Buongiorno,
le piccole beghe relative alle quote rosa aperte dal faticoso procedere della semiriforma del sistema elettorale (1) -quote rosa cui incidentalmente sono favorevole in via temporanea e considerandole il minore dei mali per provare a scardinare un sistema ingiusto ed immobile se ben applicate (in regimi di liste bloccate mettere tutte le donne nella seconda metà della lista è inutile quanto mettere le "bamboline" in cima alla stessa)- mi danno lo spunto per una veloce considerazione sul cattivo stato del femminismo italiano.
Perchè, sebbene io sia convinto che in Italia il femminismo abbia purtroppo ancora ragion d'essere a fronte di una condizione femminile che non è certo di parità nei confronti dell'uomo, dall'altro lato vedo che questo si è spesso adagiato su luoghi comuni condivisi che non aiutano certo il progresso della condizione femminile.
Di come venga affrontato il problema del femminicidio e della violenza sulle donne avevo già detto qui, ma il problema va oltre, nella mancata corretta considerazione di sè stesse e di quella che viene ancora troppo spesso vissuta come la "controparte" maschile. E porto per ciascuna situazione due esempi di quelle che per me sono esagerazioni oltre il limite del ridicolo: questa (non i simpaticissimi ed ironici video, ma il disarmante commento finale) e questa, purtroppo più paludata ed istituzionale.
Ma la mancanza di misura nell'affrontare l'argomento emerge pressochè sempre: qualcuno se ne esce con dati più o meno ridicoli sul valore del lavoro domestico? Ed è subito un profluvio di commenti che esaltano la virtù femminile. E io mi chiedo perchè le migliaia di euro che mancano nelle mie virili tasche per la mia metà di lavori domestici non sollevi alcuna forma di simpatia e/o stima.
Signore, so che siete in poche a leggermi, per cui in amicizia possiamo guardarci con comodo negli occhi: il maschio alla Homer Simpson esiste (Ehy! chi ha detto che ne sono la prova?!? Brutte bagarospe...). Fortunatamente ce n'è meno di quanto ci si stia raccontando. Ma, sfortunatamente, per ogni Homer Simpson c'è una Marge che lo ha sposato, gli permette d'esser tale ed è gran parte del problema, per lo meno metà di quello che si sviluppa in ambito familiare.
Perchè se per spiegare qualsiasi cosa al tuo uomo hai bisogno di parlargli di calcio, forse dovevi porti il problema di cosa gli interessasse prima, quando hai scelto di metterti con lui. E se la sua passione è così totalizzante un pezzo del problema è che ti sei rifiutata di vederlo, più della sua monomaniacalità,.
Perchè se trovi divertente ed ironico veder trattato l'uomo come un minus habens calciofilo, forse non dovresti trovare sessista e discriminatoria la satira sulla Boschi.
Perchè se non contesti (e magari apprezzi) lo sfruttamento del corpo maschile nella pubblicità (ben presente ad esempio nella cosmesi, ad esempio, ma direi che non è un caso l'inflazionata presenza di sex symbol come Banderas e Clooney), non hai motivi per lamentarti di quello del corpo femminile.
Perchè c'è qualcosa di sbagliato nel fatto che se ammiro un paio di tette generosamente esibite sono etichettato come un porco, mentre se ammiri i miei leggendari addominali scolpiti a carapace di tartaruga (ok, mi sono allargato un tantinello) sei una donna emancipata.
Perchè nel gioco dei ruoli che vuole la donna dedicata alle faccende domestiche e l'uomo a lavorare fuori può esserci anche una certa convenienza sul lato femminile, visto che io di donne che muoiono cadendo dalle impalcature dei cantieri edili (o arse in fonderia o travolte da un palco o fulminate da un impianto elettrico provvisorio o ...) non ne vedo. (2)
Perchè c'è qualcosa di sbagliato nel fatto che se ammiro un paio di tette generosamente esibite sono etichettato come un porco, mentre se ammiri i miei leggendari addominali scolpiti a carapace di tartaruga (ok, mi sono allargato un tantinello) sei una donna emancipata.
