlerò invece del comandante De Falco (di cui parlerà anche Tommaso tra poco), del commissario di bordo Giampedroni e di chi sta enfaticamente commentando i fatti con troppa faciloneria.
 

Il comandante della capitaneria di Porto

Gregorio De Falco
Per il comandante Gregorio De Falco invece assistiamo ad un processo diametralmente opposto: tra poco le folle si precipiteranno a Piazza S.Pietro gridando "Santo Subito!", il tutto in virtù anche dello stridente contrasto tra il suo tono fermo e deciso e quello titubante e sfuggente di Schettino.

La parola più usata per descriverlo è "eroe", l'Italia intera si rispecchia in lui.

Sia chiaro, per quello che è mi dato capire si è comportato alla perfezione, dimostrando anche nell'emergenza freddezza, decisione e lucidità e cercando purtroppo senza successo di scuotere il comandante della nave dal suo comportamento abulico e sfuggente, e di ciò gli va reso pieno merito. Ma questo fa di lui un professionista abbondantemente fuori dal comune (no, non sono d'accordo con Severgnini, è andato oltre ben oltre la normalità), che è stato determinante nel salvataggio di migliaia di persone (!), ma non un eroe, anche se forse ad avergli impedito di diventarlo è stata solo l'assenza dell'occasione. 

Men che meno sono eroi quelli che pensano, quasi sempre a sproposito, che si sarebbero comportati come lui e che lo usano come metro per valutare Schettino: l'uno, come già detto, era sballottato dalle onde su una scialuppa al buio, l'altro dietro una scrivania in terraferma. Non è sicuramente stato facile per nessuno, ma c'è una differenza enorme tra le due situazioni e dovrebbe essere immediato capirlo. E sarebbe molto molto bello se fossero in tanti gli italiani in grado di comportarsi come lui: saremmo un paese estremamente migliore di quello che in realtà siamo.

A me resta da capire se fosse la capitaneria di porto in questione a dover interverire per tempo ad evitare il ripetersi dei frequenti passaggi delle navi troppo vicino agli scogli dell'isola, cosa che non pare essere successa.

Il commissario di bordo

La definizione di eroe sembra invece attagliarsi bene al commissario di bordo, Manrico Giampedroni, che ha continuato a fornire assistenza ed aiuto ai passeggeri anche quando la situazione è diventata drammatica e pericolosa per la sua stessa incolumità, al punto di rimanere lui stesso imprigionato sulla nave e rischiare la vita. 

In tutte le intitolazioni troneggia la formula "Con supremo sprezzo del pericolo" che definisce in maniera retorica ma efficace l'essenza dell'eroe: mi pare che in questo caso, per quanto è dato sapere, a nessuno la formula si applichi meglio che al commissario Giampedroni, ma in assenza di telefonate che lo espongano ai riflettori dei media, di lui si parla molto meno che dei due protagonisti già citati...

Anche altri protagonisti si sono dimostrati ben più che all'altezza, e talvolta ne hanno pagato lo scotto: l'ufficiale ospite per un passaggio che sta continuando ad operare come volontario assieme ai soccorritori, il batterista che si è probabilmente sacrificato per lasciare il suo posto sulla scialuppa ad un bimbo,...

I commentatori

Sono il quarto impersonale, superficiale, un po' schifoso e feroce protagonista di cui voglio accennare.

Francesco Schettino sta venedo impiccato ad una serie di telefonate rese inutilmente pubbliche: il fatto che vengano rese note alla gente non aggiunge nulla alla possibilità di chi ne ha titolo e dovere di definire la sua posizione e comprendere ciò che è successo, ma sono essenziali per esporlo al pubblico ludibrio. 

Eppure non sento nessuno scadalizzarsi per questo abuso. Non è rimasto nessuno di quelli che fino a solo un anno fa opponevano la privacy ed il presunto stato di polizia al diritto degli elettori di conoscere i  comportamenti dei loro rappresentanti per come uscivano dalle spesso tanto vituperate intercettazioni telefoniche.

Anzi mi pare proprio che tra quelli che allora si fregiavano del titolo di garantisti vi siano oggi i più solleciti propalatori delle registrazioni.

