Il polverone chiarificatore

Buongiorno,

nei giorni scorsi si sono verificati alcuni ulteriori passi nella vicenda che vede il direttore de il Giornale Alessandro Sallusti condannato a 14 mesi di carcere per aver diffamato un magistrato.

Sinteticamente quanto è avvenuto è questo (mi si corregga se sbaglio):
  1. Sallusti ha fatto pubblicare un articolo scritto da un giornalista radiato dall'ordine assumendosi quindi per intero la responsabilità dei contenuti.
  2. L'articolo si è rivelato un coacervo delle peggiori falsità sull'operato di un magistrato, cui veniva imputato il fatto di aver costretto ad abortire e, in conseguenza, aver fatto impazzire e spinto alla tossicodipendenza una minorenne, quando la realtà era che questa (proveniente da storie di disagio psichico e sociale) e sua madre avevano chiesto l'autorizzazione ad abortire senza coinvolgere il padre di lei (cosa ammessa dalla legge), autorizzazione che il magistrato ha concesso.
  3. Il magistrato ha richiesto smentita e rettifica, accordate da altri giornali ma non da quello di Sallusti, cui quindi il magistrato ha intentato causa.
  4. Sallusti è stato perciò riconosciuto colpevole di diffamazione e, a causa delle precedenti condanne (solo amministrative) già ricevute in materia che gli precludono la condizionale e di un comportamento processuale tra il dissennato ed il provocatorio è stato condannato a 14 mesi di carcere, poi ridefiniti in carcerazione domiciliare, mesi che dovrà comunque scontare.
  5. Per fare il carico da undici Sallusti ha anche voluto farsi arrestare in redazione ed "evadere" provocatoriamente, in modo da drammatizare il tutto, ma anche da aggravare la propria posizione.
Questi fatti sono stati trasformati a sproposito in una battaglia in cui Sallusti si è erto a simbolo di una vittima di un reato di opinione e di espressione, quando il problema non era quali opinioni fossero espresse nell'articolo incriminato, ma quali falsità fossero state spacciate come inopinabili fatti gravissimi.

A chi ancora abbia dei dubbi sulla strumentalità del caso sottopongo ora l'ultima delle battaglie de il Giornale, quelle per condurre una causa collettiva contro il PM Antonio Ingroia.

Qual'è la cosa che viene addebitata da il Giornale ad Ingroia? 

L'aver scritto nel suo recente libro "Io so" una serie di ipotesi volte a sostenere l'idea che la Mafia abbia contribuito in maniera sostanziale alla nascita di Forza Italia (per quel poco che ho potuto vedere in termini di ipotesi - più o meno condivisibili- ma non di esposizione fatti evidentemente falsi).

Insomma, se Ingroia stesse scrivendo tutto ciò che vuole specificando che si tratta di sue più o meno solidamente fondate convinzioni personali, ricostruzioni, illazioni, (cosa che da una prima parziale lettura sembrerebbe, vista l'abbondanza di "L'ipotesi è..." riportate nelle citazioni del libro) una sua eventuale condanna sarebbe una lesione del diritto di libera espressione, e mi vedrebbe ferocemente avverso.

Se Ingroia stesse invece scrivendo falsità in termini di dati fattuali sarebbe a mio modo di vedere nella stessa deprecabile situazione in cui si trova Sallusti (anzi, avrebbe addirittura l'attenuante di non essere recidivo) e quindi secondo il Sallusti-pensiero applicato a se medesimo stesso non dovrebbe avere alcun rompimento di scatole da alcuno (preciso che invece secondo me, in quel caso Ingroia andrebbe condannato), men che meno da Sallusti che su questa cosa sta facendo la sua presunta battaglia di civiltà.

Quindi perchè il Gionale di Sallusti attacca Ingoia, in apparente contraddizione con tutto quanto sta sostenendo sul caso del suo direttore?

Il fatto è che, secondo me, Sallusti sa di essere in torto marcio, e presume di poterne uscire meglio intorbidando le acque e montando ad arte un polverone sempre più grosso (sottintendendo che anche Ingroia dovrebbe finire in galera perchè avrebbe fatto le stesse cose ed omettendo che tra le due posizioni ci sono invece differenze sostanziali -la recidiva in primo luogo-), piuttosto che facendo chiarezza sulla sua situazione, e quindi si comporta come certi giocatori di poker che, non avendo buone carte, simulano sicurezza e di avere una mano strepitosa per vincere senza avere nessuna combinazione a darne diritto. 

Il fatto che questa tattica permetta di prendere due piccioni con una fava e attaccare un magistrato sarebbe solo la ciliegina sulla torta.

