I migliori nemici di Renzi

Buongiorno,

a Renzi devo riconoscere una notevole abilità tattica nel volgere politicamente a proprio personale favore le posizioni a lui più distanti, radicalizzando lo scontro su posizioni inconciliabili e trasformando in uno dei propri principali punti di forza quelli che per altri politici potrebbero invece essere gli scogli più duri.

Correggetemi se sbaglio (o se dico cose tremendamente ovvie: di quanto scrivo qui sotto mi sono reso conto da poco, ma adesso mi pare talmente banale da giustificare la denominazione del blog), ma ho la netta impressione che sinora l'approccio di Renzi a qualsiasi problema sia stato sempre sostanzialmente connotato da un unico percorso, peraltro molto efficace dal punto di vista del Premier, che si basa sulle sue doti di comunicatore e di abile manipolatore dei nostri pessimi media, ma che non è secondo me particolarmente utile per il Paese.

In sintesi il percorso mi pare sia sostanzialmente il seguente:
  • Il primo passo consiste nel rendere centrale e netta la propria posizione, persino quando questa non è chiara e definita (anzi, forse soprattutto quando non è chiara e definita), attraverso slogan, battute, tweet, interviste, ... che l'entourage di fedelissimi (cui adesso si sono aggiunti i moltissimi saliti sul carro del vincitore, spesso più realisti del re) ed i media ripetono senza alcun reale approfondimento rincorrendo lo scoop. Lo abbiamo visto succedere ieri con la rottamazione, oggi lo vediamo con l'ansia da riforme.
  • Il secondo passo consiste nella radicalizzazione dello scontro: la comunicazione di Renzi rappresenta il confronto politico cui ha dato inizio come un epocale scontro tra il disegno renziano (magari nemmeno particolarmente articolato) e chi vuole mantenere tutto com'era. Perchè l'avversario il nemico di Renzi è sempre chi vuole mantenere tutto com'è. Non vi è alcuno sforzo di mediazione per assimilare le posizioni affini all'interno del disegno politico proposto, anzi, queste vengono bellamente trascurate o spinte con atteggiamenti sprezzanti verso gli oppositori più duri. Avete mai sentito di un tentativo di avvicinare le posizioni di Civati e dei suoi quando si parlava di rottamazione? o di Chiti in materia di elettività del Senato? Avete mai sentito una risposta nel merito alle posizioni di costoro? (no, gufo rosicone non è una risposta nel merito. E nemmeno "Fassina chi?")
  • Una volta ribadita l'immagine di politico duro e puro, che non scende a compromessi ma mantiene la propria posizione davanti ad un fronte nemico dipinto come unico, il terzo passo serve a creare consenso personale presso l'opinione pubblica: Renzi si confronta (o meglio finge di confrontarsi) con un rappresentante degli oppositori (1), avendo cura di sceglierselo tra quelli le cui posizioni sono tra le più inconciliabili ed indigeribili per l'elettorato. Cosa che è avvenuta dando spazio alle uscite di D'Alema in materia di rottamazione o accettando lo streaming con il M5S in materia di riforme: sono convinto che non sia un caso che Renzi preferisca "confrontarsi" con M5S o FI piuttosto che con la minoranza interna al PD, in quanto la scelta dell'interlocutore è funzionale al designare qualcun altro come responsabile del mancato accordo, condizione che non è garantita se l'interlocutore ha posizioni vicine alle tue. Il risultato è il poter affermare che il tentativo di mediazione Renzi lo ha anche fatto, bontà sua, ma è fallito per le altrui inaccettabili ed irragionevoli posizioni.
Il punto è che, se questo percorso crea demagogicamente consenso personale in termini elettorali per Renzi -che ne esce rappresentato come politico dalla forte determinazione e dalle chiare vedute-, dall'altro lato priva l'azione legislativa della possibilità di beneficiare di eventuali apporti costruttivi esterni, e priva la coalizione di governo della possibilità di condividere le proprie proposte con le opposizioni, condizione che sarebbe invece auspicabile almeno per quanto attiene alla materia delle riforme istituzionali.

E il bello è che tutto ciò avviene primariamente grazie alla collaborazione degli oppositori più "duri e puri" che, come dico nel titolo, finiscono con l'essere i migliori alleati di Renzi proprio in virtù della loro intransigenza, che diventa il velo perfetto dietro cui nascondere le carenze e le rigidità dei disegni renziani.

Ciao

Paolo

(1) ed il fatto che il fronte avverso sia unico solo nella rappresentazione che la comunicazione di Renzi ne dà e che quindi quel rappresentante non rappresenti nessuno al di là di sè stesso non è certo un problema che sollevi qualche dubbio sul metodo.

1 commento:

MS ha detto...

"[..] se questo percorso crea demagogicamente consenso personale in termini elettorali per Renzi -che ne esce rappresentato come politico dalla forte determinazione e dalle chiare vedute-, dall'altro lato priva l'azione legislativa della possibilità di beneficiare di eventuali apporti costruttivi"

sono (purtroppo) completamente d'accordo.

bye,
MS