Il mio punto di (s)vista: il privato visto dal pubblico / 1

Buongiorno,

la consapevolezza che esistono realtà molto diverse (nel bene e nel male) da quella in cui lavoro e della limitazione del mio orizzonte personale è sempre stata per me un freno che mi ha limitato dal contestare tout court determinati luoghi comuni relativi all'inefficienza del settore pubblico. 

In fondo, pur avendo peregrinato abbastanza a lungo e con una certa frequenza tra lavori e luoghi di lavoro diversi, il mio rimane un punto di vista limitato e quindi, per esempio, resto sconcertato davanti a situazioni come quelle che sembrano emergere dal Comune di Sanremo (per citare un esempio eclatante e di moda) perchè personalmente non ho mai visto nulla di nemmeno lontanamente simile e, in assenza dei pittoreschi filmati, non lo avrei mai ritenuto possibile.

Mi accorgo però di una cosa: se da un lato i filmati di Sanremo o le intercettazioni di Mafia Capitale confermano il luogo comune per cui il settore pubblico è comunque tutto e sempre fannullone / corrotto / incompetente / inefficace, non esite un analogo percorso che permetta di soppesare se l'alternativa privata sia migliore, perchè delle inefficienze/disonestà/incapacità del privato che opera per il pubblico sembra non interessi nessuno e questo enorme buco informativo diventa un elemento che fa erroneamente presumere l'insussistenza di criticità su questo fronte.

Vorrei provare nei prossimi giorni a raccontare un po' di mie esperienze recenti, per farvi capire cosa si veda dei fornitori (privati), in termini di efficienza, onestà, capacità, ... nella speranza che un punto di vista un po' diverso da quello solito vi faccia capire il perchè di molte mie posizioni di difesa del ruolo pubblico.

Parto oggi dandovi un dato statistico relativo ad una gara d'appalto del valore di alcune decine di migliaia di euro da poco conclusa dal mio ente per la realizzazione di due impianti: sono state invitate alcune decine di ditte (un numero particolarmente elevato, eccessivo a mio modo di vedere, ma che rende qualsiasi revisore dei conti molto tranquillo), hanno partecipato poco meno di metà di queste (comunque alcune decine, a testimonianza che c'era  possibilità di gara) e l'aggiudicazione è avvenuta approssimativamente con il 25-30% di sconto sulla base d'asta e scarti dell'ordine dell'1% tra le prime (a testimonianza che c'era anche possibilità di margine), lavoro a corpo con progetto e computo metrico già da noi forniti.

Insomma, le ditte dovevano dirci solo prezzo e sconto per fare quello che gli indicavamo in dettaglio

Il dato statistico significativo (e purtroppo non anomalo, almeno in alcuni settori) è che tra tutti i partecipanti quasi un quarto non ha saputo far collimare lo sconto percentuale sulla base d'asta con il valore economico da loro indicati nell'offerta.

Per essere chiari e fare un esempio, ci hanno detto che, se la base d'asta valeva 100, loro ci avrebbero praticato uno sconto del 15% e quindi un prezzo di 78. Non sembra molto coerente, vero?
 
