Il lusso di quattro euro l'ora

Buongiorno,

avrete certamente tutti sentito quanto avvenuto a Barletta, dove il crollo di una palazzina ha spazzato via, tra le altre, le vite di alcune lavoratrici di una maglieria che si trovava nell'interrato. Ho sentito molte parole demagogiche ed ipocrite, manifestazioni di pietà pelosa, finto fatalismo ed indignazione a cottimo, il tutto condito con il consueto distacco dalla realtà.

Mi pesa un po' tornarci su, in un clima in cui chi avrebbe dovuto prevenire una situazione simile è invece stato dall'altra parte, da quella che ha creato il problema.

Perchè non mi riesce di dimenticare che uno dei nostri ministri più importanti poco più di un anno fa dichiarava che: "robe come la 626 (la legge sulla sicurezza sul lavoro) sono un lusso che non possiamo permetterci. Sono l'Unione europea e l'Italia che si devono adeguare al mondo".

Ricordate i lussi poibiti di Tremonti?
Ho già detto altrove in altro momento che una frase simile è sbagliata al cubo -anzi alla quarta potenza-, per citare un paziente lettore del blog, ed ho spiegato perchè. Oggi, di fronte all'evidenza della necessità e dell'importanza di applicare in maniera scrupolosa le leggi sulla sicurezza in ambito lavorativo, mi limito a sottolineare che certe dichiarazion possono far credere a determinati pseudo imprenditori che, in fondo, allo Stato sta bene che il datore di lavoro non vada troppo per il sottile. E l'assenza di controlli (e di conseguenze) può rafforzare questa sua convinzione.

Ed è una presunzione di solidarietà di cui certi pseudo imprenditori non hanno assolutamente bisogno, visto che la trovano abbondantemente nelle loro associazioni categoriali, come hanno disgustosamente testimoniato gli applausi all'AD della Thyssen Krupp Italia non molto tempo fa.

A Barletta si è verificato un incidente gravissimo, non una tragedia inevitabile, per colpa e nell'indifferenza di troppi. Almeno si risparmino le dichiarazioni di circostanza.

Ed il distacco dalla realtà non finisce qui. Dappertutto sui media rimbalza la misera cifra che veniva corrisposta alle lavoratrici dalla ditta: 4 euro l'ora. E si parla di condizioni di lavoro e salari "cinesi".

Balle: non sono assolutamente salari cinesi. Aprite gli occhi, sono salari ormai assimilabili a quelli dei precari dell'attuale mercato del lavoro.

Col resto di uno...
Perchè 4 euro l'ora 9 ore al giorno 5 giorni alla settimana (situazione lavorativa realistica sia per le vittime che per molti precari) fanno circa 800 euro al mese, che è una cifra anch'essa realistica nel mercato del lavoro non qualificato in Italia.

Qualcuno magari mi farà notare che le lavoratrici di Barletta non percepivano i contributi, mentre i precari in regola... li percepiscono senza che questo dia loro la prospettiva di trarne un domani alcuna utilità, dato che, come facevano vedere i contaggi effettuati a Presa Diretta domenica per alcuni di loro e come l'INPS sa benissimo, moltissimi non raggiungeranno i livelli della pensione sociale.

Davvero vedete una grande differenza? Vi ricordate cosa diceva lo slogan degli anni Settanta? La Cina è vicina. Ormai è vero, e lo è sempre di più. Il problema è che la Cina viaggia sulla corsia di sorpasso, mentre noi siamo fermi in quella di emergenza con tutte e quattro le gomme bucate ed il serbatoio vuoto, mentre il guidatore non lo ha ancora capito.

Ciao

Paolo
Lo pseudo imprenditore Carcarlo Pravettoni

6 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

ben scritto Paolo. questo si ricollega a un post che ti manderò spero oggi. Lo stipendio di un neolaureato in ingegneria è inferiore a quanto prende una colf (all'ora) con tutto il rispetto per le colf.

Ho un amico che tira avanti con le ripetizioni in nero e prende più di me lavorando 5 ore al giorno.

Sentivo ieri alla radio dire che qui non ci sono gli indignados, ma i rasegnados, perché il lavoro è stato talmente bastonato in questo paese che non ce la fa a rialzarsi.

Saluti

T.

PaoloVE ha detto...

@ Tommaso:

si torna sempre allo stesso problema: potere e informazione rimangono appannaggio di una generazione che continua a ragionare per schemi obsoleti (pensando che un lavoro si traduca in almeno 2mila euro + 13esima + pensione), mentre per gli altri ormai è sempre più facile e redditizio andarsene che provare a cambiare un sistema che mira solo a mantenersi immobile.

Una volta si parlava di fuga dei cervelli, parlando di pochi laureati di fascia molto alta.

Adesso il livello di preparazione che danno le nostre università è diminuito, mentre contemporaneamente aumenta il numero non solo dei laureati, ma anche dei diplomati che trovano lavoro all'estero, e non più solo in Inghilterra e Germania come una volta, ma anche in Francia, Spagna, Irlanda,...

Ciao

Paolo

B ha detto...

La Cina è vicina? La Cina è già qui: oltre agli stipendi, abbiamo anche la proposta già parzialmente ratificata per impedire di diffondere le notizie e incarcerare chi tenta di farlo. Ah, e nemmeno abbiamo Wikipedia...

E' un governo composto da persone splendide: quando qualcuno parla di incarcerare loro e i loro sodali sulla base di leggi già presenti partono accuse di giustizialismo e amore per le manette; quando loro fanno leggi per impedire pratiche comuni in ogni Paese da loro stessi considerato civile, si lamentano delle critiche.
Mi piacerebbe pensare che hanno le idee confuse, ma temo che invece le abbiano fin troppo chiare.

Clem ha detto...

La Cina è così vicina che la sorella della mia ragazza ci va a lavorare la prossima settimana.
Mi domando di cosa vivranno gli italiani quando tutti i lavoratori qualificati saranno all'estero. Boh. Mangeranno scarpe made in italy come in The Gold Rush?

Pale ha detto...

Cio' che e' successo a Barletta e' intollerabile. E la competitivita' ed il guadagno non si devono cercare mettendo a rischio delle vite.
Sembra un'ovvieta' ma il fatto che stiamo qui a dirlo vuol dire che abbiamo bisogno di ripeterlo, in un tentativo patetico di esorcizzare i fatti.

Anche se siamo il secondo paese con piu' manifatturiero in Europa, credo sia d'uopo interrogarsi dove vogliamo andare. Abbiamo cervelli non solo all'estero ma in Italia che sono costati un sacco di soldi che non vengono sfruttati al meglio. Bisogna fare qualcosa, il governo dovrebbe fare qualcosa. Non importa se l'impostazione e' liberale o socialista. In ogni caso bisogna cambiare molto per far ricominciare l'Italia a camminare e magari, un giorno, a correre.

PaoloVE ha detto...

@ Pale:

il governo, nella speranza di restare in sella anche alle prossime elezioni, finge di tutelare le rendite dei vecchi, che sono la fetta di elettorato più ampia ed influenzabile.

L'opposizione cerca di contendergli (solo un po') lo stesso elettorato con le stesse promesse.

Ti confesso che sono molto pessimista sulle possibilità di farcela (non quanto Tommaso, ma quasi).

Ciao

Paolo