Buongiorno,
con questo post in realtà torno su un argomento che avevo già trattato circoscrivendolo ad un contesto diverso e più limitato. cioè la totale indisponibilità dell'attuale Presidente del Consiglio a considerare qualsiasi punto di vista che esprima la benchè minima perplessità nei confronti del suo operato in termini di critica politica degna di una qualsiasi attenzione.
La scarsa attitudine di Matteo Renzi a confrontarsi in maniera aperta e franca con qualsiasi forma di dissenso si era già ampiamente manifestata all'interno del PD dopo il successo alle primarie con le tante risposte sbrigative che liquidavano buttandola sul piano personale obiezioni e perplessità prettamente politiche della minoranza interna (ricordate i vari "Fassina chi?").
La recente storia del PD poteva però far pensare che quanto avveniva fosse uno strascico tardivo dei veleni troppo ampiamente sparsi durante le primarie precedenti sia dai sostenitori di Renzi che da quelli di Bersani.
Il fatto che però adesso Renzi mantenga lo stesso atteggiamento sbrigativamente liquidatorio anche al di fuori del ruolo di Segretario del PD anche quando si cala nei panni del Presidente del Consiglio, bollando come rosiconi, immobilisti ed amanti della palude della vecchia politica tutti quelli che segnalino i limiti e le incongruenze delle sue iniziative ha quindi un valore diverso.
In questo momento questo atteggiamento di Renzi mi pare stia incontrando tra la maggioranza degli italiani un discreto consenso, perchè viene interpretato come manifestazione di una sicurezza e una decisione che non hanno certo contraddistinto gli ultimi governi.
Dal mio punto di vista non è però così: a sottrarsi dal confronto irridendo le controparti normalmente non è chi è sicuro delle proprie motivazioni (e quindi ha buon gioco ad esporle e farle prevalere), ma chi, pur essendo in posizione di forza (e Renzi lo è senza ombra di dubbio), non ha il supporto di solide basi a giustificazione delle proprie scelte. Il che sarebbe coerente ad esempio con l'approccio tenuto in materia di riforma del sistema elettorale, dove Renzi, senza una preventiva consultazione del suo partito, ha offerto a Berlusconi di scegliere tra tre modelli elettorali diversi, e non è certo rassicurante sulla ragionevolezza della rotta intrapresa.
Ed è ancora meno rassicurante se pensate che, in caso di eventuali risultati insoddisfacenti (eventualità tutto sommato non improbabile vista l'enorme mole di rutilanti promesse proferite), il non aver condiviso le scelte e non essersi nemmeno confrontato su di esse diverrebbe per Renzi ed il suo partito una accusa di autoreferenzialità e quindi una aggravante non da poco, condizione che, in assenza di alternative, assume i contorni del potenziale disastro per il Paese.
Ciao
Paolo
In questo momento questo atteggiamento di Renzi mi pare stia incontrando tra la maggioranza degli italiani un discreto consenso, perchè viene interpretato come manifestazione di una sicurezza e una decisione che non hanno certo contraddistinto gli ultimi governi.
Dal mio punto di vista non è però così: a sottrarsi dal confronto irridendo le controparti normalmente non è chi è sicuro delle proprie motivazioni (e quindi ha buon gioco ad esporle e farle prevalere), ma chi, pur essendo in posizione di forza (e Renzi lo è senza ombra di dubbio), non ha il supporto di solide basi a giustificazione delle proprie scelte. Il che sarebbe coerente ad esempio con l'approccio tenuto in materia di riforma del sistema elettorale, dove Renzi, senza una preventiva consultazione del suo partito, ha offerto a Berlusconi di scegliere tra tre modelli elettorali diversi, e non è certo rassicurante sulla ragionevolezza della rotta intrapresa.
Ed è ancora meno rassicurante se pensate che, in caso di eventuali risultati insoddisfacenti (eventualità tutto sommato non improbabile vista l'enorme mole di rutilanti promesse proferite), il non aver condiviso le scelte e non essersi nemmeno confrontato su di esse diverrebbe per Renzi ed il suo partito una accusa di autoreferenzialità e quindi una aggravante non da poco, condizione che, in assenza di alternative, assume i contorni del potenziale disastro per il Paese.
Ciao
Paolo
1 commento:
Buondì,
condivisibile. Mi pare che l'atteggiamento liquidatorio - e spesso del tutto maleducato - di Renzi sia dovuto al fatto che tale atteggiamento piace.
Meglio, le persone a cui piace sono legione, mentre coloro a cui non piace sono meno.
Finché la confusione tra annunci-fuffa e atti concreti sarà sostenibile, mi aspetto un buon consenso, condividendo i timori per cui gli atti concreti saranno di bassa qualità. Le conseguenze negative delle riforme-slide vengono ampiamente previste dai "rosiconi", ma possiamo stare sicuri che saranno presentate come sorprese quando per alcuni dei sostenitori di oggi sarà il momento di criticare il Presidente del Consiglio.
Chi voleva un PD in grado di fare campagna elettorale sarà contento. Così come chi lo disprezzava per il fatto di non saperla fare. Il fatto che su lavoro e legge elettorale, i contenuti siano poco dissimili dalle proposte berlusconiane non ci deve interessare, evidentemente.
Alternative non ce ne sono, inoltre, solo tanto sconforto.
Tommaso
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