L'invasione degli struzzi in Veneto (e non solo)

Buongiorno,

dopo la notizia dello pseudoreferendum indipendentista veneto, la cui credibilità è stata pesantemente minata dalle analisi delle statistiche sui flussi del sito adesso arrivano le notizie degli improbabili secessionisti desiderosi di portare un blindato in Piazza San Marco per far sollevae le Serenissime genti (Monassa che no si altro! Portèghe na nave da crociera a San Marco, baucchi, che xe pì fassìe e i ve dixe bravi, invesse de un caro blindà che i ve manda ai Piombi, Sacramento!).

E tutti a tirar sospiri di sollievo davanti all'inconsistenza dei protagonisti delle velleitarie iniziative.

Struzzi.

Quelli che sospirano sollevati e magari ironizzano sulla cosa sono struzzi, con la testa sotto la sabbia, che pensano di accantonare il problema rifiutandosi di vederlo. Ma lasciano il sedere pericolosamente alto ed esposto (una cosa tipo #struzzostaisereno, per capirci).

Il fatto che la rabbia ed il disamore per l'Italia sempre più diffusi in Veneto siano finiti nelle mani di incapaci è stata pura fortuna, ma nulla si vede e probabilmente nulla si è fatto e nulla si sta facendo perchè quella rabbia e quel disamore non abbiano motivo di essere. Quindi continuano e continueranno a crescere (1). E, per ovvi motivi di probabilità, è solo questione di tempo il fatto che finiscano in mani meno inconcludenti (il che non sarebbe necessariamente in sè e per sè un male) e magari pericolose, il che sarebbe invece il problema grosso che non si vuol vedere e che non si affronta.

Il boom del Nord Est, che per anni aveva aiutato la crescita economica italiana, si è avvitato su sè stesso per molti motivi, parte intrinseci ad un sistema economico nato malato perchè basato su dimensioni microscopiche, scarsa competenza imprenditoriale, scarsa liquidità e fortemente dopato dalle svalutazioni competitive pre-euro e dalla tolleranza per l'economia in nero e parte indotti dall'esterno, con dall'altra parte una  tassazione eccessiva ricambiata troppo spesso da servizi insufficienti e una amministrazione inefficiente che degenera in burocrazia e clientelismo.

Ha ragione Cacciari, in questa condizione, dopo essere stata per anni la locomotiva economica italiana, il Nord Est è destinato a morire e/o esplodere e perchè questo non accada è necessario che qui lo Stato recuperi un ruolo di guida e di supporto cui ha da troppo tempo abdicato per limitarsi sostanzialmente a quello di ottuso gabelliere.

Sia chiaro, l'ipotesi di secessione non porterebbe alcun beneficio significativo, perchè i secessionisti non sono ancora evidentemente in grado di esprimere una classe dirigente adeguata, perchè invece la secessione ha tra i propri sostenitori alcuni dei protagonisti anche di scelte politiche ed economiche disastrose per il Veneto (2) che avrebbero buon gioco a riciclarsi come nuova classe dirigente, perchè, secessione o meno, è la cultura e la mentalità delle imprese venete a dover cambiare (3) -e a dover essere supportata in questo-, se vuole tornare ad essere competitiva.

Quindi, purtroppo, non è uno struzzo solo chi non vuol vedere il malessere che cresce al Nord Est, ma anche chi spera che, proclamata la Serenissima, andrebbe tutto a posto. Non è così. Oggi, per diventare il re dei magliai non basta più riempire i sottoscala di tutta la provincia di telai, vincolare i fornitori alla fornitura esclusiva, avere un logo e sponsorizzare squadre sportive. E forse non è nemmeno più particolarmente conveniente essere il re dei magliai, che qualcosa della sua ricchezza ridistribuiva sul territorio ai fornitori, ma è preferibile reinvestire in servizi a tariffa, che quegli schei ti restano in gran parte in saccoccia, giusto per alludere...