Perchè nel gioco dei ruoli che vuole la donna dedicata alle faccende domestiche e l'uomo a lavorare fuori può esserci anche una certa convenienza sul lato femminile, visto che io di donne che muoiono cadendo dalle impalcature dei cantieri edili (o arse in fonderia o travolte da un palco o fulminate da un impianto elettrico provvisorio o ...) non ne vedo. (2)
E focalizzarsi in maniera equilibrata su aspetti secondari o ritenere "femminili" problemi che invece sono "familiari" (la carenza di asili nido, o la gestione dell'assistenza ai familiari, per dirne due) significa allontanare il momento in cui si otterranno risultati significativi, perchè per colpire il bersaglio bisogna sparare a proprio a quello e non, facendo confusione, al proprio piede. Se no i risultati non possono arrivare.
Ciao
Paolo
(1) Visto che si richiedevano le preferenze, si volevano abolite le liste bloccate, e si voleva la governabilità non ce la faccio a considerare l'Italicum, che mantiene le liste bloccate, non prevede preferenze e porta allo stato attuale a due sistemi diversi per l'attribuzione dei seggi a Camera e Senato (con il conseguente rischio di ingovernabilità), una riforma elettorale. Semiriforma basta e avanza, non chiedetemi di spingermi oltre...
(2) No, malgrado la filippica, confermo che sono convinto che in Italia le donne non abbiano le stesse opportunità degli uomini. E quindi che un sano ed equilibrato femminismo abbia ancora ragion d'essere.
(2) No, malgrado la filippica, confermo che sono convinto che in Italia le donne non abbiano le stesse opportunità degli uomini. E quindi che un sano ed equilibrato femminismo abbia ancora ragion d'essere.
12 commenti:
Dimenticavo:
Nell'elenco dei "ridimensionamenti" del problema femminile non ho segnalato che in alcuni ambiti, molto semplicemente, le donne scelgono di non entrare, ben prima di poterne eventualmente essere respinte.
Ho studiato ad ingegneria elettronica e di donne ce n'era pochissime. Andava anche peggio per elettrotecnica, civile, chimica e meccanica.
E' chiaro che questa scelta femminile finisce per essere penalizzante per chi voglia fare una carriera in ambito tecnico, come può avvenire nel manifatturiero, ma non è certo frutto di discriminazione.
Ciao
Paolo
...e, riprendendo il commento precedente, perchè se riteniamo discriminante l'ambiente manifatturiero per le donne non riteniamo altrettanto discriminante quello speculare dell'insegnamento per gli uomini?
Ciao
Paolo
Buondì,
traspare la lettura dell'articolo di Facci e il post ne condivide alcuni limiti.
Tutto vero quanto scrivi, specialmente sul fatto che non è il dottore che ordina a orde di donne pronte a fare le vittime di mettersi con dei "minus habens".
Il problema lì è tuttavia l'imbarbarimento generale della società che produce i minus habens da un lato e le loro degne equivalenti femminili. Queste persone sono legione, non sono pochi.
È dunque difficile "difendere" chi è parte del problema, se pur parte debole, specialmente se poi si ricade negli eccessi e nei doppiopesismi di cui ben scrivi.
E però, come tu stesso ammetti, il problema oggettivo c'è. Sono le statistiche che parlano di stipendi inferiori a parità di condizioni, sono le statistiche che parlano di minori possibilità di carriera. Trovo molto limitante il ricorso alla situazione nei corsi di ingegneria* (che peraltro pullulano di fanciulle in determinati indirizzi), l'ambito è ben più vasto.
Specialmente mi pare un falso argomento quello che spinto all'estremo sembra giustificare l'esclusione femminile dai lavori qualificati e pagati con il fatto che sono solo gli uomini a fare i lavori "di fatica" o pericolosi, poco pagati.