Una parte consistente dei nostri fornitori dimostra quindi non essere in grado di effettuare correttamente ed ordinatamente dei calcoli banali e di formulare una corretta offerta economica, il che di per sè dovrebbe essere un indice allarmante, ma richiede un ulteriore paio di considerazioni:
  • cosa comporta una situazione simile? che all'apertura delle buste può seguire una dilatazione dei tempi per ottenere chiarimenti ("Spettabile XYZ S.c.a.r.l., uno sconto del 15% su una base d'asta di 100 significa un prezzo di 85 e non di 78. Cosa intendi offrirmi in realtà? uno sconto del 15% ed un prezzo di 85? uno sconto del 22% ed un prezzo di 78?"), nonchè la creazione di spazi per eventuali ricorsi ("Hey! Le buste sono già state aperte! Così il concorrente si avvantaggia! Turbativa d'asta! Ricorso! Sospensiva!Danni morali e materiali!") e contenziosi ("Ma come??? Avevamo indicato che lo sconto era solo del 15%, adesso chiaramente non potete mica pagarci solo 78, perchè se è così blocchiamo i lavori, che non ci stiamo mica dentro...")
  • cosa vi diranno le ditte interessate delle richieste di chiarimenti? 
    1. Che erano ovvia conseguenza di un loro consolidato mix di sciatteria e sesquipedale ignoranza che si è tradotto in offerte patetiche di cui avrebbero dovuto vergognarsi e chiedere scusa
    2. Che si tratta dell'ennesimo esempio della solita opprimente ed inutile burocrazia degli apparati statali, incapaci persino di leggere uno sconto
  • cosa vi diranno le altre ditte delle richieste di chiarimenti? 
    1. Che se fosse capitato a loro gli avrebbe fatto comodo il tentativo di non escluderli, lo avrebbero trovato giusto oltrechè nell'interesse dell'amministrazione
    2. Che probabilmente qualche funzionario perde tempo nel tentativo di salvare l'offerta degli amici degli amici
  • cosa conclude chi vede che i lavori non procedono? 
    1. Che troppo spesso i fornitori si improvvisano e così è ovvio che qualche intoppo ci scappa
    2. Che il funzionario responsabile probabilmente è andato con l'auto blu a fare la spesa in orario di lavoro -quasi sicuramente aveva anche timbrato in mutande, tanto c'ha il posto fisso, lui, che gli frega?- invece di apporre il solito inutile quanto indispensabile timbrino
Bravissimi! Avete dato tutte le risposte esatte ed avete vinto il premio LuogoKomunista d'oro!

E adesso provate a rileggere l'esempio e, magari alla luce anche di questo livello di professionalità disponibile sul mercato, ponetevi una domanda: quando nella P.A. sentiamo parlare di burocrazia, di incompetenza, di lungaggini,... siamo coscienti di quanto di questi problemi afferisce realmente alla P.A. e quanto le viene indebitamente attribuito e trasferito da un privato che spesso opera nel consenso generale ma troppo spesso con la professionalità di un patetico imbonitore da suk?

Ciao

Paolo

P.S. per completezza ed onestà: le procedure burocratiche sono oggettivamente inutilmente e grottescamente barocche e tali da poter facilmente indurre ad offerte contenenti errori formali inessenziali. Ma non sto parlando di aver dimenticato l'allegato y originale sottoscritto in ogni singola pagina come imposto dalla legge sugli appalti nel comma segreto pi greco mezzi al quadrato (cosa che peraltro, ove giurisprudenza permetta, si cerca sempre ed in ogni modo di sanare), sto parlando di una ditta su quattro che non sa colcolare correttamente lo sconto che pratica, caXXo!...

3 commenti:

Michele R. ha detto...

Buongiorno,
Le procedure burocratiche, messe in piedi da dirigenti spesso incompetenti, dovrebbero servire ad evitare di ritrovarsi nelle situazioni che hai esemplificato. Quindi quelle procedure grottesche barocche sono soprattutto colpa di chi partecipa alle gare barando. La solità furbizia italica, tanto si sà... fatta la legge (o le regole) trovato l'inganno.

Saluti.

PaoloVE ha detto...

@ M.R.:

in realtà le procedure sono già molto ampiamente barocche perchè è così esplicitamente previsto da chi ha scritto la legislazione sugli appalti: il dirigente di turno può peggiorare la situazione, ma la procedura d'appalto pubblico di lavori ha già in origine e per legge tutte le caratteristiche di un rito esoterico, purtroppo.

Per amore di onestà devo ammettere che l'errore commesso dalle ditte che segnalo è appena un po' meno banale di come lo scrivo (centra il fatto che le spese per la sicurezza non possono essere oggetto di ribasso), ma per fare pari è cosa che segnaliamo in grassetto sottolineato nelle modalità di partecipazione.

Insomma un quarto riesce a sbagliare una cosa elementare malgrado noi si segnali il problema...

Ciao

Paolo

F®Ømß°£ ha detto...

Ciao,

le procedure sono barocche anche perché il Paese è litigioso e fa baruffa su tutto e - nella mente di un'opinione pubblica imbestialita da secoli di questo andazzo - fare una legge sopra una legge sopra un'altra legge risolverebbe il problema.

Saluti

T.