Ciao

Paolo

(1) A chi interessi capirci qualcosa in più del Nord Est, andando al di là dei luoghi comuni, consiglio di leggere quello che scrive in materia Federica Piran qui. Magari partendo da questo post.

(2) non fatemi tornare a parlare dei troppi ingordi Project Financing (vedi qui e qui) che stanno svenando (e sveneranno per decenni) la Regione...

(3) un piccolo esempio personale: anni fa, all'inizio della crisi, mi è capitato di suggerire a due piccole ditte familiari mie fornitrici di provare a sviluppare sinergie, se non di fondersi/consorziarsi. Avevano gli stessi clienti, vendevano prodotti non in concorrenza tra loro, si conoscevano ed avevano sedi abbastanza vicine. Un po' come suggerire al rappresentante che fa il giro dei bar per vendere i gelati di accordarsi con quello che fa il giro degli stessi bar per vendere il caffè o le bibite ed ha sede vicina al primo. Ovviamente non se n'è fatto niente. Hanno visto ridurre il giro d'affari, hanno licenziato, sono in crisi becca, ma la struttura organizzativa delle loro imprese (e soprattutto il ruolo da padre padrone delle proprietà) è rimasta la stessa. E purtroppo è rimasta inadeguata.

7 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

condivisibile il post. Spero ti sia fornito di occhiali colorati per andare a parlare di "sinergie".

Diventerei immediatamente solidale con il paron semianalfabeta che al sentire quella parola tira fuori lo schioppo :-D.

Saluti

T.

Michele R. ha detto...

Buongiorno,
Cacciari ha spesso ragione da vendere, peccato che nel csx abbiano sempre commesso l'errore fatale di accogliere le sue osservazioni e critiche con qualche secolo di ritardo. Cioè quando tutto era cambiato e quello che era non valeva più. Ottimo e condivisibile il post che hai suggerito su tramonti sul nord est, che fa il paio con l'esperienza da te raccontata.

Saluti.

PaoloVE ha detto...

@ T.:

al paròn go parlà de laorar insieme, no de "sinergie" e robe strane.

In venexian e sensa ociai.

Me gà vardà mae e no me gà scoltà gnanca cussì.

:-)

Ciao

Paolo

spdlcu68 ha detto...

L' elettorato veneto ha avuto molto influenza a 'Roma' e può influenzare in maniera determinante molte scelte - federalismi compresi. Purtroppo ha usato male il suo potere, affidandosi secondo me ad una classe dirigente mediocre che ha saputo solo giocare sui tasti della captatio benevolentiae (quanto siamo bravi, quanto siamo belli, quanto ce lo meritiamo).

La parabola di Cacciari è un buon esempio: non ha influenzato il csx perché non ha mai avuti abbastanza consenso in Veneto. E un politico senza consenso rimane un filosofo. Immaginate una gara di popolarità tra Gentilini e Cacciari solo qualche mese fa. Oppure quanto facile deridere Cacciari in pubblico e avere successo facile.

Credo che i veneti dovrebbero cominciare a essere un po' meno autocompiacimenti, fare della sana autocritica, riconoscere che la situazione attuale deve molto alle loro scelte e ricominciare da lì a dai loro molti talenti.

Michele R. ha detto...

@spdlcu68

Da Toscano conosco un poco i Veneti avendo radici (e parenti) in quella regione. Quasi sorprende che se, come scrivi, Cacciari non ha mai avuto molto consenso in Veneto sia stato eletto per due mandati a sindaco di Venezia. Ma forse la spiegazione sta nel fatto che la laguna è sempre stata un isola "rossa" in un mare troppo "bianco"...

Saluti.

spdlcu68 ha detto...

Poteva tentare un colpo di mano alla renzi - ma non funziona sempre e non c'erano le primarie

PaoloVE ha detto...

@ spdlcu68:

in effetti il confronto Cacciari Gentilini rende bene la situazione di come in Veneto troppo spesso si sia scelto il peggio...

Ciao

Paolo