Saluti
Tommaso
@ T:
"traspare la lettura dell'articolo di Facci"
Immagino che il mio post riverberi qualcosa anche di quello di Wolfstep...
In realtà il mio pseudo ragionamento non vuole essere volto a minimizzare le rivendicazioni ma a ricondurle ad una ragionevolezza che attualmente non vedo.
In sintesi non intendo minimamente giustificare mancati progressi di carriera in ambito dirigenziale con l'assenza in settori pericolosi e/o usuranti, ma se voglio confrontare la condizione del genere femminile con quella del genere maschile come necessario per poter parlare di discriminazione, devo farlo a 360°. Perchè magari come donna sono penalizzata nel far carriera dirigenziale, ma, indipendente da ciò, sono avvantaggiata dal non essere impiegata in mestieri usuranti o pericolosi. E considerare una sola delle due condizioni sarebbe fuorviante...
In reatà, ripensandoci, ad essere sbagliato è l'esempio dell'insegnamento, dove, a fronte di un corpo docente estremamente femminilizzato, i dirigenti rimangono ampiamente di sesso maschile. Situazione che si verifica parallelamente in una sanità dove il personale medico ed infermieristico è prevalentemente femminile, ma i primariati no.
Quanto ad ingegenria la portavo ad esempio per esperienza diretta, anche se un po' le cose stavano cambiando soprattutto in ambito gestionale (il fatto è che a Padova gestionale non c'era e le matricole donne erano ampiamente meno del 10%).
Ciò non toglie che ancora per qualche anno almeno difficilmente troveremo un direttore di fabbrica donna in una azienda che operi nella meccanica, perchè in quell'indirizzo di donne nel mio anno ce n'era forse due in tutto..
Ciao
Paolo
@Paolo
quella di Facci è una bella pensata, ma rimane poco onesta a mio parere: infatti non sta considerando a 360° il problema, ma sta facendo il furbo affermando proprio quanto tu in buona fede dici di non voler sostenere: "giustificare mancati progressi di carriera in ambito dirigenziale con l'assenza in settori pericolosi e/o usuranti".
Basta pensare invece che ai lavori usuranti/pericolosi a quelli poco pagati e troviamo le donne delle pulizie o le badanti. Non mi pare ci siano molti uomini lì.
Ma in fondo è sbagliato anche questo voler fare le classifiche per cui i minatori danno 100 punti agli uomini, le cameriere 50 alle donne e così via.
Perché il vero problema sono proprio le statistiche che citavo prima, nei lavori ambiti perché pagati. È lì che c'è una reale difficoltà per donne egualmente preparate ad ottenere lo stesso trattamento dei colleghi uomini.
Il discorso per cui se non ci sono donne in un ambito professionale, esse non possono giocoforza essere alla pari nelle statistiche è lapalissiano, giusto, ma mi pare un po' secondario.
Saluti
PS: citare Uriel rende qualsiasi argomentazione debole, come gran parte di ciò che egli, prolissamente, scrive.
Frequento con gioia un gruppo FB che lo sfotte e mi godo le sue perle da lì. Te lo consiglio.
Lo straw man argument del suo post sul tema è evidente: riduce la questione dell'esclusione delle donne al fatto che nel suo miserabile ambito di tecnico sistemista (leggasi nerd) non vedono una ragazza che non sia fatta a pixel. E vuole far passare la baggianata per cui l'argomento di chi sostiene che ci sia una questione femminile sarebbe che il clan dei nerd si oppone all'ingresso delle donne.
Proprio non capisco cosa ci trovi a leggere le sue sbroccate per intero :-D.
@ T.:
al tuo secondo commento "fuori fase" mi si è accesa la lampadina ed ho verificato.
In realtà non avevo letto quell'articolo di Facci ("le quote nere" -immagino ti riferisca a questo, vero?- ma il precedente "le quote rosa ipocrite").
Confermo che nell'articolo "le quote nere" FF elenca alcune fesserie (che in agricoltura non vi siano donne, che vi siano settori in cui la discriminazione è a rovescio come la scuola, che nell'avvocatura ed in sanità le donne si stiano prossime alla parità...) e solo quelle.
