Buongiorno,
S.Precario, un santo dannato |
la manifestazione nazionale contro il precariato di questi giorni ha riportato all'attenzione un fenomeno che sta rappresentando la prima fonte di esclusione sociale dei giovani italiani (e non più solo dei giovani) ed uno dei motivi di instabilità economica per il nostro sistema paese (avevo parlato di come i rapporti di lavoro precari avessero contribuito a generare la crisi sub prime più di un anno fa in questo post).
Il problema precariato con il passare del tempo continua imperterrito ad ingigantirsi, proporzionatamente ai numeri di lavoratori che interessa, senza che sinora nessuno abbia provato ad andare oltre qualche sterile dichiarazione di principio.
Per avere una idea delle dimensioni del fenomeno basti pensare che attualmente i lavoratori precari sono in Italia circa quattro milioni su un totale di ventun milioni di lavoratori con un trend crescente come illustrato qui sotto in modo esemplificativo:
Le dimensioni del problema: grazie a lavoce.info |
Ebbene, questa situazione è stata spunto per una proposta molto drastica e un po' semplicistica (ma che da parte mia ritengo corretta sia nei contenuti che per il fatto che finalmente qualcosa si muove) da parte di Gianfranco Fini, che certamente gli varrà le simpatie degli under quaranta e che confermerà nelle sue idee chi lo vuole pericoloso comunista, il famigerato e trinariciuto "compagno Fini".
Il compagno Fini |
Il presidente della Camera è infatti giunto ad ipotizzare di semplificare il quadro normativo del lavoro unificando in un'unica forma contrattuale a tempo indeterminato il lavoro dipendente. In sintesi la proposta è di redistribuire le tutele: maggiore facilità di licenziamento rispetto ad ora compensata dalla semplificazione normativa e dalla tutela sindacale che così gli attuali precari avrebbero modo di recuperare. Eccezioni ammesse solo per lavori stagionali o legate ad un progetto temporaneo.
Interessanti ed emblematiche delle divisioni generazionali che si sono ormai create in Italia sono le reazioni alla proposta: guardate i risultati del sondaggio su Repubblica (i cui lettori dovrebbero in linea teorica essere favorevoli ad affrontare in qualche modo il problema): personalmente interpreto la perfetta spaccatura come la umiliante voglia di tutelare il proprio piccolo privilegio di un tempo indeterminato intoccabile da parte di chi già ce l'ha, proprio come interpreto la scomposta reazione di Antonio Di Pietro altrettanto conservatrice ed ottusa (i dipendenti in assenza di forme contrattuali diverse avrebbero modo di essere molto più compatti nelle rivendicazioni e di fatto più tutelati, altro che ventun milioni di precari).
In questo caso credo che Fini si stia dimostrando migliore di chi lo ha eletto, e, per un politico italiano, si tratta di una bella novità.
In questo caso credo che Fini si stia dimostrando migliore di chi lo ha eletto, e, per un politico italiano, si tratta di una bella novità.
Ciao
Paolo
Precario
20 commenti:
Buongiorno,
anche Oscar Giannino stamane ha parlato della proposta di Fini, naturalmente da buon mercatista (cosi si è definito), lui sarebbe favorevole all'idea. Idea della quale anch'io sono favorevole a patto di concepire la legge in modo tale, causa mancanza di senso di responsabilità sociale dimostrata spesso e volentieri, da non permettere agli imprenditori di abusarne cosi come hanno fatto con altre tipologie di contratto.
OT dedicato alla zanzara che c'è in noi:
Dopo mesi di separazione ecco a voi il confronto tra Cruciani e Telese al festival del giornalismo.
Cosa ci fa Cruciani al festival del giornalismo?
@ Clem:
ROTFL! sai essere di una perfidia assoluta (ed assolutamente giustificata: probabilmente è ospite di Telese oppure hanno una sezione dedicata agli ex).
Invece ho per te due notizie: quella di cui essere molto orgoglioso è che il tuo post sull'Italia vista da fuori è per ora il più letto in assoluto del Blog, quella di cui non essere orgoglioso è che in molti ci arrivano ricercando "Dolph Lundgren" :-) (e sarei curiosissimo di sapere come è finito qui e cosa voleva chi cercava "Calabria sadomaso")
Misteri della blogosfera...
Ciao
Paolo
@ MR:
stasera ho sentito un pezzo della trasmissione di Giannino: effettivamente è stata interessante.
Positivo che Fini abbia lanciato un sasso nello stagno con un argomento di interesse generale, mentre in generale ci si occupa solo degli interessi di un singolo.
Ciao
Paolo
Sono anch'io sufficientemente ottuso da concordare totalmente con...
[la scomposta reazione di Antonio Di Pietro (e Zipponi) altrettanto conservatrice ed ottusa].
