Buongiorno,
la pubblica indignazione che ha accolto le dichiarazioni di Moretti di cui avevo già parlato qui, ha portato a focalizzare l'attenzione sull'inadeguatezza dei manager pubblici e sui loro compensi spesso ingiustificati, confinando il problema al recinto del pubblico ed alimentando il solito mito che certe cose nel privato non succedono perchè lì le remunerazioni sono legate ai risultati e, ove anche capitassero sarebbe un problema esclusivamente della proprietà.
Un mito che è una solenne duplice colossale cazzata.
In primo luogo perchè, specialmente in condizioni di mercati asfittici e/o molto competitivi l'errore e l'inadeguatezza del manager non lo sconta solo la proprietà, anzi, con tutta evidenza lo scontano per primi i dipendenti, cui sempre più spesso sono richiesti sacrifici in termini economici sino a giungere al licenziamento e lo sconta anche tutta la comunità, che attraverso la fiscalità alimenta gli ammortizzatori sociali come la cassa integrazione o i sussidi di disoccupazione.
E non mi si dica che la disoccupazione non è un problema per i dipendenti licenziati, nè che in molti casi la chiusura di una azienda dipenda ampiamente da inadeguatezze manageriali, visto che il crescente fenomeno del cosiddetto workers buyout. la certifica chiaramente proprio questo fenomeno.
Quindi no, l'inadeguatezza (1) dei manager privati non è un problema esclusivo della proprietà, ma lo è in primo luogo per i dipendenti e lo è anche per l'intera società, e questo rappresenta una delle due gambe della solenne bufala.
Quanto all'altra gamba, quella delle retribuzioni eccessive scollegate dai risultati, basta guardare un po' nelle pieghe un po' più nascoste per trovare evidenza del contrario. Per limitarci agli ultimi giorni:
Oppure preferite parlare dei bonus del manager del gruppo RCS Pietro Scott Jovane (di cui avevamo già citato alcune prodezze quali la vendita della sede del Corriere, ma che sembrano essere solo un pezzo di un triste quadro ben più ampio)?
E, per non far perdere tempo, ecco un link con un po' di ulteriori (ed anche più eclatanti) esempi di un fenomeno molto diffuso, poco discusso ed ancor meno censurato.
E, per non far perdere tempo, ecco un link con un po' di ulteriori (ed anche più eclatanti) esempi di un fenomeno molto diffuso, poco discusso ed ancor meno censurato.
Insomma, non è che il sacro (ed in gran parte giustificato) furore scatenato contro Moretti non è altro che lo specchietto per allodole per non farci vedere che la situazione è trasversalmente diffusa anche tra i manager privati ed altrettanto deleteria per il nostro Paese?
Ciao
Paolo
(1) No, non sto confondendo le carte in tavola: l'eccessiva remunerazione è una forma di inadeguatezza, perchè sottrae indebitamente risorse all'azienda, limitandone la capacità di investire, innovare e produrre.
2 commenti:
Buondì,
condivido quanto scritto nel post.
Purtroppo il pensiero per cui "se non lo fanno con i nostri soldi, facciano ciò che vogliono" è molto diffuso. Alimentato con vigore da numerosi opinionisti in modo trasversale.
Da un lato gioca l'odio tutto italiano per ciò che è pubblico. Dall'altro lato è molto facile trascurare le ricadute "pubbliche" dell'inadeguatezza del management privato, ricadute che descrivi bene nel post.
Sullo sfondo rimane non affrontato il nodo centrale del continuo ampliarsi del divario tra i pochi più ricchi e la maggioranza della popolazione, sempre meno "ceto medio".
Saluti
Tommaso
Buongiorno,
A proposito degli stipendi dei nostri uomini in cravatta, Gilioli stamane ci illustra del perché siamo giunti a tanto. Quello che mi stupisce (poco) è che già da tempo vengano critiche e proteste per atteggiamenti di certe facce di bronzo, non consoni ai tempi.
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