E sono perfettamente conscio che vi sono ambiti in cui le donne non hanno le stesse opportunità in quanto donne (perchè, per restare all'ambito della mia università, ho presente qualche docente che non mai ha risparmiato ad alcuna studentessa esami più severi che ai maschi e abbondanti commenti sarcastici e sessisti. Il che non sarà buffo e folkloristico come la setta dei sistemisti di cui parla Uriel ma mi basta come prova dell'esistenza di sessismo e discriminazione).
Resta il fatto che, come dicevo, se scegli di non fare ingegneria meccanica/civile/chimica/elettronica/elettrotecnica/..., geologia, informatica, ... ti precludi delle opportunità di carriera in determinati settori che richiedono quel tipo di know how. E, in definitiva, avrai meno posizioni ben remunerate cui puoi ambire di accedere.
E questo giustifica una parte di una condizione che viene integralmente (ed erroneamente) ricondotta invece all'ambito della discriminazione.
E' una condizione che, probabilmente, si verificherà a rovescio nella scuola, visto che sono pochissimi gli uomini a scegliere di affrontare quel tipo di carriera.
E, azzardo, non credo che parleremo di discriminazione quando gli attuali vecchi presidi e dirigenti saranno sostituiti dalle donne numericamente preponderanti nel corpo docente.
E non sostengo che gli uomini fanno carriera poerchè lavorano in fonderia alla pericolosa colata, ma che il privilegiato genere maschile lo è un po' meno se sull'altro piatto della bilancia metti anche la parte di professioni "indesiderabili" di cui è spesso monopolista o quasi e non solo.
Ciao
Paolo
P.S. Mi guardo bene dal difendere Uriel. Permaloso e pieno di sè com'è quasi sicuramente s'incazzerebbe a sangue con me. :-)
Però continuo a ritenere (quasi sempre) interessanti e (talvolta) condivisibili i suoi post.
@Paolo
Su Facci, ho letto entrambi e mi riferivo in effetti al secondo, in cui fa il furbetto. Mi pare che la chiusura del tuo ultimo commento insista su tale argomento oltretutto. Ma non è questo il punto.
Togliamo le fasce d'età in cui le condizioni di partenza erano numericamente squilibrate (tutto il discorso sull'ingegneria), prendiamo invece quelle fasce d'età e quei settori in cui ci sono laureati in numero circa uguale. Il livello raggiunto dalle donne è uguale a quello degli uomini? E ancora di più, lo è lo stipendio a parità di livello?
Questa è la discriminazione, non se ne esce, mi pare.
Che poi ci siano delle femministe esaltate è un altro discorso e hai perfettamente ragione. Ma siamo al solito guardare il dito o la luna. E mi pare che ci sia sempre molta ipocrisia nei vari Facci pronti a dire che tutto si risoverà da sé.
Saluti
T.
PS: Su Uriel proprio non capisco come si possa degnare del minimo credito un personaggio incoerente, incapace di argomentare con logica e che scrive così tanto e così male.
@ T.:
ribadito che la discriminazione c'è, anche nella situazione che proponi c'è da fare un reale distinguo: quanto di quella differenza è legata ad una mancata parità di disponibilità in ambito professionale(specialmente in un paese come l'Italia dove lo straordinario si fa tutti i giorni -non che io pensi sia corretto-) perchè "Devo andare a prendere il bambino?" et simila? (invece di dire all'Homer - marito che ci vada lui il 50% delle volte?).
Perchè quando ad usare frasi simili sono io (uomo sino a prova contraria, ma che si sobbarca il suo 50% del menage familiare), trovo le stesse reazioni infastidite (e presumibilmente grosso modo gli stessi freni alla carriera) di cui si lamentano le donne. E, nel mio caso, anche una certa sorpresa ed incredulità, dato che risposte simili dagli uomini sono mooolto infrequenti.