:)
@ Sandro59:
mi spieghi dove vedi il vantaggio a restare nella situazione attuale (datori di lavoro compatti e lavoratori divisi) rispetto a ricompattare anche il lato debole del rapporto?
Perchè di questo mi pare si tratti, al di là degli slogan.
Che la legislazione italiana attualmente renda molto complesso licenziare un lavoratore a TI mi pare sia un fatto (anche se chi parla di impossibilità dice delle eresie), e forse qualche concessione in tal senso non sarebbe poi così grave, mentre dall'altro lato cesserebbe il primo strumento che gli imprenditori stanno utilizzando per giocare al ribasso con i dipendenti e cioè il dividi ed impera.
Trattandosi poi di politica, nulla si ottiene senza niente in cambio, per cui pretendere il TI per tutti senza contropartita essendo la controparte debole della trattativa mi pare molto velleitario e il cambio flessibilità per tutti in cambio di contrattazione unificata mi pare il cambio meno doloroso, specialmente in prospettiva di lungo termine.
Ciao
Paolo
Paolo, non riesco piu' a postare i commenti... eppure ne ho critti di belli (ok, non belli belli, diciamo leggibili!)
:(
@ pale:
"Paolo, non riesco piu' a postare i commenti... eppure ne ho critti di belli (ok, non belli belli, diciamo leggibili!)"
Posso solo dirti di insistere: l'altro giorno anche francesca mi ha segnalato qualche problema, che mi pare si sia però risolto da solo...
Io non sto facendo niente..
Ciao
Paolo
P.S. Ammetterai che affidare ad un commento la notizia che non riesci a postare commenti è quanto meno buffo, no?
@ Pale
P.S. 2
se non riesci mandami il commento via email che mi sostituisco nel postare...
Ciao
paolo
[Che la legislazione italiana attualmente renda molto complesso licenziare un lavoratore a TI mi pare sia un fatto].
Ecco, a me invece pare una gran bella bufala. Certo, se ascoltiamo Oscar Giannino...
Basta leggere il nostro contratto nazionale, e ci si rende conto di quanto sia tutelata l'azienda nei confronti del presunto lavoratore infedele, inadatto, "fannullone"...
Certo che se si vuol dare la possibilità di licenziare uno perché comincia a non essere più particolarmente simpatico...
E anche lì, con la storia della "fiducia" ne stan succedendo delle belle.
Da noi qualche tempo fa hanno preteso che tutti i dipendenti firmassero un documento in cui si impegnavano a rispettare tutta una sorta di impegni ("policy" aziendale?), naturalmente compilato dai legali dell'azienda stessa, unilateralmente e senza alcun intesa coi sindacati.
Non entro nel merito del contenuto, non è quello in questione.
La minaccia era: "Se un dipendente si rifiuta di firmare, l'azienda potrebbe chiederne il licenziamento perché non ha più fiducia in lui.
Vero? Falso? Intanto ci provano. E funziona benissimo: non un rifiuto.
Ma come, non abbiamo già tutti i nostri contratti da rispettare,e le leggi, e lo Statuto dei lavoratori?
Non bastano?
[forse qualche concessione in tal senso non sarebbe poi così grave]
Nei primi anni in cui io lavoravo, ricordo benissimo che i contratti (nazionali e aziendali) erano frutto di vere trattative. Do ut des. Concessioni e vantaggi per ambo le parti.
Sono ormai un paio di decenni che si verifica sempre più (con una crescita che potrei definire esponenziale) il meccanismo secondo cui la parte "datoriale" detta l'agenda, avanza le sue pretese, in cambio concede poco o nulla.
E i sindacati sempre sulla difensiva.
20 anni che si ragiona in termini di "forse qualche concessione", solo che più concedi, più si fanno pretenziosi nel chiedere.
Perché a quanto pare i famosi "garantiti", "privilegiati" (che coraggio definirli così, però...) pare non lo siano poi così tanto.
Solo (spesso apparentemente) meno precari di quelli "veri".
Dice niente il nome "Marchionne"?
Massì, che ci costa, continuiamo a concedere...
A proposito, nessuno mi ha dato un minimo parere sullo scenario descritto da Barnard (capisco che ci voglia un po' di tempo per "digerirlo" se già non se ne era a conoscenza):
http://www.paolobarnard.info/interventi_indice.php
@ Sandro59:
per fare un parallelo scacchistico considero aderire alla proposta di Fini sacrificare un pedone per acquisire un vantaggio di posizione bloccando la regina avversaria: mi mangi un pedone ma non potrai più usare il tuo pezzo migliore.
Da oggi puoi licenziare più semplicemente, ma hai davanti un sindacato che rappresenta tutti, non mille interlocutori diversi ed in gran parte senza rappresentanza. Fine del divide ed impera che tanto bene Marchionne interpreta.
