Senato: i miei pro ed i miei contro

Buongiorno,

dopo le dovute scuse per il ritardo (motivi tecnici) nella pubblicazione del mio imprescindibile post odierno, avendo ripetutamente esposto i motivi del mio dissenso rispetto all'insieme delle riforme elettorali ed istituzionali che Renzi sta portando avanti e compiuto il primo passo per la realizzazione dell'Italia renziana con l'approvazione della riforma del Senato, credo sia opportuno fare un attimo il punto e chiarire sinora cosa, secondo me, c'è di buono e cosa invece non va.

Dal mio punto di vista, salvo rivolgimenti il Senato italiano è divenuto una sorta di organo tecnico di nomina politica composto da un centinaio di politici scelti dagli elettori italiani per fare altro.

I pro:
  • si supera un bicameralismo “perfetto” che ha per decenni contribuito a rendere lenta e barocca l'opera dei legislatori
  • si riduce il numero dei parlamentari ed il loro costo
  • si rende più compiutamente operativa la struttura necessaria a rendere efficace la riforma del Titolo V della Costituzione, quella che promuoveva un federalismo sinora pessimamente digerito
I contro:
  • nella storia politica italiana i tecnici di nomina politica (cui i nuovi senatori assomigliano molto) hanno rappresentato spesso le figure peggiori del panorama politico italiano
  • i Senatori saranno dei tecnici da noi elettori designati ad altri scopi (Sindaci, consiglieri, …) e che da questi compiti verrano distolti
  • il valore del voto popolare è ridotto ai minimi termini: conta solo alla Camera, dove si vota con liste bloccate, premi di maggiornanza abnormi e soglie di sbarramento elevate e dove le cose non sembrano dover cambiuare granchè se andasse in porto la riforma elettorale sinora sostenuta da Renzi.
Quindi personalmente non ritengo che in sé quanto fatto sinora sia tutto necessariamente negativo: molte cose non mi piacciono (a partire dal metodo, che ha omesso di valutare qualsiasi obiezione o apporto da chi non fosse perfettamente allineato e coperto, preferendo seppellirlo di contumelie), altre mi piacciono, altre mi sono, per così dire, incomprensibili (mantenere l'immunità parlamentare per i nuovi Senatori, che definivo tecnici di nomina politica- non ha alcun significato se non quello di mettere una enorme pietra tiombale sulla lotta ai privilegi della casta dei politici).

Ma mi rendo conto che alcune di queste riforme non sono solo brutte, ma pericolose.

Perchè se si dovesse votare domani con il Porcellum o dopodomani con l'Italicum, la composizione di Camera e Senato sarà al 95% scritta dalle segreterie di Partito, ed il nostro voto avrà lo stesso valore dei tanti voti che in Bulgaria insediavano i governi di oltrecortina prima del crollo del muro: si tratterà di una mera accettazione di quanto altri hanno già disposto in maniera preordinata. Il che non ha nulla a che vedere con la democrazia e ci garantisce un sistema politico d'ora in poi ancor più autoreferenziale ed irriformabile di quello attuale (1).

Personalmente ritengo che da questa situazione pericolosa si possa uscire unicamente permettendo agli elettori di esprimere la propria preferenza (singola) e rivedendo al ribasso le soglie di sbarramento per i partiti (2): lo ritengo un necessario esercizio di cautela anche per chi nutra in Renzi e nel suo sin troppo sottaciuto compagno di merende partner di riforme Berlusconi una fiducia smisurata, perchè non sappiamo a priori a chi un giorno passeranno la mano. E potrebbe non essere un politico altrettanto gradito ad avere in mano così tanto potere.

Ciao

Paolo

(1) cosa peraltro in linea con il mantenimento dell'immunità per i nuovi senatori

(2) condizione che potrebbe persino farmi apprezzare il nuovo sistema elettorale ed istituzionale. O quasi.

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