Buongiorno,
leggiucchiando un po' di qua e di là circa l'indegna devastazione scatenata a Milano dai violenti imbecilli che hanno deciso di approfittare della vetrina dell'inaugurazione dell'EXPO e del mascheramento delle contro manifestazioni mi è capitato di leggere questo: "se le forze dell’ordine avessero appostato, sui balconi o sui tetti delle strade in pericolo una ventina di FRANCHI TIRATORI, di quelli che centrano un bersaglio anche a 500 metri di distanza (“celebrati” anche da un recente film americano) e avessero dato loro disposizione di sparare alle GINOCCHIA o ai PIEDI dei più esagitati mentre compivano i loro misfatti, si sarebbero potute evitare le distruzioni cui abbiamo dovuto assistere senza scatenare la guerra".
A sorprendere non è certo il contenuto di una simile affermazione: nei bar, nei talk show oppure in trasmissioni radiofoniche di infimo livello come pure nei commenti dei giornali online è facile trovare persone che sostengono con vigore idee simili.
Non sorprende nemmeno il fatto che simili tesi trovino spazio in un quotidiano a diffusione nazionale, se si tiene presente che, in fondo, si tratta del solito "il Giornale" dove criptofascismi di ogni genere trovano spazio ed ospitalità con imbarazzante frequenza.
Quello che può sorpendere è che a scrivere cose simili sia una persona che ha passato decenni della sua vita nelle redazioni di principali giornali italiani, giungendo ad essere caporedattore del Corriere della sera, è riuscito a farsi eleggere al Senato ed è giunto ad essere Sottosegretario agli Esteri in un governo.
Il tutto evidentemente senza conoscere il significato dell'abusato eufemismo detto "danno collaterale" o senza minimamente capire quanto possa essere pericoloso anche per il più preciso e freddo sniper aprire il fuoco tra le fiamme ed il fumo delle molotov contro un bersaglio che si muove tra altre persone anch'esse in movimento.
Ciao
Paolo
2 commenti:
Buondì,
come nei bar, così al Giornale, ciò che si pensa davvero è che i manifestanti sarebbe meglio ammazzarli tutti.
A parte i tifosi della propria squadra, forse.
Purtroppo questa delizia reazionaria mi pare condivisa di fatto da una grossa fetta di italiani, a giudicare dal livello delle imbecillità che sento alla radio ogni sera dal giorno delle devastazioni. Anche il mio sindaco non si è sottratto e ha detto la sua. Ci voleva.
La "logica" prevalente prevede che ci siano due opzioni:
a) approvare chi dà fuoco alle auto delle persone per bene, ché tanto il sistema è cattivo e ACAB
b) ritenere che costoro e le zecche vadano pestati a sangue e torturati
Ricorrente è l'auspicio per una "nuova Diaz". Perché in un Paese indegno della licenza media, è troppo difficile rendersi conto che se meritano di finire in gattabuia i devastatori, meritano allo stesso modo di finirci anche i poliziotti che si vendicano su coloro che devastatori non sono.
Secondo le responsabilità individuali.
Il benpensante che si prende il disturbo di ciarlare in radio prova molta empatia e comprensione per il poliziotto frustrato che randella chi gli capita a tiro. Ma allo stesso modo - per assurdo - si potrebbe giustificare il devastatore per le frustrazioni che subisce da una società ingiusta. E così via all'infinito.
A fare da contraltare a chi anela all'ordine e alla pulizia, da ottenere anche spaccando teste a caso ci sono senz'altro i minus habens che si rallegrano delle auto incendiate, illudendosi che questo sia il prologo a una "rivoluzione".
Tuttavia costoro non hanno molta cittadinanza sui media, siano essi il Giornale o il Corriere, i quali sono colpevoli della diffusione e dello sdoganamento della spazzatura reazionaria fondamento del pensiero unico di questo Paese.
È mille volte colpevole e centomila volte ipocrita pubblicare articoli come quello che citi, in cui si scrive "sparare alle ginocchia", ben sapendo che i lettori commenteranno in italiano stentato: "alla testa, -bestemmia a caso-!"
Vado a dare fuoco a un cassonetto.
Ciao
T.
@T.:
"Vado a dare fuoco a un cassonetto"
Mi raccomando, prima sincerati che sia stato prodotto da una malvagia multinazionale.
E, per accenderlo, usa solo dell'ecologico bioetilene.
:-) :-)
Ciao
Paolo
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