Davvero nessuno l'aveva previsto?

Buongiorno,

mentre i mercati sembrano continuare ad essere ai limiti dell'isteria (aiutati dalla riduzione dei volumi scambiati legata al periodo di ferie estive e quindi dalla relativa facilità con cui si possono influenzare le quotazioni), vale la pena di fare qualche riflessione su cosa avrebbe potuto limitare i danni legati a questa situazione. Che magari ce la teniamo buona per la prossima volta. Secondo alcuni alcuni le conseguenze sono particolarmente gravi perchè quanto si sta verificando era un evento imprevedibile. Ma è proprio così?

La prima analisi è particolarmente dura. No, non è così. Era più che prevedibile. Per quanto riesco a capire io era addirittura previsto. Ma in molti hanno preferito scegliere di non vedere e di continuare a mungere la vacca sinchè non è crollata per sfinimento, invece di sacrificare una parte dei possibili guadagni immediati per limitare i danni che stiamo vedendo.

Mario Seminerio: Phastidio.net
In questi giorni, dopo che il loro ammontare è stato un po' ridotto dalla crisi del 2008, il mercato finanziario fa circolare derivati aventi un valore (ovviamente solo nominale) di 7 volte il PIL mondiale. Una simile massa di carta non si crea in un momento: è stata creata e fatta crescere nel corso di anni. E c'é chi l'aveva vista e segnalata. Come erano segnalate le bolle delle dotcom companies, quella immobiliare americana, e, adesso, quella emergente relativa ai social network. Come c'era chi segnalava che affidarsi alla fede cieca nel libero mercato non aveva senso ed era anche sbagliato. Come era sbagliato confidare nella possibilità di una crescita economica infinita. E con sbagliato intendo dire che è matematicamente dimostrabile l'assurdità e l'insussistenza di quelle idee. E, purtroppo, dove c'è la matematica resta poco spazio per altre considerazioni dialettiche e pseudo filosofiche.

Il fatto è che tutte queste segnalazioni, essendo in contrasto con le aspirazioni e gli interessi di chi gestiva denaro e potere (grossi finanzieri per primi), che ambivano a riservarsi guadagni sempre più elevati (e si sarebbero invece visti imbrigliare in nuove regole più restrittive e limitare l'accesso ai capitali), non hanno mai trovato spazi significativi sui media mainstream, se non, paradossalmente, per essere sostanzialmente sfottute, ma non seriamente confutate.

Il che non è certo un bel viatico per una categoria, quella dei giornalisti, che avrebbe avuto il compito "istituzionale" di portare questi fatti a conoscenza del pubblico.

Usciremo dalla crisi meglio degli altri!
Men che meno queste considerazioni hanno trovato orecchie interessate nei politici, timorosi di doversi tagliare privilegi e di rendersi impopolari con iniziative che avrebbero necessariamente richiesto sacrifici ai loro elettori.

Ma in effetti, come mi segnalava uno stimato editorialista di mia conoscenza attualmente in ferie in Umbria, sembra essere giunto il momento di chiedere scusa ad un po' di quelle persone che, magari talvolta in maniera confusa e non ortodossa, avevano avuto il merito di segnalare che il castello sarebbe crollato.

Beppe Grillo economista incredibile
Mi secca metterli nello stesso calderone, perchè poco hanno tra loro in comune, spesso non condividevano le eventuali linee di intervento per prevenire il crollo e immagino non si troverebbero nemmeno simpatici, ma Grillo, Benettazzo, Wolfstep ed altri (immagino anche Mario Seminerio che seguo da relativamente poco) l'avevano detto.

Potrete forse dire che in alcuni casi le loro ricette probabilmente non ci avrebbero messo in una situazione migliore, e che quindi le cure da loro proposte potevano essere inadeguate. Forse.

Fatto sta che le analisi mainstream che si è scelto di seguire non avevano sbagliato la cura, perchè avevano sbagliato la diagnosi a monte e ci davano in salute. Ed i media mainsteam, invece di andare a vedere dentro alle affermazioni degli "economisti alternativi" per capire cosa ci fosse di buono, li hanno colpevolmente sempre e solo irrisi, trattando le loro considerazioni come prive di valore al punto di non dover essere prese in alcuna considerazione.

Ciao

Paolo

4 commenti:

Pale ha detto...

Paolo, avresti mica i documenti scientifici di cui parli nel testo? Mi interesserebbe tanto leggerli ed, in generale, affinare i miei rudimenti di economia.

Grande Guccini, ma avrei preferito questa canzone: "Fear the Boom and Bust" a Hayek vs. Keynes Rap Anthem
http://www.youtube.com/watch?v=d0nERTFo-Sk

Cosa ne pensi?

Michele R. ha detto...

Grillo, Benettazzo(?), Wolfstep (di lui si che ho letto qualcosa sulla scarsa efficacia delle decisioni in merito al debito greco, e alla "ristrurazione" della manovra), anche superbonus (che aggiorna più Facebook che il suo blog...
Anch'io Paolo vorrei leggere i documenti di questi maghi delle previsioni finanziarie :)

A proposito del "noi ne usciremo meglio degli altri", e di tutti i commenti di B. e soci a corredo di ogni loro mossa. Tutte le volte che danno fiato ai polmoni dobbiamo regolarmente toccarci i "gioielli" perché puntualmente succede sempre l'opposto di quello che dicono. Portano proprio sfiga!

PaoloVE ha detto...

...parlare di scientificità di una previsione economica è un ossimoro.

Lo è nel caso di Benettazzo quanto nel caso della scuola di chicago o di quella austriaca (ed il fatto che si parli di scuole dice moltissimo sulla scientificità dei contenuti dei loro asserti).

Quando l'economia sarà una scienza lo sarà probabilmente anche la psicologia. E ho detto tutto.

Personalmente avevo trovato molto semplice e chiaro un testo universitario molto corposo di fisher & dornubush che dsi intitolava "fondamenti di economia" (almeno credo). Poi tanto Barisoni...

Ciao

Paolo

PaoloVE ha detto...

...e Phastidio mi risparmia un po' di fatica indicandomi questo:

http://tinyurl.com/sfascisti

...magari qusti vi sembrano più scientifici :-)

Ciao

Paolo