Stavolta tifo Marchionne

Buongiorno,

in questo blog, da cittadino italiano, ho spesso contestato le scelte e l'operato di Sergio Marchionne, che ha molto abilmente tutelato gli interessi della proprietà di FIAT a scapito di quelli di dipendenti ed italiani, riuscendo, a mio modo di vedere, ad utilizzare molto di quanto c'era di buono nella ditta per acquistare il controllo del gruppo Chrysler, gruppo sull'orlo del fallimento ma possibile oggetto di elargizione di fondi pubblici USA (puntualmente arrivati grazie alla fallimentare Dodge Dart) e presente su un mercato più facile e dalle prospettive di crescita immediata migliori di quelle europee.

Il risultato è che FIAT è stato il cavallo di troia per trasferire dall'Italia know how, tecnologie e capitali nella nuova multinazionale FCA, a Detroit, con un percorso che modifica però anche alcuni aspetti collaterali ma non secondari, tra cui le residenze legali e finanziarie.

In questi giorni questo processo potrebbe avere una battuta d'arresto in corrispondenza della scadenza del diritto di recesso dei soci a fronte dei cambiamenti statutari, che, proprio in virtù della nuova sede legale olandese, ridimensiona significativamente i poteri dei soci di minoranza.


Ma, mentre precedentemente ho spesso sperato nel fallimento delle iniziative di Marchionne sperando che il patrimonio industriale di FIAT rimanesse in Italia, stavolta devo sperare che la fusione abbia successo.

Il perchè è presto detto e piuttosto ovvio:
  • molti aspetti del processo di fusione portato avanti sin qui non sono reversibili (già adesso ricostruire un QG in Italia, dopo averlo svuotato, sarebbe difficilissimo),
  • come prevedibile il mercato USA e quello europeo non si sono rivelati interscambiabili: negli USA l'ex gruppo FIAT non riesce a vendere, altrettanto bene fallisce l'ex gruppo Chrysler in Europa. Solo Jeep vende bene nei due mondi
  • il core business di FCA si incarna nell'ex gruppo Chrysler e nel mercato nordamericano e con tutta evidenza è questo che sarà tutelato da eventuali traversie societarie,
  • le eventuali traversie societarie saranno quindi scaricate sulle attività non core, cioè l'ex gruppo FIAT
E non vorrei assolutamente che i dipendenti della già spogliata FIAT si ritrovassero a dover fare i conti anche con questo eventuale ulteriore motivo per prolungare una mancanza di investimenti in nuovi modelli "europei" che da tanti anni penalizzano le produzioni italiane (avete notato che in Europa Fiat non ha nessuna auto tra le dieci più vendute?).

Per cui la miglior tutela di quanto rimasto in Italia adesso coincide con la minima esigenza di capitali possibileda parte di FCA, cioè con la massima adesione al nuovo patto, che è quanto Marchionne vuole.

Ciao

Paolo

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