NO: un successo di cui non esultare

Buongiorno,

per vari motivi non riesco a condividere l'entusiasmo con cui alcuni (in realtà fortunatamente non molti) hanno accolto l'ampio successo del NO al referendum costituzionale.

Il primo, quello più epidermico e banale, consiste nella qualità della compagnia. L'esibizione di certi figuri della politica schierati per il NO è stato secondo me l'elemento più forte utilzzato da Renzi per promuovere il SI (non che anche tra le fila dei proponenti mancassero perle dello stesso stampo, beninteso), ma una cosa è votare accidentalmente (e quasi certamente per motivi diversi) come Brunetta e Salvini, un'altra è festeggiarci insieme. 

A tutto c'è un limite, anche per me (1).

Il secondo è il fatto che, malgrado borse e tassi di interesse sul debito pubblico non siano impazziti (come prima ampiamente pronosticato e promesso per promuovere il SI) in conseguenza del risultato e delle dimissioni del Presidente del Consiglio, i problemi economici nazionali abbondano e non tarderanno a riportare l'Italia al centro dell'attenzione in Europa e sotto la pressione dei mercati internazionali. E' quello che succede quando, invece di comprendere e risolvere i problemi, li accantoni o non li affronti razionalmente.

Diciamocelo chiaramente: non c'è tempo per esultare, ma è necessario dare velocemente un governo autorevole al Paese, e con esso una politica economica degna di questo nome, se no torneremo in breve a vedere i titoloni "Fate presto!" a tutta pagina.Cosa non facile dopo che Berlusconi ha distrutto il centrodestra,  Renzi il centrosinistra e il M5S è privo di una classe dirigente credibile.

Infine ho un motivo più profondo e preoccupante, che viene dall'analisi dei flussi di voto: secondo la stragrade maggioranza degli analisti sembra che i giovani, benchè minoritari come elettorato e rimasti in gran parte lontani dalle urne, abbiano votato massicciamente NO. Il che non rappresenta in realtà nulla di cui meravigliarsi, visto che da decenni la parola riforma coincide con lo scaricare per intero o quasi sulle loro spalle il peso delle inefficienze e dei privilegi del nostro Paese. 

Ma, poichè secondo me il voto è scaturito solo raramente da una analisi di merito sul quesito (2), questo rifiuto segna probabilmente il fatto che in questo modo siamo giunti ad aver creato una o più generazioni conservatrici ed avverse al cambiamento, per di più proprio nella fascia di età normalmente più vitale e più incline ad accettare e promuovere innovazione e progresso.

E temo che questa cosa si traduca nell'aver generato un Paese immobile e conseguentemente destinato ad un declino pluridecennale.

Ciao

Paolo

(1) C'è poco da gioire anche per la minoranza interna del PD: se le analisi dei flussi sono corrette solo il 19% dell'elettorato del PD ha votato NO. Anche volendo impropriamente usare questo metro temo che ciò significhi l'irrilevanza politica di Bersani & co. all'interno di un PD che è rapidamente diventato il partito di Renzi.

(2) Credo che sia stato originato più frequentemente da una analisi di merito sull'operato complessivo di Renzi, ed ancora più frequentemente da un approccio da tifoseria pro e contro il Premier e pro e contro il cambiamento in sè e per sè...

2 commenti:

Michele R. ha detto...

Ciao Paolo,
voglio segnalare a chi non l'avesse letto l'intervista al Fisico Stephen Hawking (non credo che abbia bisogno di presentazioni) su Brexit e Trump e il presente così inquieto. Noi non veniamo citati, ma possiamo tranquillamente rientrare nel suo ragionamento:
http://www.repubblica.it/economia/2016/12/07/news/le_e_lite_imparino_l_umilta_o_il_populismo_sara_trionfante-153609352/?ref=HRER2-2

Saluti

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

la scelta per il sì o il no per me è stata determinata dal bilancio tra gli effetti della riforma sulla Costituzione e le conseguenze politiche.

A mio giudizio i possibili danni e i possibili benefici della riforma erano di portata non enorme. Al contrario, tutto quanto espresso nel post di oggi - come conseguenze politica - mi sembrava assai più pericoloso.

Rimango indeciso anche ora sul giudizio. Vedremo quanto catastrofico sarà lo scenario dei prossimi mesi o se invece qualcosa di buono possa venire fuori dall'aver fermato l'ascesa di Renzi.

Hawking non è ottimista, e articoli come quello abbondano sulla stampa americana - specialmente dopo l'avvento di Trump. Staremo a vedere - se non ci ammaleremo a causa del calo delle vaccinazioni per una legge popolare sostenuta dai grillini, si intende ;-).

Non so se sia corretto considerare i giovani come un corpo sociale omogeneo. Non credo comunque che si tratti di conservatorismo, temo si tratti tra l'altro di nichilismo, risultato di anni e anni di diseducazione fornita dai media. Anni e anni in cui l'unico messaggio che si è passato è che tutti sono uguali, rubano e ti vogliono fregare. Informazione, programmi di intrattenimento, gli stessi politici hanno giocato su questo sentimento. Questo è quello che succede.

Saluti

T.