Certo che anche i privilegiati non se la passano bene: come fanno a pretendere qualcosa quando partite IVA, "consulenti", cococo, cocopro, interinali, lavorano di più per meno e non fiatano? Il loro destino in questo scenario è evidentemente di estinguersi, che gli piaccia o meno, visto per l'imprenditore sono una alternativa migliore i lavoratori non tutelati. Con tanti saluti al potere del sindacato che rappresenta sempre meno persone.
Ciao
Paolo
Sandro, in merito al tuo primo commento (il primo degli ultimi due che hai postato di seg... ok, 17:41 per intenderci :) )
La domanda vero o falso è un po' la chiave. Se è falso, il discorso di Paolo regge, se è vero, no.
Però, anche se fosse falso, è sempre possibile trovare una scappatoia un po' dappertutto. Il mio capo, nel mio precedente lavoro, mi disse che potevo usare il telefono aziendale per chiamare casa/fidanzata senza problemi: passavo le settimane in giro per l'Europa e anche se sul contratto non si diceva niente in proposito era ragionevole che potessi chiamare casa/fidanzata per mantenere contatti umani, tanto più che il mio stipendio da primo impiego non mi consentiva di spendere i milioni in telefonate. Però a fare i pignoli, quel mio uso del telefono sarebbe stato considerato improprio e potevano usarlo come pretesto per licenziarmi, immagino, dato che il capo mi disse la cosa a voce. Ma, scappatoie e cavilli a parte, direi che si può approssimare il contratto TI con un contratto a prova di bomba, paragonato ai contratti di tipo precario.
Cosa succede oggi, coi sindacati? Hai fatto un perfetto ritratto, nel secondo post. Succede che i lavoratori come categoria sono frazionati, e i sindacati si trovano a difendere (a volte a torto a volte a ragione) con le unghie e coi denti lo status quo dei TI, per cui se i datori di lavoro sono responsabili dell'abuso dei contratti TD, i sindacati sono come minimo corresponsabili della spaccatura nel tessuto dei lavoratori italiani.
In questo, la proposta di Fini è davvero una boccata d'aria fresca, perché de-frammenterebbe la situazione, con l'effetto positivo di creare un fronte comune dal lato lavoratori, e di obbligare i sindacati ad occuparsi meno di difendere lo status quo tout court e più a confrontarsi con la realtà economica cangiante che è una novità non passeggera.
Tutto questo tenendo conto del fatto che ci sono situazioni in cui ambo le parti sono in buona fede, ma non basta che il sindacato dica "il lavoro c'è e i soldi sono questi" per farli apparire magicamente dal nulla (Atlas Shrugged docet). Vado a leggere il tuo link :)
Ah, dimenticavo: questa è per Paolo, per portare lettori al sito: Dolph Lundgren donne nude bunga bunga.
Capisco il punto di vista, Paolo.
Peccato che siano le stesse motivazioni che sentivo fornire a profusione anni fa per sponsorizzare quella flessibilità che avrebbe portato magicamente più lavoro, benessere e bla bla bla. Infatti...
Cerca di capirmi: di giornalisti benestanti, politici, manager che vengono cacciati per incapacità con fior di buonuscite milionarie e che chiedono A ME, CONVINTO E CONSENZIENTE, ulteriori concessioni e sacrifici, non mi fido più.
Faranno comunque polpette di noi lavoratori, perché loro giocano già ORA a scacchi con tre regine, e ne vogliono di più.
Pretendo solo di avere il diritto di sostenere che sarà l'ennesima presa in giro. Pensa come mi accontento di poco!
Complimenti, per il post successivo! Sei in ottima forma.
@Clem. Sono cazzi: non è un semplice link, è un intero blog.
Per completare il mio pensiero:
[...di giornalisti superbenestanti, politici, manager che vengono cacciati per incapacità con fior di buonuscite milionarie...]
CHE DA ANNI MI VENGONO A RACCONTARE che non ci sono soldi, che il problema è la CRESCITA (e non la distribuzione),
...e avanti come da commento precedente.
P.s.: i complimenti a Paolo per il post successivo comprendono naturalmente le battute che ha inserito nei commenti.
... e direi che con il finale "sono craxi" abbiamo aggiunto ulteriori visite al blog. Ben fatto, Sandro! :D
@ clem:
veramente le motivazioni che ricordo io parlavano di necessità di ridurre la disoccupazione (-le imprese non assumono perchè non possono licenziare- mentivano)e rendere competitive le imprese italiane rispetto alle altre, cosa che le riforme del lavoro effettivamente hanno fatto, minando però la qualità del lavoro e delle imprese stesse...
Ciao
Paolo
Immagino fosse @Sandro, non @me
@ clem:
immagini benissimo.
Errore di sbaglio. :-)
Ciao
Paolo
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