Delrio, gli scioperi, la Germania e la nuova sinistra

Buongiorno,

dopo che martedì scorso (1) uno sciopero dei trasporti pubblici proclamato da una sigla numericamente poco consistente ha mandato in tilt il trasporto pubblico a Milano trovando una adesione piuttosto massiccia da parte dei conducenti di mezzi anche non aderenti a quel sindacaato, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio si è lanciato in una serie di dichiarazioni volte a stigmatizzare l'accaduto e ad ipotizzare soluzioni che evitino il ripetersi della incresciosa situazione, specialmente durante EXPO e Giubileo.

Apparentemente la soluzione su cui il ministro sembrerebbe puntare prevederebbe in aggiunta alle attuali procedure necessarie all'indizione dello sciopero (rispetto di tempi di preavviso, passaggio attraverso tentativo di conciliazione, rispetto di fasce orarie di maggior traffico, rispetto di intervalli minimi tra uno sciopero e l'altro,...) una consultazione referendaria dei lavoratori che raggiunga il 51% dei favorevoli.

Il tutto rafforzato dal fatto che, secondo i proponenti, questo sarebbe quello che si fa nell'efficiente Germania, dove anzi si pretende che i favorevoli siano il 75%.

E così qualcuno deve aver pensato che se la cosa funziona in un Paese che per noi è modello di come si trattano i lavoratori, non può che andare bene anche da noi.

Il che sarà probabilmente anche corretto, ma solo quando anche gli altri aspetti dei rapporti sindacali saranno confrontabili con quelli tedeschi, cosa che adesso non è assolutamente. 

Perchè :
  • non mi risulta che il sindacato in Italia sia chiamato a partecipare alla cogestione dell'azienda (2)
  • dubito che in Germania vi siano categorie di lavoratori che attendono il rinnovo del contratto da più di otto anni (è il caso specifico del trasporto pubblico)
  • dubito che in Germania sia anche solo ipotizzabile il ricorso al lavoro straordinario "all'italiana", cioè prescindendo dall'esistenza di una situazione eccezionale e contingente di breve durata, ma utilizzandolo per estendere sistematicamente l'orario di lavoro
  • dubito fortemente (e con questa vinco sicuramente il campionato mondiale dell'eufemismo estremo) che le retribuzioni tedesche siano assimilabili a quelle italiane
Il fatto in realtà è che stiamo toccando con mano uno degli aspetti della frammentazione dei lavoratori dipendenti portato avanti per lustri con estremo entusiasmo quando serviva a ridurne il potere contrattuale e a ridurne le retribuzioni. 

E' vero che difficilmente una piccola frazione di lavoratori potrà spuntare delle buone condizioni contrattuali, per cui abbiamo assistito da un lato ad un progressivo incremento di contratti separati che escludevano spesso i sindacati più rappresentativi, dall'altro al diluvio di forme contrattuali volte a separare gli uni dagli altri. Ma il retro della medaglia è che, dove anche pochi operatori hanno il potere di mettere in crisi il sistema, questo percorso moltiplica le occasioni ed i motivi di scontro, di blocco e di disagio.

E la risposta, in un Paese civile, non è limitare il diritto di sciopero come in definitiva propone Delrio, vero emblematico esempio per la nuova sinistra che avanza, ma ricompattare gli interessi dei diversi lavoratori da un lato e tra lavoratori e datori di lavoro dall'altro.

Ciao

Paolo

(1) 'sti disgraziati non hanno avuto nemmeno il buongusto di attaccare lo sciopero ad un giorno festivo e di lasciarsi denigrare facilmente a priori per questo: i sindacati stan diventando sempre meno affidabili...

(2) cosa che da sola giustifica il ricorso al referendum e l'alto quorum richiesto: è mooolto diverso avere la possibilità di farsi sentire come parte del CDA piuttosto che unicamente come controparte.

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