Eppure allora la pubblicazione delle intercettazioni era infinitamente più giustificata, visto che spetta alla gente scegliere coscientemente i propri rappresentanti, e quelle telefonate potevano aggiungere degli elementi di conoscenza importanti, mentre non compete alla gente eleggere il comandante di una nave da crociera.

Ciao

Paolo

9 commenti:

Lorenzo ha detto...

Carissimo Paolo,
esco per una volta dalle tenebre dalle quali "lurko" con regolarità il tuo Blog, per esprimere, più che un dissenso, un dubbio: siamo proprio sicuri che il fatto di additare al pubblico biasimo il comportamento dello Schettino e apprezzamento per la serietà di De Falco (e ancor più di Giampedroni) sia poi così inutile?
Ritengo che una fetta non trascurabile dei problemi dello Stivale dipenda dall'aver perso la capacità di vergognarsi dell'inaccettabile.
Per troppo tempo siamo vissuti immersi in un brodetto sottoculturale che spingeva sotto sotto ad ammirare il furbetto, il "pragmatico", quello che "sapeva stare al mondo" o "sapeva tutte le scorciatoie", magari l'evasore, il disonesto, la faccia di bronzo, e, parallelamente, a corbellare l'onesto, lo scrupoloso, magari l'altruista e il disinteressato.
Forse è ora che chi si deve vergognare ricominci a sentirsi a sentirsi un po' a disagio, e che la gente ricominci a condividere dei modelli per i quali chi si comporta bene venga additato alla pubblica ammirazione.
Anche così si risana questa povera patria. ;)

Lorenzo

Se si tollera qualcosa, diventa sopportabile e poco tempo dopo anche normale. Israel Zangwill

Michele R. ha detto...

ahahah
strepitosi i link a "il giornale". Mi sono sbagliato a sostenere ieri che era inutile il post. E' utile - eccome - per ricordarci di certi giornali inutili anche per incartare il pesce.

PaoloVE ha detto...

@ Lorenzo:

penso anch'io che tollerare sia sbagliato, però siamo in uno stato di diritto e le giuste pene devono essere quelle comminate dalla legge, non quelle accessorie che possiamo inventarci ed erogare "ad capocchiam".

Posso pensare di derogare da questa regola solo per chi sta al di sopra della legge: purtroppo credo che l'abuso dell'immunità dei nostri politici giustifichi l'abominio della gogna mediatica come male minore. Ma per gli altri i tribunali ed i giudici ci sono ed è giusto che facciano il loro lavoro, come sarà certamente nel caso di Schettino, per il quale, puoi scommeterci, la Costa crociere e le sue assicurazioni non faranno certo mancare elementi di addebito tali da affossarlo, nel tentativo di chiamarsi fuori. Credo che sia uno dei motivi per i quali un tempo il comandante affondava con la nave: se fosse sopravvissuto sarebbe stato peggio.

Ciao

Paolo

Michele R. ha detto...

@lorenzo
Quello che oggi viene definito un eroe è un ufficiale delle capitanerie, che è preposto alla sicurezza in mare. Dalle foto pubblicate nei giorni scorsi la pratica dell'"inchino" era assai ricorrente non solo tra navi da crociera. Quindi cosa stranota. Dove erano "le capitanerie di porto" prima del fattaccio? Dormivano e/o non erano a conoscenza della cosa? Potrei anche pensare che forse avevano gli occhi foderati di prosciutto,altrimenti avrebbero raccomandato i comandanti e le compagnie a tenere una rotta più sicura. E noi non saremmo qui a parlare di questo, il che era meglio per tutti.

PaoloVE ha detto...

@ MR:

è mia convinzione personale che le capitanerie sapessero della pratica e sapessero altrettanto bene che ogni intervento a tutela della sicurezza sarebbe stata per loro fonte infinita di colossali rogne: dalle aziende che gestiscono le crociere ai sindaci dei comuni interessati ai crocieristi stessi si sarebbero levate proteste ed alti lai.

"Boicottano il nostro settore", "Coi sistemi odierni non si corre alcun pericolo", "Così i turisti andranno su altre rotte dove è possibile", "Così il turismo muore", ...