Update: il Giornale  pubblica un articolo in cui presenta una propria interpretazione secondo cui ci sarebbero dieci elementi di forzatura ai danni di Sallusti nelle ricostruzioni più frequenti della vicenda. Personalmente mi pare che, ammesso che stiano in piedi -e non sempre ciò è scontato: il quarto punto dell'elenco del Giornale "Non ha pubblicato la smentita del giudice" è confermato: il Giornale è l'unico a non aver pubblicato la smentita- le argomentazioni non spostino le motivazioni per cui ritengo corretta la sentenza: i precedenti (anche se non sono finiti in penale), la diffamazione e l'assenza di smentita c'erano. Possiamo sindacare sul fatto che non abbia scritto lui l'articolo, ma, da quanto capisco, sono i rischi che un direttore si assume facendo scrivere qualcuno che non è un giornalista).

Ciao

Paolo

P.S.: il consiglio rimane sempre quello: provate a vedere quanto stretti possono essere i panni della vittima

P.S.2: Credo che se il Presidente Napolitano concedesse la grazia a Sallusti in queste condizioni farebbe un errore, perchè finirebbe con l'avvalorare indirettamente le tesi (sbagliatissime) di Sallusti, perchè screditerebbe l'operato della giustizia e perchè darebbe ossigeno all'antipolitica.

Perchè è probabilmente vero che se la vittima non fosse stata un magistrato Sallusti se la sarebbe cavata con molto meno, ma lo è altrettanto il fatto che se al posto di Sallusti ci fosse stato chiunque altro a fare un pateracchio simile nessuno starebbe ipotizzando insostenibili crimini contro la libertà di opinione.

6 commenti:

renzo ha detto...

Paolo ti devo fare i complimenti per la lucidità del post. Devo ancora trovare un articolo di giornale che esponga i FATTI in maniera chiara.
Il "caso" montato dal Giornale e amplificato dai giornali è ridicolo e grottesco, si continua a parlare di reato d'opinione quando è tutt'altra cosa.
E' palese che Sallusti voglia ergersi a martire della giustizia, il che potrebbe preludere ad una sua discesa in campo, ovviamente come badante del Capo.

renzo ha detto...

Comunque, per usare una sottile metafora, il caso Sallusti ha rotto veramente i maroni.

PaoloVE ha detto...

@ renzo:

grazie dei complimenti.

Il mio ego è anche soddisfatto del mini dibattito che si è generato attorno a primarie, regole, Renzi, Puppato, Bersani...: un grazie a tutti i partecipanti.

:-)

Ciao

Paolo

Michele R. ha detto...

@Paolo
Lo immaginavo che il tuo ego gongolava ;-)
Condivido quello che ha scritto Renzo, in più ti segnalo questa piccola perla:
http://www.santalmassiaschienadritta.it/2012/12/lettera-a-il-giornale.html

renzo ha detto...

@Michele

Orpo! Allora c'è un giornalista che riesce a ragionare con la sua testa e senza logiche corporative!

C'è qualcosa però che non capisco: Sallusti avrebbe detto in televisione che "non ha mai pubblicato la smentita perché non gli è stata richiesta dal diffamato". Scusate, ma non gli è stata richiesta dal tribunale?? Cioè: a quanto dice Nosferatu nessuno gli ha mai chiesto di rettificare la falsa notizia??Immagino sia l'ennesima balla, magari sbaglio, chiedo aiuto a Paolo, giusto per curiosità.

PaoloVE ha detto...

@ renzo:

in una intervista, se non ricordo male, Sallusti ha sostenuto che il magistrato non chiese rettifica direttamente a lui o al giornale, ma lo fece via ANSA, ed in quel periodo il Giornale non utilizzava Ansa, quindi non lo venne a sapere.

Questo però giustifica il giorno dopo, e, forse, quello successivo, visto che altri giornali che avevano riportato la notizia avevano poi dato diffusione della smentita, ma non giustifica il lustro e passa successivo in cui non una riga di smentita è stata pubblicata.

Il magistrato in altra intervista sostenne invece di essersi sentito rispondere che per il Giornale le cose stavano come riportate in origine...

Resta il fatto che, quando era divenuto di dominio pubblico il fatto che la notizia era falsa, il Giornale non ritene necessario rettificare e scusarsi nè con il Magistrato ingiustamente diffamato, nè con i lettori cui aveva propalato una montagna di sterco.

Su questi ultimi c'è da dire che sembra siano ben lieti del menù proposto, il che in qualche modo bagna le polveri alla lettera di Santalmassi.

A molti lettori del Giornale piace sentirsi raccontare certe cose, indipendentemente dal fatto che siano vere.

E Sallusti li accontenta, giungendo ad "immolarsi" per il loro godimento.

Ciao

Paolo