Buongiorno,
La diga: 2 "tagli", 2 griglie, 2 canne |
oggi, nell’attesa di poterci capire qualcosa di quanto e come saremo bastonati dalla nuova finanziaria, un post della serie “com’è andata a finire?”, ripartendo da un vecchissimo post che Authan mi aveva gentilmente ospitato sull’Antizanzara (che uso ormai come mio archivio personale) addirittura nel lontano 2009.
Mi sono tolto lo sfizio di andare a vedere per bene una delle nuove opere che dovrebbero proteggere un paesino di montagna nel Nord Est da eventuali straripamenti del torrente che lo attraversa.
Potete vedere come vengano realizzate le protezioni a monte del paese: una sorta di diga alta circa 7 metri, tagliata verticalmente da due passaggi dotati di grosse griglie e che presenta due canne laterali del diametro di circa un metro.
La canna ostruita |
Mi permetto di dubitare dell’efficacia di questo sistema di protezione: l’invaso a monte della diga presenta già sul fondo un accumulo di sedimenti dell’altezza di oltre un metro, mentre una canna (sul lato sx del torrente) è completamente ostruita da ramaglie e uno dei due tagli lo è allo stesso modo per un’altezza di circa due metri.
Poiché su un ammasso di ramaglie è difficile fare calcoli statici direi che quelle due ostruzioni sono da considerarsi instabili, e quindi pronte, in caso di forti precipitazioni piovose a cedere sotto la pressione che si origenerà a monte, generando una valanga d’acqua, fango e detriti.
I fittoni parzialmente sfilati |
Pressione sulla griglia che sembra aver già fatto un po' di lavoro, se quello che si vede sono dei fittoni (che invece dovrebbero ancorare saldamente la griglia in sede) già parzialmente sfilati dal corpo della diga.
Anche se non mi sentirei del tutto tranquillo a vivere nel paese che sorge forse 200 metri a valle della diga, non credo che il paese corra in realtà un gran rischio in virtù una ampio canale cementato e perfettamente liscio che lo attraversa, garantendo all’acqua una via di sfogo di grande portata: nel punto pù stretto credo giunga a misurare 7 -8 metri e non è mai meno profondo di tre metri.
Quindi il problema è risolto? In paese probabilmente si. Ma proviamo a farci il film.
Il canale cementato |
Piove. Piove moltissimo. Troppo. L’invaso a monte della diga comincia a riempirsi e lo fa sempre più velocemente, visto che ramaglie e detriti si accumulano nelle canne e sulle briglie. La pressione sulle ramaglie già presenti e su quelle ulteriori che l’acqua sta trascinando ad un certo punto ha la meglio e, pur se la diga regge, l’acqua che esce dall’invaso aumenta improvvisamente moltissimo, mescolata a fango, sassi, rami. Per fortuna si incanala quasi tutta nell’alveo cementato, dove, non trovando alcun freno ed un alveo largo, profondo e liscio, viene accelerata dalla pendenza fino fuori dal paese, che ne esce con pochi danni, ma subito a valle arriva una immane cannonata d’acqua, fango e sassi, che andrà a ostruire con una diga di materiali raccogliticci il corso di un fiume un po' più grande, probabilmente anche lui già ingrossato dalle stesse piogge che hanno riempito l'invaso così ben fatto.
Insomma il problema non è risolto, ma solo spostato, e non necessariamente in un punto dove il danno sia minore. Ecco, io non vorrei vivere nel paese a valle di quel canale.
Ciao
Paolo
2 commenti:
Paolo,
Adesso mi dici dove hai trovato una macchina del tempo! Io la userei per dare un'occhiata agli indici di borsa dell'anno prossimo e tu la usi per fare foto in montagna...
Ciao,
Roberto
Ciao Roberto,
mia moglie oggi ha sfasciato la macchina del tempo lasciandola cadere per terra.
Per qualche misterioso motivo se l'è presa con me...
I paradossi spazio temporali hanno avuto un termine, quelli matrimoniali no. ;-)
Ciao
Paolo
(la macchina perdeva l'impostazione dell'ora al cambio batteria. Non so perchè qualcuno abbia impostato la visualizzazione della data...)
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