Come ho già detto un bell'esempio lo abbiamo a Venezia, dove da anni si nega il problema e dove si riuscirà a mantenere la situazione com'è. Fino a quando non succederà qualcosa di grave anche lì, perchè il precedente della Mona Lisa non è giunto a conseguenze sufficientemente visibili.

Ciao

Paolo

Lorenzo ha detto...

Lasciamo perdere le infinite dietrologie all'italiana ed atteniamoci ai fatti: c'è un capitano che ha fatto deliberatamente una manovra spericolata, che ha messo in pericolo migliaia di vite e ne ha spente decine.
Con il suo comportamento successivo ha poi disonorato se stesso, la sua categoria e il suo paese. Questo è evidente da tutta la documentazione (basti http://www.ilmessaggero.it/documenti_pdf/documento-gip-grosseto.pdf) ed è necessario dirlo alto e forte.
Quanto poi alle conseguenze legali, saranno valutate nelle sedi opportune, e l'esperienza fa temere che poco avranno a che fare con la giustizia.
IMHO dobbiamo imparare a dire basta alle posizioni semigiustificative della categoria "sì, parcheggiavo in terza fila, sul posto degli handicappati, sopra tua nonna, ma lo fanno anche gli altri..."
Che chi deve, si vergogni!
...scusa lo sfogo... :o)

F®Ømß°£ ha detto...

@Lorenzo

credo che la "difesa" di Schettino sia dovuta alla foga con cui orde di sciacalli travestiti da giornalisti stanno facendo del comandante della Concordia un capro espiatorio.

Ha sbagliato a fare la manovra, è scappato, non si è assunto nessuna responsabilità. Pagherà per questo.

Cosa c'entrano i video in cui lo si vede con lo champagne?

Perché si è detto che ha preso un taxi la notte stessa per andare in albergo quando poi è risultato che ciò è avvenuto la mattina dopo?

Perché leggo titoli come "Per Schettino l'inchino era una consuetudine", quando lo era per tutti i suoi colleghi con la compagnia che se ne bullava sul proprio sito?

Perché devo subire su giornali, televisione e social-pensiero-unico-network, alla crocifissione di quest'uomo da parte di persone che statisticamente non sono diverse da lui e parcheggiano regolarmente nel posto degli handicappati?

Schettino pagherà per le sue colpe, che sono gravissime, ma l'amministratore di Costa Crociere si dimette? Qualcuno paga per aver tollerato manovre proibite dalla legge?ù

Non si tratta di giustificarlo, si tratta di vedere attraverso il polverone che sollevano le pietre che gli lanciano contro: in quel polverone, ci sono altri responsabili che non si vergognano.

Scusa tu lo sfogo questa volta :-D

Tommaso

Alia ha detto...

Tra gli eroi aggiungerei i vari camerieri, spesso stranieri, orientali, sottopagati, che, a detta dei naufraghi, sono stati molto attivi - oltre al commissario di bordo e spero anche qualche altro marinaio - nel prodigarsi per aiutare.

Michele R. ha detto...

Caro Lorenzo,
c'è un capitano che ha fatto deliberatamente una manovra spericolata, che ha messo in pericolo migliaia di vite e ne ha spente decine.

Che Schettino sia indifendibile non ci piove. Prima ha fatto il danno e poi è scappato. Ma rifletterei sulle responsabilità anche di altri. Sia io che Paolo condividiamo l'idea - e lo testimoniano le foto - che l'usanza dell'inchino era cosa stranota, tanto che sempre Repubblicariporta che sottolinea Le battaglie di De Falco nel 2005 contro gli "accosti". Paolo faceva notare che - tanto per cambiare - ci sarebbe stata una levata di scudi se si fossero prese disposizioni:

"Boicottano il nostro settore", "Coi sistemi odierni non si corre alcun pericolo", "Così i turisti andranno su altre rotte dove è possibile", "Così il turismo muore", ...

Già me li immagino.

Come al solito - da tradizione mooolto italica - si chiude la stalla quando le vacche sono scappate dal momento che si va verso lo stop agli "inchini".