La prova del tempo

Buongiorno,

oggi provo a fare, ovviamente molto in piccolo, una di quelle verifiche che i nostri media tendono a non fare, limitandosi a riportare in maniera più o meno fedele le dichiarazioni del momento e del politico o imprenditore di turno: chiamiamola la prova del tempo.

Si tratta di vedere, a regime, quale seguito abbiano avuto le promesse esplicite ed implicite dei nostri politici, per capire se quello che lasciavano trasparire fose un effettivo cambiamento (ed eventualmente di che segno) oppure meramente una banale pubblicità.

Nel caso di un Governo come quello di Renzi, che ha spinto moltissimo il pedale sul cosiddetto storytelling, sull'immagine  e sulla comunicazione, e che ha fatto della volontà di rottura con il passato la propria cifra distintiva e la base della propria credibilità, credo che una verifica di questo tipo sia particolarmente importante: ci sono stati mandati tantissimi segnali di cambiamento, a partire dai (silenziosamente disattesi) cronoprogrammi che sembravano essere fatti proprio a questo scopo, ma il cambiamento alla fine c'è stato davvero oppure abbiamo solo fatto lo sforzo di fare un po' di scena?

Ad esempio ricordo come l'anno scorso fosse stata energicamente sbandierata una riduzione del periodo di vacanza parlamentare a meno di tre settimane, per precisione dall'8 al 25 agosto (1). Si annunciava un bel taglio rispetto ai tempi di Letta, l'anno precedente (dal 9 agosto al 6 settembre), ed all'anno prima, ai tempi di Monti (dall'8 agosto al 4 settembre). Quest'anno la vacanza del parlamento va dal 6 agosto all'8 settembre. Per la prima volta da anni si va oltre il mese.

Ma non è da qualche giorno di ferie in più che si giudica un Premier, queste sono cose come i tweet delle sei di mattina, vivida rappresentazione dell'iperattività del Presidente del Consiglio, che quest'anno mi sembra siano finiti in palinsesto in orari meno mattinieri.

Mi spremo quindi le meningi e mi sovviene qualcosa di un tantinello più sostanziale, e cioè come, un anno fa, si sottolineasse che Renzi era il primo Premier italiano a non recarsi al Meeting ciellino di Rimini a raccogliere il consenso che il discutibile movimento tributava inevitabilmente ad ogni primo ministro in carica, da Andreotti a Berlusconi a Letta. Rispetto al passato è una rottura forte? Renzi e CL quest'anno la ricuciono.


Come non posso dirvi che la presidenza italiana del semestre europeo sia stata in qualche modo influente per il nostro Stato, nè che gli ottanta euro abbiano rappresentato una svolta per l'economia italiana o che questa sia stata spinta a ripartire avvantaggiandosi delle favorevoli condizioni del cambio dell'euro e del prezzo del greggio.

Tanta pubblicità tutta insieme mi fa credere che ci sia un perchè, se tra i 209 che comprano paginate del Corrierone per confermare il loro appoggio a Renzi vi siano agenzie di comunicazione e marketing e purtroppo mi fa temere sempre più che il rottamatore stia continuando, magari cercando rumorosamente di convincerci del contrario, sulla stessa rotta dei suoi predecessori.

Dovendo scegliere, sempre meno rottamatore, sempre più "il bomba".

Ciao

Paolo, il gufo rosicone

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