Buongiorno,
per concepire l'opera di cui avrete modo più avanti di apprezzare le eleganti forme, la raffinatezza dell'integrazione con il plesso pre-esistente, la complessità degli equilibri e dei sottili contrasti tra materiali e la leggerezza dell'inserimento nel delicato contesto sono stati necessari ben tre Architetti (notate la maiuscola, please) di cui non posso che citare i nomi.
Si tratta di Antonio Gatto (ex presidente dell’Ordine degli architetti di Venezia), Dario Lugato e Maurizio Varratta: non esagero quando dico che questi signori si sono garantiti un posto nella Storia dell'architettura, realizzando l'ampliamento dell'Hotel Santa Chiara, che affaccia, per la verità in uno dei suoi punti meno belli, sul Canal Grande di Venezia, a lato del Ponte della Costituzione (meglio noto come il ponte di Calatrava) occupando i resti di parte di un cinquecentesco monastero delle Clarisse (almeno credo).
Segnalo il passaggio alla Storia anche del committente, tale Elio Dazzo che sembra aver seraficamente dichiarato: "Mi sembra un’opera semplice, pulita, che non disturba.".
Purtroppo mi tocca profetizzare che costoro passeranno alla Storia, ma anche che questa non sarà clemente con loro, perchè ritengo, a titolo personale ma in ottima ed abbondantissima compagnia, che una tale struttura, squadrata e sgraziata, fredda ed anonima, si sarebbe ben inserita anche solo poco più in là, alla Rana, la periferia di Marghera ai margini del petrolchimico (dove peraltro è probabilmente possibile trovare edifici che si sarebbero armonizzati al contesto del Canal Grande in maniera migliore), ma che a Venezia stoni quanto una badilata di merda al centro di un arazzo di seta (1).
Un'opera simile sarebbe stata una brutta stonatura persino all'interno del progetto di recupero della Sacca di San Biagio, dove la bonifica dell'isola dee scoasse prevedeva un molto più discreto e meglio contestualizzato luna park (no, non sto delirando nè ironizzando).
Eccola qui, dopo la rimozione dei teli che per nostra fortuna sinora l'avevano pudicamente celata alla vista:
Esatto: anch'io la penso così |
Assolutamente allarmante per la città l'apprezzamento espresso dal neosindaco ("A me piace: mi sembra che sposi Calatrava e la parte del piazzale. Poi io sono curioso, mi piacciono le cose nuove e sperimentali. C’è una parte che manca e migliorerà ma a me non dispiace nemmeno cosi") ed il fatto che nessuno tra chi era preposto alla tutela della città abbia voluto o sia stato in grado di evitare lo scempio, già chiaramente prefigurato dai vecchi rendering
Giungo alle possibili attenuanti:
- in qualche modo può sembrare il prolungamento verso il centro storico delle brutture di Piazzale Roma, compresa la nuova incredibile pensilina (!) del tram
- dopo aver visto aggirarsi per i canali della Serenissima qualche grossa imbarcazione da crociera, il resto passa in secondo piano e trova un perchè
- l'ex sindaco Cacciari sostiene che non può essere più brutto del progetto originario da lui fatto modificare: immagino si trattasse di questo
- sapere che è opera di tre architetti redime in un sol colpo l'intera categoria di quei geometri che pensavamo resposabili della devastazione dell'Italia attraverso la cementificazione selvaggia e cui a questo punto vanno le nostre più sentite scuse
- nessun writer potrà mai essere accusato di averla danneggiata nel caso decida di disegnarvi su
Paolo
(1) mi scuso per la volgarità, ma non riesco a trovare parallelo altrettanto calzante. Resto aperto ai vostri eventuali sugerimenti.
1 commento:
Buondì,
Finalmente anche Venezia ha un sindaco all'altezza del nostro trasfertista.
Ho letto che ha fatto chiudere la mostra sulle grandi navi in laguna "perché dà una cattiva immagine".
Meno male.
T.
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