E, come si diceva, questa non è una condizione necessariamente imposta alla Marge Simpson di turno, ma che può finire nelle tante che fanno sprecare energie su bersagli sbagliati perchè forse è sbagliata l'analisi che li origina: comincia a pretendere dal tuo uomo un rapporto paritario e ti sarà più facile ottenerlo anche al di fuori dell'smbito familiare. Diversamente l'handicap familiare ti penalizzerà anche all'esterno...
Ciao
Paolo
Buonasera,
@Paolo
Scusa l'OT dato che continui a chiamarlo wolfstep, immagino che sei rimasto affezionato alla vecchia intestazione del blog di Uriel...
@T
Sarei curioso di leggere questo gruppo su FB, mi puoi cortesemente dire comexsi chiama?
Saluti.
@Paolo
sul tuo ultimo commento, concordo.
@MR
ti scrivo in privato
@ MR:
mi piace chiamarlo Wolfstep ogni tanto per sottolineare che non avete a che fare con un bimbominkia qualsiasi, ma con uno che cazzeggia in rete da una vita.
...
Certo che detto così non suona bene :-)
Ciao
Paolo
Buongiorno,
Sulla questione quote rosa ho da tempo maturato una mia idea che avrei voluto esporre ieri a questo post. Il fatto è che sono sempre più infingardo e annoiato e quindi ho poca voglia di scrivere.
Sperando di non scatenare le ire di nessuna femminista, ci provo:
Sono un appassionato lettore de "le scienze" e molto spesso su quella rivista viene analizzata la questione in molti articoli che arrivano a concludere che gli uomini e le donne sono diverse dal punto di vista evolutivo. Per esempio è noto che gli uomini mediamente, riescono ad orientarsi meglio delle donne, mentre al contrario, le hanno una migliore memoria se devono ad esempio ricordare dei volti. Insomma, ci sono cose gli uomini sanno fare meglio delle donne e viceversa, credo che sia più appropriato operare una distinzione per "aspetto fisico" e "aspetto intellettuale".
Non avrei nulla da obbiettare a vedere una donna sui ponteggi di un cantiere edile, ma vederla che si porta un sacco di sabbia da 25 kg sulle spalle (perdonate il maschilismo) è una cosa che non mi piace. E d'altra parte per ragioni evolutive le donne hanno delle capacità comunicative migliori degli uomini per questo sono più portate alla professioni di insegnamento.
Se dal punto di vista fisico, è evidente, ci sono differenze tra i sessi, dal punto di vista intellettivo la cosa viene un po meno, ma purtroppo incappiamo però incappiamo nella specificità italiana* in cui nei posti di comando si trovano soprattutto gli uomini. Ecco credo che le quote rosa in ambito aziendale e per un limitato periodo di tempo potrebbero portare qualche cambiamento nel paludato mondo dirigenziale italiano in cui, se non erro, buona parte dei ruoli più importanti è in mano a persone molto in là con l'età e che quindi ha una mentalità arcaica del tipo "le donne devono stare dietro ai fornelli". Per quanto riguarda invece le donne e la politica non sono affatto favorevole trovando discrinatorio inserire le quote rosa. Perché allora non inserire le quote nere, o le quote atei?
Il problema è sempre riconducibile alla legge elettorale in cui ancora una volta saranno i partiti e non gli elettori a scegliere chi presenteranno alle elezioni. E così le donne, che potrebbero votare un rappresentante del proprio sesso anche per dare un segnale, si ritrovano alle elezioni a dare il voto ad una lista di candidati scelti da pochi.
MR
*A proposito di quote rosa ho visto un tweet due giorni fa in cui si analizzava la composizione di vari parlamenti in alcuni paesi europei e americani. La cosa mi ha sorpreso perché, per quello che riguarda questa ultima legislatura dal punto di vista delle quote rosa non siamo messi cosi male. Vedo se riesco a rintracciare il tweet. Intanto c'è questo:
http://www2.radio24.ilsole24ore.com/blog/spetia/?p=2309
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