Buongiorno,
sta avendo una certa visibilità una notizia in qualche modo minore ed in qualche modo leggera, ma che potremmo usare per effettuare un minimo di autocritica riguardo ai nostri doppiopesismi più o meno inconsci.
Si tratta della notizia relativa alle polemiche suscitate da una circolare che invita le dipendenti di un ufficio pubblico di Amsterdam ad evitare abbigliamento che potesse essere inteso come provocante (1), circolare intesa come una abdicazione a libertà acquisite e consolidate davanti ad una morale a noi estranea "impostaci" dalla presenza di una forte comunità islamica in zona.
Personalmente sono d'accordo con chi ritiene insensata e prevaricatoria quella circolare: per quanto si stia parlando di una libertà in qualche modo di secondaria importanza, non ritengo che si debba rinunciare (salvo ovvi motivi funzionali o di sicurezza), a vestirci come più riteniamo opportuno. In fondo il gusto e l'osceno sono soggettivi e nessuno potrà essere danneggiato da una persona di cui non condivide il look.
Come purtroppo capita spesso, mi trovo però in estremo imbarazzo quando constato che la maggior parte di chi adesso esprime una simile posizione in difesa delle libertà personali trovava analoghe pretese censorie tutt'altro che scandalose (ed anzi spesso le condivideva), purchè non fossero in sospetto di essere avanzate da islamici.
Sbaglio o moltissimi (la maggioranza?) degli attuali paladini della sacra libertà di mantenere scoperte le cosce femminili olandesi sono tra quelli che ritengono accettabile, giustificato e/o opportuno che ai propri figli a scuola vengano imposti limiti nel modo di (s)vestirsi, limitando minigonne troppo corte, scollature, abiti trasparenti o attillati,... (1)?
Sbaglio o molti di loro (la maggioranza?) non si scandalizzerebbero se divieti analoghi fossero proposti nei tribunali o nelle città d'arte?
Per concludere: sbaglio o molti di loro (la maggioranza?) in realtà non stanno minimamente difendendo una piccola libertà universale, ma stanno unicamente e poco nobilmente strumentalizzando un pretesto?
Ciao
Paolo
(1) Ovviamente nei titoli de il Giornale, in ragione della singolare idea di informazione che quel quotidiano propugna, la cosa si trasforma da invito circosccritto ad un ufficio e non riferibile con certezza a pressioni di origine islamica in un divieto generalizzato a tutto lo Stato in ossequio ai mussulmani.
(2) Uso questo esempio perchè è un tormentone ricorrente, come potete vedere qui, qui, qui, ...
(2) Uso questo esempio perchè è un tormentone ricorrente, come potete vedere qui, qui, qui, ...
7 commenti:
Commentare qualcosa del giornale è.... RONF! RONF!
Potrei raccontare i miei problemi con i decolte delle maestre d'asilo...
;-)
Saluti
Buondì,
concordo con MR, perché continuare a preoccuparsi in dettaglio de il Giornale e simili*?
Visto che ci siamo trovo questo post.
In esso si scrive che:
1) Il fatto reale è una circolare in cui si chiede di rispettare il "decoro" in un ufficio pubblico. "Decoro" inteso esattamente come potrebbe intenderlo il veneto elettore leghista, criptocattolico, criptofaschista, spesso semianalfabeta.
2) L'Islam non c'entra una fava
3) L'idea che c'entri l'Islam - che per amor di chiarezza, non c'entra una mazza - è suggerita, in Olanda, solo da un partito alleato della Lega.
4) La notizia è vecchia di dieci giorni e la polemica sulla stampa olandese è già sparita
5) Il Corriere la riporta correttamente
6) I giornali indegni scrivono balle
Di che parliamo?
Saluti
Tommaso
* È un fatto acquisito che siano spazzatura e che costituiscano un problema generale di difficile soluzione in un Paese ignorante, disonesto e con un'assenza patologica di informazione dignitosa. Prendere a pretesto i loro titoli e le loro miserabili polemiche ha il solo effetto di farci incazzare.
Chiediamoci perché un personaggio come Renato Farina possa ancora permettersi di scrivere cose diverse dalla lista della spesa o da un blog personale.
Chiediamoci perché i direttori di quotidiani largamente sputtanati dal punto di vista della credibilità siano ospiti nei programmi televisivi.
@MR.:
"Potrei raccontare i miei problemi con i decolte delle maestre d'asilo..."
Siamo tutt'orecchie :-)
...e comunque difendo la libertà delle maestre d'asilo di sfoggiare scollature vertiginose...
@ T.:
"Chiediamoci perché un personaggio come Renato Farina possa ancora permettersi di scrivere cose diverse dalla lista della spesa o da un blog personale."
Ti avverto: sei su un blog personale, quindi porta rispetto e niente accostamenti con Renato Farina. Ci intendiamo, ah?!? ;-)
Ciao
Paolo
@paolo
Che soprannome preferisci?
Sequoia o baobab?
@ T.:
il mio nome in codice è Mugo, Pino Mugo...
:-)
Ciao
Paolo
Buondì,
devo dire che alla fine è stato utile aver approfondito questa bufala della minigonna in Olanda.
Sia Ruggero Po, sia Alessio Maurizi ne hanno parlato nelle loro trasmissioni, portando avanti la versione falsa che attribuisce a proteste di persone di fede islamica il divieto.
Io queste cose le trovo di solito nei musei di storia tedesca, nella sezione sugli anni trenta. Esagero? Secondo me no.
Saluti
T.
Non ci sono solo le minigonne olandesi ma anche il velo imposto alle hostess di Air France, e che fa il paio con le statue coperte. Io sto dalla parte delle hostess e della loro giusta protesta.
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