Buongiorno,
in questi giorni è passata praticamente sotto silenzio mediatico la risposta dei vicini europei alle prese di posizione del nostro Ministro degli Interni in materia di chiusura dei porti italiani alle imbarcazioni che abbiano soccorso profughi in mare ed al conseguente tentativo di reindirizzarle verso porti europei di altra nazionalità.
E, contrariamente a quanto probabilmente si aspettava chi apprezza l'idea di battere i pugni e rovesciare il tavolo, non mi pare sia una risposta accomodante.
Anzi, mi pare che sia in concreto più minacciosa delle nostre azioni, dato che ricorda che in assenza di accordi in materia (e noi italiani, è bene ricordarlo, abbiamo appena contribuito ad affossare la riforma del trattato di Dublino), la Germania ha dichiarato per bocca del suo Ministro degli interni Seehofer la possibilità di riprendere i controlli alle frontiere, dichiarazione cui il Primo Ministro austriaco Kurz ha dato seguito dichiarando che tale iniziativa attiverebbe in automatico ed in poche ore le strutture costruite al confine con Italia e Slovenia già costruite a questo scopo l'anno scorso.
E, a chiarire ulteriormente il messaggio, si rammenta che dal primo giugno Germania ed Austria, pur in regime di flussi in costante diminuzione, hanno già rafforzato i controlli alle frontiere.
Se ciò non bastasse, in una corrispondenza di amorosi sensi, dalla Francia Macron, tra i molti dettagli snocciolati a confermare il crescente allineamento franco tedesco, suggella il tutto con un ancora più esplicito "Concordiamo sul fatto che quei migranti che vengono registrati in un Paese e vanno in un altro devono essere rimandati indietro al più presto".
Tiriamo le somme? Francia Germania ed Austria ci stanno dicendo che così stiamo andando intenzionalmente a sbattere contro una realtà che ci vede tra l'incudine delle fughe dalla Libia ed il martello dei nostri principali partner che vogliono sigillare le nostre frontiere e rimandare indietro i migranti transitati dall'Italia e già giunti in altri Paesi Europei...
Ciao
Paolo
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